L’obiettivo del Festival è infatti quello di promuovere nuove
esperienze espressive che rielaborino, attraverso varie
forme d’arte, un confronto serrato con gli spazi ospitanti.
Molti saranno
gli artisti che hanno aderito al Festival: tra gli altri
Andrea Camilleri, Fabrizio Gifuni,
Sonia Bergamasco, Andrea Rivera, The Niro e Diana Tejera,
Elena Arvigo, Marco Solari e Alessandra Vanzi,
Collettivo Angelo Mai.
Questo, in
sintesi, il programma del festival: ogni sera, dalle
19, il pubblico verrà accolto presso le sale dell’Ex
lavanderia dove sarà operativa la caffetteria e un punto
ristoro.
Nelle sale
sarà possibile visitare un’esposizione di arti visive
realizzata in collaborazione con Techné e una selezione
di lavori grafici di Angela Zurlo a cura di Francesca
Campli. La stessa artista ha anche concepito per le zone
esterne tra i padiglioni piccoli interventi che rievocano le
storie qui vissute.
Sarà inoltre
possibile seguire le proiezioni di corti, filmati,
reportage prodotti intorno all’argomento e introdotti
brevemente dai loro autori, alternati con concerti di
musicisti, gruppi e singoli artisti.
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Nelle
zone esterne ai Padiglioni – attraverso il Parco – il
pubblico, guidato nel percorso, ‘scoprirà’ gli
spettacoli e le performance e avrà modo di vedere, sotto
una diversa luce, aspetti dimenticati del parco stesso e
della sua storia. Prima dell’itinerario notturno, una
guida, legata all’esperienza del Santa Maria della
Pietà, avvierà il pubblico alla visione della serata con
un breve racconto della sua storia e dei suoi
protagonisti.
Si
potrà così conoscere e visitare uno scenario suggestivo,
quello degli ex padiglioni psichiatrici ed aree
limitrofe ora abbandonate all’incuria e al lento
degrado.
Si
farà poi ritorno alla Ex-Lavanderia dove sarà possibile
cenare, ballare e chiudere la serata.
Le
prime due serate
saranno dedicate all’inaugurazione attraverso una
grande festa con concerto, sul palco esterno alla
Lavanderia.
Linea35Festival vuole essere un grande momento di
incontro, di dialogo e proposta aperto e rivolto alla
città, per confrontarsi con la forza viva e
contraddittoria di questo luogo.
L’ingresso a sottoscrizione
riflette lo spirito autonomo con il quale è stata
concepita l’intera manifestazione: LINEA35 Festival non
si avvale infatti né di patrocini né di sponsorizzazioni
istituzionali o private.
Per
maggiori informazioni:
www.exlavanderia.it |
LINEA35
Festival
Una
Produzione Associazione Ex Lavanderia
in
collaborazione con la Compagnia la Fabbrica e Psichiatria
Democratica
Direzione Artistica:
Hossein Taheri
Coordinamento Artistico:
Roberto Zorzut
Gestione
organizzativa e comunicativa:
Massimiliano Taggi, Elisa Bongiovanni, Fabiana Iacozzilli, Giada
Parlanti
Gestione
Amministrativa:
Carla Minieri
Coordinamento allestimenti e arti espressive:
Natascia Mascaretti
Responsabili tecnici per il Festival e i concerti:
Fabio Taloni e Emiliano Todero
Responsabili tecnici per eventi teatrali:
Hossein Taheri e Roberto Zorzut
Ufficio
stampa:
Elisabetta Castiglioni
06 3225044
–328 4112014 – elisabetta@elisabettacastiglioni.com
Nota del direttore artistico
All’entrata
campeggia ancora “Manicomio della Provincia” ma ormai l’ex
ospedale Santa Maria della Pietà è diventato ben altro. Non
sono passati neanche 35 anni dall’attuazione della
rivoluzionaria legge 180 (con l’impegno dell’indimenticabile
Franco Basaglia) che ne ha decretato il progressivo
smantellamento fino all’uscita degli ultimi ospiti e dell’ultimo
presidio nel 1999.
