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PRESENTAZIONE VOLUME COLLEZIONE BORROMEO - Milano
Il 28 giugno del 2008, il percorso di
visita del Palazzo Borromeo all'Isola Bella veniva arricchito di un
affascinante gioiello: l'Ala cosiddetta del Generale Berthier, sino ad
allora preclusa al pubblico, spettacolare sequenza di ambienti dov'è
conservata la Collezione Borromeo, l'unica grande Quadreria di Famiglia
pervenuta integra in ambito lombardo.
Bona e Giberto Borromeo, già nel 2005, in previsione della riapertura al
pubblico dell'Ala Berthier e della Galleria dei Quadri, affidarono a
Mauro Natale e Alessandro Morandotti l'incarico di studiare questo loro
patrimonio d'arte.
Il frutto dei quasi sei anni di ricerche che i due studiosi hanno
condotto con la collaborazione anche di altri esperti, è ora condensato
in un ponderoso volume "Collezione Borromeo. La Galleria dei Quadri
dell'Isola Bella" edito da Silvana edizioni, volume che sarà presentato
il 22 giugno 2011, alle ore 17,30, alla Biblioteca Braidense di Milano.
Con gli Autori, intervengono Carlo Bertelli e Marco Bona Castelletti.
Modera Marco Carminati. |
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Ciascuna delle 103 opere
della Galleria dei Quadri vi è documentata fotograficamente ed è
accompagnata da una scheda nella quale si da conto, grazie anche
alle indagini nell'Archivio di Famiglia, delle vicende che hanno
portato ogni singola opera nella Collezione. Si evidenzia
inoltre la situazione pre e post gli interventi di restauro
condotti in concomitanza con il progetto di riapertura, oltre ad
una disanima critica di ogni dipinto. Si tratta certo di
un'opera fondamentale per chi voglia approfondire la storia
dell'arte lombarda e italiana.
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Nell'Ala Berthier del
Palazzo dei Principi all'Isola Bella si conservano
alcune testimonianze significative delle scelte
artistiche della famiglia Borromeo. La natura degli
ambienti, tra loro contigui, offre una varietà di colpi
di scena, tra le ricche collezioni di quadri e il fasto
dell'architettura d'interni.
Arrivati in testa allo scalone del piano nobile, ci si
addentra in due camerini fitti di dipinti significativi
(tra i quali due Vedute di Roma di Gaspard van
Wittel, un Ritorno del figliol prodigo di
Alessandro Turchi e Una Famiglia di poveri di
Giacomo Ceruti). Anche nello spazio ridotto di queste
stanze i dipinti sono sistemati sulle pareti a mosaico,
secondo un criterio decorativo comune alle dimore
aristocratiche di epoca barocca.
Da qui si accede alla "Galleria dei quadri", cuore
pulsante del collezionismo della famiglia Borromeo tra
la fine del Seicento e oggi.
La "Galleria" è una tipologia architettonica molto
diffusa in Europa tra il Cinquecento e il Seicento,
adatta alla civile conversazione ("Le Gallerie sono
luoghi di trattenersi le persone nobili, e ricche, e
passeggiare al coperto", scrive l'architetto Vincenzo
Scamozzi nella sua Idea dell'architettura edita a
Venezia nel 1615), ma soprattutto tradizionalmente
destinata alla raccolta di quadri, sculture e oggetti
d'arte. Conosciamo in molte parti d'Italia esempi
illustri di questi ambienti dalla pianta sviluppata in
senso longitudinale ma la Galleria Borromeo dell'Isola
Bella costituisce l'unica traccia superstite e intatta
dell'antica fortuna di simili ambienti nel territorio
dell'odierna Lombardia. |
Gli antichi inventari di casa ce la descrivono con nomi diversi.
Alla fine del Seicento viene indicata come "Galleria dei quadri
vecchi", perché vi si conservavano anche opere di maestri attivi
nel Cinquecento o nel primo Seicento, mentre sempre a cavallo
fra Seicento e Settecento viene anche definita "Galleria
dell'alcova", in virtù dell'originaria e insolita 'appendice'
architettonica: una alcova aperta sulla Galleria, ma da essa
separata attraverso il diaframma di una monumentale 'cornice' di
gusto barocco, segnata dalla presenza di due lesene di marmo
sormontate da una complessa 'armatura' decorativa in legno
scolpito, dipinto e dorato con al centro lo stemma della
famiglia. A partire dalla fine dell'Ottocento, la galleria dei
quadri venne anche detta "Galleria del generale Berthier" o
"Galleria Berthier", in ricordo del soggiorno all'Isola, al
seguito di Napoleone e della moglie Joséphine, del generale
francese Louis-Alexandre Berthier (1753-1815), il quale dormì
proprio nell'alcova della Galleria nell'agosto 1797.
