Anche nel 2011,
per valorizzare questo splendido evento, si terrà una grande kermesse,
come già avveniva al tempo dei reali, quando tutta la storica dimora si
animava e si riuniva a festeggiare nel vasto parco. Oggi, negli spazi
ariosi del percorso, si respira ancora quella magica atmosfera che
richiama gli antichi fasti di inizio Ottocento, quando a corte si
susseguivano solenni ricevimenti di illustri personaggi del tempo.
In questa
affascinante cornice, si festeggia dunque l’inizio della primavera con
romantiche passeggiate tra le fioriture spontanee, accompagnate da
mostre d’arte orafa, di ceramiche e di oggettistica d’autore dei primi
Novecento, spettacoli all’aperto per bambini, sfilate di figuranti in
costume, concerto di ottoni, visite guidate alle sale del castello
arricchite dalle eleganti sedie stile impero. Ai visitatori sarà offerta
la possibilità di pranzare nel parco assaggiando le specialità tipiche
preparate dalle Pro Loco del territorio, mentre verranno donati alle
signore omaggi floreali e a quanti lo desiderano bevande calde e dolci
assaggi. L’evento verrà ricordato con emissione di annullo filatelico.
Ma una storia ben
più antica accompagna il misterioso bulbo che, originario del lontano
Oriente, seguendo le orde turche che lo consideravano un portafortuna e
lo chiamarono appunto tulban o turban, forse perché i suoi
petali ricordano le pieghe del loro caratteristico copricapo, conquistò
a poco a poco l’intero Occidente, insediandosi specialmente in Olanda.
Si racconta, infatti, che uno dei maggiori botanici del tempo, Charles
d’Ecluse (Clusius), a partire dal 1560 cominciò a far propagare i
luminosi fiori sbocciati ad Anversa nell’orto di un mercante, suo vicino
di casa, che li aveva ricevuti in regalo da Istanbul insieme a stoffe da
lui ordinate. Poiché ‘davano piacere agli occhi con la loro deliziosa
varietà’, egli ne mandò vari esemplari ai giardinieri reali, perché li
piantassero nei magnifici parterres delle maggiori corti in Europa.
L’accresciuta popolarità dei tulipani fece sì che se ne diffondessero
anche alcuni ibridi, tra cui appunto il Tulipa oculus solis, che
ha trovato il suo habitat ideale nel vasto parco storico di Govone,
diffondendosi spontaneamente: lo scenario della fioritura si prepara a
fine marzo ed è in crescendo per una decina di giorni. La moltitudine
rosseggiante rallegra il passeggio per i vialetti digradanti del parco,
per stemperarsi nell’azzurro delle pervinche e nel blu dei muscari,
regalando ai visitatori un’insuperabile tavolozza di colori, vera
meraviglia della natura.
Il Comitato Castelli Langhe e Roero
Dodici “gioielli
artistici” riuniti in un unico sodalizio che vuole dare ulteriore lustro
a uno degli angoli più affascinanti del Piemonte. È nato con questo
obiettivo il “Comitato per la valorizzazione dei Castelli delle
Langhe e del Roero”. Al turista viene presentato un unico percorso
di grande valore storico e culturale, che lo conduce alla scoperta di
grandi testimonianze del passato. A pochi chilometri da Alba, la
“regina” della gastronomia locale, è possibile raggiungere i manieri di
Barolo, Benevello, Govone, Grinzane Cavour, Magliano Alfieri, Mango,
Monesiglio, Monticello d’Alba, Pralormo, Prunetto, Roddi, Saliceto.
Il Castello Reale
di Govone
Posto sul confine tra il Roero e il
Monferrato, Govone domina dalla sommità della collina l'ampia valle del
Tanaro. Simbolo e vanto del paese è il castello, che l'Unesco ha
dichiarato bene dell'umanità dall’anno 2007. La grandiosa costruzione fu
voluta dai Conti Solaro, Signori di Govone che commissionarono i lavori
all'architetto Benedetto Alfieri, discepolo di Filippo Juvarra, il quale
operò in base all'elegante progetto barocco che Guarino Guarini aveva
dedicato ad Ottavio Francesco Solaro. Tra i successivi proprietari
dell'edificio troviamo nel 1819 Carlo Felice che si occupò attivamente
del restauro e dell’ammodernamento del castello. Quattro sale conservano
le pareti rivestite da raffinate tappezzerie cinesi.
Terminati i
lavori, Carlo Felice stabilì per circa 15 anni la sua residenza estiva a
Govone svolgendovi le funzioni regali con il ricevimento di Sovrani,
Capi di Stato e personaggi illustri. Nel 1831 con la morte di Carlo
Felice, avvenuta senza discendenti, i diritti di successione passarono a
Carlo Alberto del ramo collaterale di Savoia-Carignano mentre i beni di
Govone, alla morte della vedova Maria Cristina nel 1849, a Ferdinando
duca di Genova, che fece costruire la torretta belvedere sul tetto. Nel
1870 il castello e i terreni furono venduti a privati e nel 1897
l’Amministrazione Comunale di Govone acquistò il castello mettendo
all’asta parte dell’arredo in esso contenuto. L'edificio, al quale
vengono fatti continui lavori di restauro, sta così riacquistando il suo
decoro, nella splendida cornice del vasto parco.
Di notevole pregio artistico è la
Chiesa dello Spirito Santo (1767) che con l'arrivo dei Savoia a Govone,
divenne cappella reale e fu collegata al Castello con una galleria. La
volta fu decorata da Giuseppe Morgari con la collaborazione del Pagani e
del Piazza. Percorrendo la stretta viuzza intorno alle mura del castello
si può vedere la casa in cui abitò Jan Jacques Russeau durante la sua
permanenza a Govone.
Il Castello Reale
di Govone compare oggi tra le residenze sabaude piemontesi che l'UNESCO
(Organizzazione delle Nazioni Unite per l' educazione, la scienza e la
cultura) ha inserito nella lista del patrimonio artistico mondiale
(World Heritage) con deliberazione del dicembre 1997.
Il prezioso monumento, ora museo di se stesso quale testimonianza della
vita di corte piemontese di inizio Ottocento, fu una delle residenze
estive preferite da Carlo Felice di Savoia.
“Tulipani a Corte”, domenica 27 marzo
ore 10/18, visita al giardino e al parco gratuita, tour guidato nelle
sale del castello 3 euro (gratis per i bambini fino a 14 anni). Per
info: Ufficio Turistico del Comune di Govone, tel. 0173.58.103
(lunedì, martedì, mercoledì e
venerdì ore 9.30/12.30, giovedì ore 15/17, sabato ore 9.30/12); sito
Internet: www.castellilangheroero.it. Per informazioni sul maniero:
Comitato “Castelli Doc” Langhe e Roero, tel. 0173.36.40.30, e-mail:
info@castellilangheroero.it
INFORMAZIONI PER LA STAMPA
(recapiti da non pubblicare sui giornali): Giorgio Cannì, cell.
335.61.72.773, e-mail:
giorgio.canni@libero.it