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MOSTRA: GIANCARLO
OSSOLA - Lugano
GIANCARLO OSSOLA
Interni del secolo
breve
TELE, TEMPERE SU
CARTA, DISEGNI 1962-2010
sino 20 dicembre 2011
vernice
sabato 12 novembre ore 17, 30
Giancarlo Ossola
(Milano, 1935)
è alle sue origini artistiche un giovane di talento che con originalità
e certa immaginifica visione - tra paesaggio di natura e artificio
urbano si inscrive nella corrente neoinformale degli anni
Sessanta. Si riscatta in itinere dall’imprinting dei maestri
dell’ultimo naturalismo lombardo, guardando, nella sua città,
all’avventura figurativa in solitario di Franco Francese e
all’esperienza del ‘realismo esistenziale’ - in particolare Vaglieri e
Guerreschi - e, in Europa, ai grandi figurativi critici: Bacon,
Giacometti, Freud.
Ciò che decide del
destino artistico di Ossola e della sua generazione è il definitivo
esilio degli oggetti dalla loro origine di materia e di manufazione
come atto, sia pure via via ridotto, di creazione. |
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Nell’esilio
dell’oggetto, nella sua fluttuazione sradicata, è la fine del
residuo senso, della residua creatività e storia del lavoro
umano. E dei luoghi del lavoro. Così il lavoro umano
giunge al grado zero di estraniazione e alienazione. La pop
art - habitat degli oggetti di serie e di consumo - propone
un universo oggettuale svincolato da qualsiasi origine e una
quotidianità ‘liberata’ dalle stratificazioni della memoria,
dalla Storia. Il secolo breve finisce sancendo l’assenza di
senso del lavoro (manuale, intellettuale) e l’inutilità della
memoria (fine della Storia).
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Ossola
aggredisce questa condizione generale, attento piuttosto
alla predicazione classista e terzomondista degli
artisti e degli oggetti dell’arte povera
(antagonista della pop art) e orienta la sua pittura non
solo a rappresentare l’enigma dell’esilio degli oggetti,
ma il vuoto dei luoghi della manufazione, la
rovina del lavoro e dei luoghi del lavoro. Gli spazi
desolati, in cui la presenza umana è cancellata, che il
secolo nel suo declino ci consegna. Le grandi cascine
svuotate di una civiltà contadina estinta - gigantesche
architetture prive di senso, oggetti mostruosi - le
grandi fabbriche svuotate della fine della civiltà
industriale e della crisi, geometrie urbane senza
funzione. Grande artista del nostro tempo, egli riscatta
e intercetta - in questi vuoti e ambiti desolati - voci
e tracce dell’umanità collettiva che vi ha transitato.
Migrazioni, un’epica. Spazi del lavoro, ma anche della
contenzione, della costrizione (le carceri del ‘Lissandrino’,
l’amato Magnasco ne sono un dichiarato antefatto).
Remoti, eco di presenze e di umane catastrofi nel secolo
delle grandi guerre e dei lager, transiti e porte
carraie per una realtà altra da noi, oltre noi.
Le sue tele fremono di presenze appena estinte, di
tracce di materia e del lavoro dell’uomo, di resti e
residui, di fantasmi. Interni che ne sono colmi. Vuoti
che lo raccontano. Spazi che ci appartengono,
restituiscono un senso, un racconto, figurano la Storia
del secolo breve da cui veniamo, fanno da prefazione -
da porta - al millennio della Krisis verso cui
andiamo.
Giancarlo Ossola
Interni del secolo
breve,
a cura di Piero Del Giudice
GALLERIA D’ARTE LA COLOMBA
via al Lido, 9 - CH LUGANO tel.
+41 91 972 21 81 orari: da martedì a sabato 14.00 -
18.30 domenica e giorni festivi 14.30 - 18.00 |
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