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MOSTRA FERNANDA PIVANO
- Milano
dal
6 aprile al 18 luglio 2011
Milano, Galleria Gruppo Credito Valtellinese - Refettorio delle Stelline
"Vorrei aver scritto tre righe che la gente si ricordi", ha detto in
un'intervista del 2001 Fernanda Pivano, giornalista, saggista e
traduttrice molto ammirata e amata. A dire della capacità di autocritica
e di autoironia di una grande, complessa donna, tra le vere protagoniste
del Novecento, per sessant'anni ponte culturale tra Italia e Stati
Uniti.
Dal 6 aprile al 18 luglio, giorno del suo compleanno, la Galleria Gruppo
Credito Valtellinese nel Refettorio delle Stelline, Milano ricorda la
scrittrice con la grande mostra "Fernanda Pivano. Viaggi, cose, persone"
ideata da Michele Concina. A curarla è Ida Castiglioni con Francesca
Carabelli e la consulenza di Enrico Rotelli, già assistente di Fernanda
Pivano e curatore dei "Diari" da lei pubblicati per Bompiani.
E di righe la Pivano ne ha scritte e tradotte molte e altre doveva
scriverne quando, il 18 agosto 2009, se n'è andata a 92 anni negli spazi
profumati dell'eternità, come lei stessa diceva.
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Sono le righe
che, dalla sua scrivania "così coperta di carte da non lasciarle
spazio per appoggiare le braccia" Fernanda ha riverberato su
generazioni di italiani facendo a sua volta scoprire quelle di
Ernest Hemingway, Sherwood Anderson, Francis Scott Fitzgerald,
William Faulkner, Gertrude Stein e, ancora, Allen Ginsberg, Jack
Kerouac, Gregory Corso, William Burroughs. Una carriera
letteraria iniziata nel 1943 quando per Einaudi pubblica la
prima traduzione italiana di
Spoon River
sotto la guida di Cesare Pavese e quella di Addio alle armi,
libro all'epoca proibito dal Regime per il quale finì in
carcere. Ma appena riuscì ad ottenere il visto, Fernanda andò in
America per conoscere di persona quei grandi autori che le
avevano fatto crescere la passione per la libertà; gli stessi
autori che lei stessa ha contribuito a rendere "classici" come
negli anni ha fatto anche con Henry Miller e Charles Bukowsky,
Erica Jong, Jay McInerney e Breat Easton Ellis, tutti "adottati"
da lei.
È stato durante questi viaggi che ha incontrato e conosciuto
cantautori americani come Bob Dylan, Patti Smith e Lou Reed. Ma
è soprattutto l'incontro con Fabrizio De André a farle dire "i
cantautori sono i poeti di oggi". Una percezione che le ha fatto
venire voglia di conoscere di persona, lei, diplomata al decimo
anno di pianoforte al Conservatorio, i cantautori italiani più
amati dai giovani come Vasco Rossi, Jovanotti, Morgan, Vinicio
Capossela e Luciano Ligabue che riconosce Fernanda come la "veicolatrice
di una cultura di cui abbiamo avuto un disperato bisogno",
cruciale per più generazioni di italiani.
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Di
tutto questo dà conto la grande mostra alla Galleria
Gruppo Credito Valtellinese - Refettorio delle Stelline
attraverso documenti originali (in parte inediti),
immagini fotografiche, dattiloscritti e testi autografi
di grandi scrittori.
Emozionano le poesie, le lettere e i disegni dedicati a
lei dai mostri sacri del Novecento, come le fotografie
curate da Guido Harari. In mostra anche alcuni articoli
particolarmente significativi, come "Grazie, Fernanda"
di Jay McInerney apparso nel 1995 sul "New Yorker".
Nella lunga serie di viaggi in giro per il mondo, dal
Nord Europa agli Stati Uniti d'America, dal Giappone ai
mari del Sud, dal Nord Africa a Cuba, Fernanda Pivano ha
raccolto anche migliaia di gioielli etnici, alcuni dei
quali sono stati per gli artisti contemporanei la base
di una ricerca su forma e materiale. Nella mostra se ne
potrà ammirare una selezione (pezzi significativi per
l'attualità del loro disegno e per l'accostamento dei
materiali) oltre a quelli disegnati per lei da Ettore
Sottsass e da Arnaldo Pomodoro, autore anche della targa
del prestigioso Premio Fernanda Pivano. I gioielli di
Pomodoro verranno affiancati dai progetti che hanno
condotto alla loro realizzazione e verrà esposta una
serie di gioielli "poveri" degli anni '50 e '60 - alcuni
disegnati da Paco Rabanne e acquistati da Fernanda
Pivano in gran parte a Parigi - realizzati in plastica,
in diverse varianti di colore e forma che ripropongono
l'entusiasmo di un'epoca per il nuovo materiale. A
fianco di questi, saranno esposti gioielli in metalli
non preziosi e pietre dure, opera di artisti e
laboratori italiani e in particolare milanesi.
Bigiotteria in cui si esprime la ricerca formale degli
anni '60 e '70, che Fernanda Pivano ha molto amato e
indossato. A testimonianza di come la Pivano sia stata
donna curiosa e appassionata alle più diverse forme
artistiche. |
Insieme ai
gioielli, le testimonianze del sodalizio con Ettore Sottsass
vivono soprattutto attraverso le riviste create a quattro mani,
Room 128 e Pianeta Fresco, e del volume C'era una volta un beat,
mitici esempi del design d'autore e oggi vere opere d'arte
realizzate con la collaborazione dei più grandi poeti e
scrittori della beat generation: Allen Ginsberg, Gregory Corso e
Jack Kerouac.
L'allestimento, firmato da Leo Guerra, si compone di un lungo
piano orizzontale, di circa 50 metri, che attraversando
longitudinalmente la galleria allineerà su di sé i "reperti", le
testimonianze, i souvenir di viaggio, i gioielli etnici e pop
della collezione di Fernanda Pivano, in una composizione ricca
di intersezioni con fotografie e documenti d'archivio, layout di
riviste underground, pezzi di "instant design" a lei dedicati
dagli amici artisti. Alle pareti scorreranno invece le foto di
una vita, riprodotte in dimensione ambientale, alternate alle
opere realizzate a quattro mani con Marco Nereo Rotelli. Nello
spazio video, il cortometraggio Pivano blues di Teresa Marchesi,
giornalista e regista che sta realizzando un film documentario
su Fernanda Pivano in predicato per la prossima edizione della
Mostra del Cinema di Venezia, e le scene di A farewell to beat
di Luca Facchini fanno rivivere Fernanda Pivano e i suoi
leggendari incontri con gli scrittori americani.
FERNANDA PIVANO. Viaggi, cose, persone. Milano, Galleria
Gruppo Credito Valtellinese - Refettorio delle Stelline (Corso
Magenta 59) dal 6 aprile al 18 luglio 2011.
Mostra prodotta ed organizzata dalla Fondazione Gruppo Credito
Valtellinese, ideata da Michele Concina e curata da Ida
Castiglioni con Francesca Carabelli e con la consulenza
di Enrico Rotelli.
Orari: da martedì a domenica dalle 11.00 alle 19.30
Prenotazioni ed informazioni: +39 0243.353.522
www.civita.it
Informazioni al pubblico:
Galleria Gruppo Credito Valtellinese, tel. +39 0248.008.015
www.creval.it
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