MOSTRA MOBILI - Milano
IL DRAGO, LA TIGRE
E LA MORTE
SIMBOLI E MISTERI
DELL'ARTE HIMALAYANA
DAL 4 MARZO AL 29
MAGGIO 2011
Inaugurazione 4
MARZO ore 18.00 - 22.30 ingresso libero
CENTRO TIAN QI
via Bastia, 5 (zona Ripamonti) Milano
centro.tianqi@gmail.com
La tigre, con il suo
ruggito possente ed il suo sguardo magnetico, ha da sempre affascinato
l'immaginario collettivo. In Oriente il suo elegante vello a bande
gialle era considerato simbolo di forza e in antichità era sovente usato
come ornamento da reggenti e sovrani, o indossato dai guerrieri in
battaglia. Oggi quasi scomparsa, ma un tempo la tigre prosperava sugli
altopiani del Tibet ed era temuta e rispettata dalla popolazione, che la
riteneva un animale magico e dai grandi poteri curativi. Oltre ad essere
elevata a simbolo di forza interiore e saggezza, essa è uno dei dodici
segni del calendario tibetano.
Il drago è invece un animale mitologico le cui origini si perdono nella
notte dei tempi. |
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Si sviluppa
parallelamente all'interno delle cornici culturali di
popolazioni molto lontane tra di loro e apparentemente
scollegate, ma mentre in Occidente la sua figura era considerata
temibile e malvagia, in Oriente era vista come una creatura
benevola e portatrice di ricchezza e fortuna. Altresì la morte,
temuta e rispettata da molte culture, ha assunto nel tempo una
tale quantità di significati simbolici da risultare ormai
ermetica ad una qualsiasi interpretazione analitica del simbolo
in sé, non smettendo per di incutere timore. Mentre l'
iconografia occidentale rappresenta la morte come un sinistro
mietitore, per la cultura orientale, in particolare per quella
buddista, essa costituisce un momento di passaggio, una fase
transitoria verso una nuova vita.
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Con la
mostra Il Drago, la Tigre e la Morte - simboli e misteri
dell'Arte Himalayana il Museo d'Arte orientale Obrietan
intende aprire al visitatore uno spaccato sulla vita
quotidiana dell' antica civiltà tibetana prendendo in
esame in particolare lo stretto rapporto tra la
spiritualità e la vita di tutti i giorni. Questo
rapporto secolare ben si estrinseca sugli oggetti che i
Tibetani usano nella loro quotidianità: mobili, elementi
di arredo e utensili cerimoniali esprimono egregiamente
la stretta relazione che lega la vita di quel popolo
alla venerazione del Buddha. Relazione che si evidenzia
in ogni gesto quotidiano, anche il più banale.
Tradizionalmente il Tibet viene visto come una terra
remota e isolata dal resto del mondo. La letteratura e
la cinematografia recenti ci hanno abituati a pensare a
quel Paese come un luogo inaccessibile e severo, ma l'
output artistico e culturale della tradizione tibetana
ci racconta una storia completamente diversa. Il popolo
tibetano si è costruito nei secoli una fortissima
identità, che tuttavia si è lasciata permeare dalle
influenze culturali delle aree limitrofe, in particolare
dall'India, dalla Cina e dall' Asia centrale. A causa
della loro natura semi-nomade, i popoli Himalayani hanno
sempre avuto un rapporto particolare con i mobili. I
periodici spostamenti costringevano ad una rigida
selezione sulla quantità e qualità degli oggetti che
ogni singola famiglia o tribù poteva portare con sé.
Questo fece sì che i pochi arredi disponibili dovessero
assolvere a molteplici usi: non solo funzionali ma anche
rituali e spirituali. I Tibetani realizzavano i mobili
per le loro tende o per i monasteri e li decoravano con
simboli religiosi; per questo motivo il mobile tibetano
è considerato anche oggetto di culto ed opera d'arte.
Gli uomini che costruirono ed utilizzarono gli esemplari
esposti in questa mostra erano persone colte e
cosmopolite, e il loro gusto artistico era permeato
dalla cultura del buddismo tantrico tibetano, ma anche
dalle vicine tradizioni artistiche di India e Cina. |
L'eco di questi contatti con le tradizioni artistiche dei paesi
limitrofi è ben rappresentato dai tre simboli che rappresentano
il comune denominatore di questa esposizione. Dall'antico
tantrismo indiano attraverso l'Himalaya fino alla Cina i tre
simboli si presentano ripetutamente nel corso dei millenni
incutendo nel fedele buddista timore, rispetto e ammirazione. La
mostra Il Drago, la Tigre e la Morte costituisce il quinto
appuntamento di un ciclo di esposizioni intitolato Simboli e
misteri dell' Arte Himalayana, ideato con l'intento di aprire
uno spaccato sulla storia dell'arte antica e sulla cultura del
Tibet. L'idea della mostra nasce in collaborazione con il Centro
Tian Qi di Milano, dove sarà allestita l'esposizione.
Durante
l'inaugurazione della mostra, che si terrà venerdì 4 marzo 2011
alle ore 18, alcuni monaci buddisti tibetani provenienti dal
monastero Shartse Norling, in India, realizzeranno un Mandala
Yamantaka.
Il Mandala è un dipinto sacro costruito su una
base piana con fini sabbie colorate. Le figure geometriche che
lo costituiscono simboleggiano la creazione e l’evoluzione del
cosmo, mentre l’atto della sua costruzione rappresenta il
concetto buddista del non attaccamento alle cose materiali.
Infatti subito dopo aver terminato il dipinto i monaci
celebreranno il rito della “dispersione” durante il quale il
Mandala sarà distrutto e le sabbie saranno donate ai visitatori
presenti, come amuleto di protezione contro le negatività."
Il Centro TIAN
QI, Scuola di Ricerca sulle energie sottili, guidato da Giuliana
Viel, è uno spazio nuovo che si apre alla città, con l'obiettivo
di creare a Milano un punto di interesse nella sfera della
ricerca, della spiritualità e delle discipline orientali.
Esperienze e ricerche che possono essere tracciate e
attraversate per mezzo del corpo, della mente e delle emozioni.
Un luogo inteso come spazio esterno al vivere e all'esistere,
che permetta alla vita di compiersi in tutte le sue molteplici
manifestazioni e possibilità.
CentroTian Qi via
Bastia, 5 (zona Ripamonti) Milano
Come raggiungerci: Metropolitana Duomo + tram 24
Circonvallazione 90-91
Orari: da lunedì a venerdì h. 15,30 - 19,00 sabato e domenica
h. 16,00-20,00
12 - 17 aprile h. 10,00 -
19,00
chiuso 24-25 aprile - 1 maggio
Si riceve anche su appuntamento:
centro.tianqi@gmail.com
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