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MOSTRA: DA SUD -
Napoli
1 Ottobre 2011 - 15
Gennaio 2012. Tutto
termina ed inizia sotto la pioggia. Quella che cadeva il 21 ottobre
1860, con Garibaldi vincitore e sconfitto che, un passo dietro a
Vittorio Emanuele, vive le acclamazioni della folla ma che già progetta
il ritiro a Caprera. Con la proclamazione dei risultati di quel
Plebiscito, "Da Sud. Le radici meridionali dell'unità nazionale" chiude
il suo percorso. Ad aprirlo sono invece le immagini, bellissime e solari
di Napoli e del Mezzogiorno, considerato il "Giardino d'Europa",
trasmesse dai pittori del Grand Tour.
In mezzo, sessanta anni di storia e cronaca, dagli ultimi bagliori
dell'Illuminismo alla Rivoluzione del 1799, dal Quarantotto ai Mille,
quattro generazioni di meridionali che si sono spesi per gli ideali di
libertà.
Attraverso i ripetuti fallimenti, le tragiche repressioni, le speranze
deluse, una profonda e radicata ansia di libertà ha trovato nell'idea
dell'Italia unita il suo progetto storico. Queste generazioni,
succedendosi, sono così diventate una delle principali radici di quel
grande processo che chiamiamo Risorgimento nazionale.
Lo sono diventate attraverso storie di vita generose, che ci parlano di
giovani che incontrano la morte con serenità, di adulti (talvolta di
vecchi) che affrontano il vagabondare dell'esilio senza ripensamenti, di
carceri che sono vere e proprie tombe di vivi, di sconfitte che valgono
più delle vittorie, tanto forte è la lezione morale che da esse può
ricavarsi |
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Partendo da
quel "Giardino d'Europa" che è l'immagine affascinante - ma
fuorviante - con la quale l'Europa guarda al Sud e giungendo
fino a quel giorno di pioggia che fa da sfondo al Plebiscito
unitario dell'ottobre 1860, la Mostra prova a raccontare queste
storie, e la storia più grande che ne è ovviamente, cornice,
utilizzando registri narrativi diversi, che ora toccano il mondo
più tradizionale della raffigurazione pittorica o della
documentazione storica, ora utilizzano soluzioni evocative e
strumenti comunicativi multimediali per trasmettere il
sentimento di che cosa significò essere meridionali e patrioti
nella prima metà dell'Ottocento.
La ragione e il sentimento che sono chiamate in causa dalle
sollecitazioni della Mostra appaiono tanto più necessari oggi
che in una Italia tentata da seduzioni separatiste e in un
Mezzogiorno attratto da nostalgie neoborboniche, scolorisce la
consapevolezza della forza morale e della concretezza storica
che ebbe il patriottismo meridionale. Esso non fu subalterno ai
disegni che maturarono altrove nell'Italia dell'Ottocento, né fu
soggetto supino di avventure e conquiste esterne ad esso. Il
Mezzogiorno volle l'Unità d'Italia e fu determinante nel
realizzarlo, e nel modo in cui esso si realizzò. Da Sud, dunque,
non si scrive né una storia minore né una storia di vinti, ma
una delle pagine più alte ed efficaci del Risorgimento
nazionale.
In seno alla mostra, una ricchissima sezione, intitolata "Dopo
l'Unità. L'attività dei Prefetti nel Mezzogiorno", attraverso
documenti della Prefettura e dell'Archivio di Stato di Napoli,
propone spunti di riflessione su quella che è stata la lunga e
spesso difficile attività dello Stato nella gestione del
Mezzogiorno, nei primi anni postunitari.
Informazioni:
mostra150@fondazionevalenzi.it
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