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Come si legge, però, nella
nota critica della curatrice, le ultime ricerche di
Werter Dallaglio, “pur disponendo di una bellezza
intrinseca, data dall’equilibrio di forme e colori, in
realtà documentano lo stato negativo in cui oggi versa
la natura, conservata come in un erbario, manipolata o
riprodotta artificialmente”.
Nelle sue opere rientrano
dunque l’elemento naturale, che l’artista fissa sul
supporto e rende eterno, ma anche l’elemento
artificiale, testimonianza di quella natura “ricreata” a
partire dalla fine degli anni ’60: dai “Tappeti natura”
di Gilardi al “Pratone” di Gufram, fino ai fiori di
plastica kitsch and cheap che ritroviamo nei
mercatini di mezzo mondo.
In occasione del
vernissage, previsto per sabato 8 gennaio alle ore
17.00, sarà visitabile l’anteprima della mostra, aperta
fino al 29 gennaio 2011, martedì, mercoledì, venerdì e
sabato con orario 17.00-19.30.
Werter Dallaglio nasce a
Castelnuovo Sotto (RE) e si diploma all’Istituto Statale
d’Arte Paolo Toschi di Parma. Dal 1971 vive a Piacenza
e, per oltre trent’anni, lavora come Art Director
in una grande agenzia pubblicitaria, prima di dedicarsi
esclusivamente alla pittura. Collabora, come
illustratore, con diverse testate, quali “La
Discussione”, “Il Popolo”, “Il Giorno”, “Libertà” e “Il
Tempo”. Vincitore del primo premio al “Concorso Biennale
di Arti Figurative della Cassa di Risparmio” (Piacenza,
anni ’80) e alla prima edizione di “Artemese - trenta
giorni per l’arte” (Roma, 2010), ha esposto le sue
ultime ricerche a Piacenza, Castell’Arquato, Milano,
Reggio Emilia, Brescia e Roma, nell’ambito di importanti
personali. |