Le pareti della Galleria accolgono circa 130 dipinti disposti ad
occupare, con studiato horror vacui, ogni minimo spazio
delle superficie muraria, letteralmente tappezzata da un mosaico
di quadri, secondo quanto era tipico nell'allestimento delle
quadrerie del Seicento e del Settecento. L'assetto odierno
documenta l'ultimo ordinamento della Galleria, databile ai primi
decenni del Novecento, ma gli studi in corso di Alessandro
Morandotti e Mauro Natale permetteranno di seguire nel tempo, a
partire dall'inaugurazione di quest'ambiente avvenuta poco prima
della morte di Vitaliano VI Borromeo (1690), gli ingressi e le
uscite di numerosi quadri, ancora oggi presenti in Galleria o
invece dispersi in altre zone del Palazzo, in ragione dei
cambiamenti di gusto dei vari membri della famiglia. Una guida
breve stampata in occasione della riapertura (Silvana
Editoriale) anticipa alcuni risultati di questa ricerca in
corso.
Il numero dei dipinti esposti rimase costante nel tempo, ma
l'originaria predominanza della pittura barocca dell'Italia
settentrionale, e in modo specifico lombarda, venne col tempo
modificata, soprattutto in seguito al cambiamento di gusto in
età neoclassica promosse di Giberto V Borromeo (1751-1837);
appartengono alla più antica fase tardo-barocca le ricche
cornici intagliate e dorate che punteggiano le pareti della
stanza, parte integrante del progetto decorativo della Galleria.
La Galleria include capolavori, opere d'arte di primo piano e ,
secondo una prassi ricorrente in altre collezioni nobiliari
dell'epoca, alcune copie da grandi maestri del passato che
documentano il successo duraturo degli artisti più illustri
(Raffaello, Correggio, Guido Reni)
La Galleria dei quadri dell'Isola Bella è fondamentale per
studiare la pittura lombarda del Rinascimento, dalle opere di
alcuni strenui difensori della tradizione artistica locale come
Ambrogio da Fossano, detto il Bergognone, e quelle della
compagine dei pittori leonardeschi. Tra i dipinti che possono
essere annoverati in questo ambito, si ricorderanno i due
Ritratti di Giovan Antonio Boltraffio, il più dotato seguace
milanese di Leonardo, o le seducenti eroine di Giampietrino,
Didone e Sofonisba, degne di essere esposte
idealmente, per il suadente accostamento alla maniera
internazionale, tra le opere possedute dal re di Francia
Francesco I nel castello di Fontainebleau.
La pittura veneta del Cinquecento è documentata dall'opera da un
di allievo di Tiziano, il trevigiano Paris Bordon (1500-1571),
attivo nella Milano di Carlo V (dove è documentato tra il 1548 e
il 1551). Bordon venne apprezzato dai collezionisti locali anche
dopo la morte, come è documentato tra l'altro dalle vicende
della raccolta Borromeo, nella quale diversi erano i dipinti
assegnati al pittore fin dall'inaugurazione del cantiere
dell'Isola Bella alla fine del Seicento. In Galleria, tra le
numerose opere che gli sono tradizionalmente attribuite, si
riscontra la qualità di originale nella Sacra Famiglia con
Santa Elisabetta, San Zaccaria e San Giovannino, un'opera di
squillanti colori (tra aranci, rossi e viola) ammirata anche da
Bernard Berenson in una sua breve visita all'Isola nel 1904.
Dominano le pareti lunghe della Galleria due tele colossali di
Camillo Procaccino provenienti da chiese milanesi; sono
attorniate da altre opere dei maestri del Seicento lombardo come
Giulio Cesare Procaccini, Daniele Crespi, Giovanni Battista
Discepoli (lo Zoppo di Lugano), Carlo Francesco Nuvolone o di
autori riscoperti anche grazie alla riapertura della Galleria,
quale si deve considerare Carlo Cornara (1608-1676), l'autore
del Mosé che calpesta la corona del faraone (superstite e
coloratissimo capolavoro del barocco lombardo fin dall'origine
nella Galleria), ci introducono idealmente alla cosiddetta Sala
del trono, una delle sale più spettacolari di tutto il Palazzo,
vero e proprio museo dell'arte barocca lombarda.
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