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MOSTRA VANITAS - Roma
Il
tema affrontato dalla magnifica mostra che la Società Arti Doria
Pamphilj, presieduta dalla Principessa Gesine Pogson Doria Pamphilj,
propone per la prossima stagione espositiva nel Palazzo di famiglia in
via del Corso, a Roma, è di innegabile, assoluta attualità.
"Vanitas", questo il titolo della rassegna ideata da Massimiliano
Floridi e curata da Francesca Sinagra, racconta, infatti, per mano di
grandissimi artisti, aspetti diversi di una unica certezza: quella della
caducità delle cose terrene. Quaggiù, sembrano voler indicare con i loro
capolavori Caravaggio, Lotto, Ribera, Fetti, Guercino, Preti e gli
altri, la Vanitas ha comunque sempre ragione di qualsiasi vanità.
Una riflessione che è molto moderna e che diversi membri del principesco
Casato ebbero ben presente. Lo conferma, nella loro collezione, la
ricchezza di opere, spesso commissionate a sommi artisti, sul tema. Sono
capolavori di pittura, scultura, oggetti decorativi, libri e musica, che
nei secoli sono entrati a far parte del patrimonio di Famiglia e che
offrono spazio ad una specifica riflessione interdisciplinare su un
aspetto tutt'altro che minore della cultura europea in età moderna.
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È un particolare sguardo trasversale che permette
di seguire lo sviluppo del tema in diversi contesti storici e
culturali, a partire dalle sue origini cristiane e dalla
riflessione filosofica fino alle manifestazioni allegoriche in
pittura e in oggetti d'uso come gli orologi settecenteschi che,
coronati dall'immagine del Tempo armato di falce, ricordano la
natura effimera della vita terrena.
Dal 20 maggio al 25 settembre l'evento offre l'occasione di
ammirare un gran numero di capolavori della storia dell'arte
italiana europea. Lorenzo Lotto, Jusepe de Ribera, Caravaggio,
Mattia Preti, Domenico Fetti, Andrea Sacchi sono solo alcuni dei
nomi degli autori che straordinariamente vengono messi a
confronto.
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L'esposizione presenta, quale 'campione'
famigliare del tema, il cardinale Benedetto Pamphilj,
che, noto quale fortunato mecenate di artisti e
musicisti, fu poeta egli stesso e scrisse, tra gli
altri, il celeberrimo oratorio "Il Trionfo del Tempo e
del Disinganno" musicato per lui da Georg Friedrich
Händel nel 1707. Del resto, la riflessione del cardinale
sulla Vanitas non si manifesta esclusivamente nella sua
produzione di librettista, ma anche nella collezione
artistica che egli raccolse e di cui ancora oggi si
conserva testimonianza.
Sarà, quindi, il cardinale Benedetto ad accogliere ed
accompagnare virtualmente il visitatore alla mostra,
affidandolo poi ad una contestualizzazione storica
finalizzata a orientare lo spettatore nell'analisi del
tema.
Quattro le sezioni tematiche che rappresentano la
molteplicità di questioni legate alla Vanitas.
La prima sezione è dedicata alla pittura di genere e
presenta una selezione di nature morte che, come noto,
costituirono un espediente simbolico sovente adottato
dai pittori per alludere alla caducità della vita. In
collezione Doria Pamphilj sono innumerevoli i brani di
pittura di questo tipo e le carte d'archivio confermano
la particolare propensione del cardinale Benedetto e
degli altri membri della dinastia per questi soggetti.
Tavole imbandite, vassoi di frutta matura, cacciagione
accatastata e minuziosamente descritta dal naturalismo
della pittura sei e settecentesca sono soggetti che con
efficacia svolgevano il compito di ricordare allo
spettatore la precarietà dell'esistenza. |
Passando alla seconda sezione si abbandonano i soggetti profani
per affrontare le origini religiose del tema. Vengono infatti
esposte numerose immagini di San Girolamo, il santo studioso che
traducendo l'Ecclesiaste importa nel mondo latino il concetto di
Vanitas. Rispettando la disposizione settecentesca delle
collezioni Doria Pamphilj nel palazzo di famiglia a Roma, si
presentano, come pendant a San Girolamo, le immagini barocche
della Maddalena che con la sua rinuncia ai valori effimeri della
vanità femminile incarna una diversa sfumatura del trionfo sulla
caducità delle cose mondane. Spiccano capolavori come il San
Girolamo di Ribera e la Maddalena di Caravaggio.
Segue una sezione, dedicata al ritratto, che è anche la più
ricca e presenta una scelta di dipinti con elementi allegorici
quali teschi, orologi, fiori e sarcofagi. La rassegna è
arricchita anche da una serie di ritratti e busti di filosofi
antichi che, testimoniando della presa che il tema della Vanitas
aveva anche in relazione alle sue presunte radici filosofiche,
rendono conto di un vero e proprio genere in voga nel Seicento.
Ad accompagnare l'esposizione, oltre alle arie delle
composizioni händeliane e ai testi del cardinale Benedetto, sarà
una selezione di orologi, reliquie, piccoli oggetti decorativi,
stampe e libri che da secoli svolgono la funzione di memento
mori nei palazzi e nelle cappelle di famiglia.
Ma proprio perché nulla dura in eterno, la vita quaggiù deve
dare gioia, bandendo tristezze e afflizioni. "Vanitas" potrebbe,
infatti, essere letta come l'invito a vivere appieno il
Presente, cogliendo il meglio che esso ci offre, come lo stesso
Benedetto Pamphilj fece, dedicando la sua vita alle arti, alla
musica, alla letteratura di intrattenimento. L'ultima sezione
tematica è quindi dedicata proprio al cardinale e alla sua
poetica dell'effimero. Una passione condivisa del resto con
molti membri del Casata, com'è confermato dalle splendide
collezioni d'arte che fanno di Palazzo Doria Pamphilj la più
importante "casa-museo" privata di Roma.
Vanitas. Lotto, Caravaggio, Guercino nella Collezione Doria
Pamphilj, Roma, Palazzo Doria Pamphilj, 21 maggio - 25
settembre 2011. Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 17.
Ingresso: intero 10 euro; ridotto 7 euro. Catalogo Silvana
Editoriale.
Informazioni e prenotazioni:
arti.rm@doriapamphilj.it
tel. 06 6797323
www.dopart.it
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