MOSTRA SALTO QUANTICO
- Roma
E’ forse il momento di
identificare e segnalare una nuova corrente d’arte che in questi ultimi
anni si è diffusa in modo dilagante fra gli artisti contemporanei. Una
ricerca che sintetizza e qualifica gli interventi che dalla
transavanguardia ad oggi hanno ricercato una nuova via estetica
all’immaginario dell’artista, inserendosi con evidente capacità di
sintesi all’interno di tutta una cultura solo apparentemente dalle
connotazioni scientifiche. Una cultura tendente, invece, a rendere
platonicamente reale l’unità derivante dalla intuizione, dalla ricerca,
e dalla fantasia sull’evoluzione della forma.
L’elemento
primordiale, il vero mattone della materia, nell’artista confluisce nel
simbolo, nel segno scarnito da qualunque orpello, nell’intreccio di
linee essenziali che non denotano una forma se non nel suo divenire e
nel suo modificarsi costantemente.
Monica Pennazzi è
forse una sacerdotessa di questa ricerca, votata a rendere artistico il
segno di Giordano Bruno, la ricerca di Higgs sulla particella di Dio (La
particella elementare che dal niente forma la materia e che potrebbe
costituire, secondo la moderna ricerca il punto di unione tra quello che
definiamo erroneamente il nulla e la nascita della materia).
Si formano così i
filamenti e le forme geometriche che mettono d’accordo Aristotele e
Platone e che restituiscono valore alla sintesi di finito ed infinito,
di umano e di spirituale, di possibile e di impossibile. |
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Colore, forma,
luce, trasparenza si fondono in una visione cosmica dell’arte
rifluendo nella materia elementare fatta di fili e di antiche
tessiture (che restituiscono la dignità al primordiale gesto del
tessere, unificando l’antico ed il nuovo nel gesto comune a
tutti i tempi dell’intrecciare i fili) e richiamano le catene
interminabili dei geni della materia organica e lo spirito
insito in ogni forma di materia.
Superstringhe
che acquisiscono aspetti umani dallo sdipanarsi di geometrie
filamentose, più o meno visibili e più o meno trasparenti, che
paiono voler ammonire che non tutto ciò che è visibile è reale,
e che non tutto ciò che è appena visibile, e forse appena
percepibile, irreale, ed assume anzi, a maggior diritto la
connotazione di verità assoluta.
In questi
tempi l’arte deve svelare e nascondere, appena mostrarsi, come
Iside, a chi sa percepirla con gli occhi dell’anima, deve essere
insieme esoterica ed essoterica, lasciando ai suoi sacerdoti ed
alle sue sacerdotesse l’incarico di creare, attraverso la
bellezza, doni e offerte al mistero cosmico nel quale siamo
immersi, e che si rende appena visibile, talvolta attraverso la
scienza talvolta attraverso l’arte.
di Alessandro D’Ercole
Oggetto |
mostra arte contemporanea
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Autori |
Monica Pennazzi
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Luogo |
Massenzioarte via del Commercio 12
- Roma
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Mezzi pubblici |
metro B: fermata Piramide + bus 23 o
271 o 769 (su via Ostiense)
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Orari |
Lun – sab 17-20
ingresso libero
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Durata |
22|09|11 01|10|11
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