Una storia
iniziata nel 1913 oscillante tra l’euforia per il radioso e
promettente cammino della scienza psichiatrica e un pericoloso
sperimentalismo terapeutico (elettroshock su tutti), che
produsse orrori e sofferenze per le aberrazioni di un
ordinamento restrittivo, accanto a una intensa ragnatela di
esperienze umane, sociali, politiche e culturali la cui eco
fortissima è ancora possibile percepire oggi, passeggiando tra
l’abbandono e il controverso restauro della grande struttura.
Il Santa
Maria della Pietà infatti vive da sempre una contraddizione; da
una parte lo straordinario valore architettonico, ambientale e
sociale valorizzato dalla ricchissima progettazione di cittadini
e di associazioni; dall’altra l’incapacità di ascolto e di
prospettiva da parte di istituzioni e politica.
Una doppia
faccia che è sempre stata, a ben guardare, nel carattere
genetico della struttura; una specularità già immaginata dagli
architetti fondatori, che la organizzarono all’inizio del ‘900 a
padiglioni, su un ampio terreno riempito di esotica
vegetazione, a separare nettamente l’universo “alienato”
maschile da quello femminile; l’universo dei malati da quello
dei dottori; del personale medico dal paramedico e
assistenziale, ecc.
Questa
dicotomia, rimarcata allora come salutare e inviolabile, ritorna
pericolosamente ancora in molti aspetti odierni; come una
cellula endemica che rigenera lo stesso male, un male da
estirpare definitivamente dal Santa Maria della Pietà.
Eppure le
cure fruttuose sono apparse in questi anni.
Prima
l’esperienza esaltante della riforma basagliana; quel
laboratorio cittadino sorto in seno ai padiglioni aperti, con la
gestione comune di medici, infermieri, pazienti e cittadini che
innervarono di sangue nuovo, giovane e creativo l’ingombrante
realtà del manicomio; poi, in questi anni recenti, le esperienze
associative interne al Santa Maria, che ponendosi in maniera
critica verso il parziale recupero del comprensorio, hanno
riempito e continuano a riempire di necessari valori luoghi che
si volevano privare di storia e umanità, resistendo allo scempio
materiale e simbolico del comprensorio .
Proprio in
una di queste realtà attive all’interno – l’Associazione
Culturale Ex-Lavanderia – posta logisticamente al centro del
comprensorio, è fermentata e ha continuato a ‘resistere’ in
questi anni una lunga riflessione sul futuro dell’ex ospedale;
un vivace dibattito politico e culturale dove artisti, ex
dipendenti della struttura, operatori sociali, associazioni di
cittadini, compagnie teatrali, scuole di arti e mestieri hanno
dato vita all’esigenza di non disperdere la storia di questo
luogo e di non relegarla soltanto ad un museo.
Perché la
storia del Santa Maria della Pietà vivesse, era necessario che
la storia del Santa Maria della Pietà continuasse; trovasse
visibilità in un’occasione che restituisse alla città, perfino
al Paese, il valore assoluto della sua testimonianza storica e
laboratoriale; ovvero dare vita nei suoi spazi ad un grande
momento di incontro, di scambio, di dialogo e proposta aperto e
rivolto alla città, ospitando quelle voci capaci di restituirci
il passato, il presente e il futuro di quanto ancora ‘abita’ e
deve continuare ad abitare in questa struttura.
Da qui la
volontà di far nascere un Festival delle Arti , il LINEA 35
Festival e di rivolgerci a tutti coloro che, nel tessuto
cittadino e non solo, hanno voglia di confrontarsi con la forza
viva e contraddittoria di questo parco, della sua mole
monumentale, dei suoi complessi temi e luoghi interni, della sua
eredità storica e, fondamentalmente, della sua potenzialità
collettiva.
Hossein
Taheri
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