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MOSTRA GIACOMETTI -
Gallarate (VA)
Gallarate, Museo MAGA
6 marzo - 5 giugno 2011
Sculture, dipinti, disegni. Tutti
appartenenti ad una medesima collezione, mai esposta in Europa nella sua
completezza da quando ha lasciato lo studio parigino di Alberto
Giacometti, una delle icone del Novecento.
Il MAGA di Gallarate ospita la collezione dal 5 marzo al 5 giugno, in
una mostra promossa dalla Fondazione Galleria d'Arte Moderna e
Contemporanea Silvio Zanella, presieduta da Angelo Crespi, con la
direzione di Emma Zanella.
La mostra è curata da Michael Peppiatt, autore di "In Giacometti's
Studio"- libro nel quale documenta la ricognizione da lui compiuta
nell'archivio prima inesplorato di uno dei rami della famiglia,
ricognizione che è alla base anche di questa preziosa rassegna- con il
coordinamento generale di Cinzia Chiari. Gli allestimenti della mostra
sono affidati a Maurizio Sabatini lo scenografo che lavora con Giuseppe
Tornatore.
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Gli eredi di Giacometti hanno accordato a Michael
Peppiatt il permesso di esaminare la loro collezione, pubblicare
a lavori ultimati un nuovo libro, e procedere alla catalogazione
delle opere. "E' un materiale - afferma Peppiatt - che getta
nuova luce sul modo di lavorare di Giacometti, «afflitto» da una
specie di compulsione al bozzetto. Tanto da schizzare sulla
prima pagina di France Soir dei nudi di Christine Keeler, la
showgirl che fece tremare l'establishment britannico degli anni
Sessanta quando venne riconosciuta come l'amante del Tory John
Profumo. Il quotidiano, datato 1963, portava in prima pagina un
articolo sul piccante affair. Corrispondenza che, evidentemente,
ispirò l'artista svizzero solleticando il suo bisogno di
disegnare. «C'è un qualcosa di intimo in questi lavori», ha
detto all'Observer Peppiatt. «Mi hanno permesso di spaziare fa
300 disegni, ed ero commosso. Sentivo quasi la presenza di
Giacometti, come se i suoi schizzi stessero cadendo direttamente
dalle sue mani.
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Ha scarabocchiato ovunque:
sulle pagine dei libri, su pezzi di carta presi nei
caffè». Un altro esempio di questi sketch improvvisi si
trova su una pagina strappata da L'Express in cui
l'artista pasticciò la fotografia di Lee Harvey Oswald,
l'assassino del presidente John Kennedy. Di fianco, poi,
Giacometti scrisse ripetutamente la parola italiana
«continuare», oltre che un appunto di lavoro: «i busti
sono stati fatti velocemente, e un dipinto questa sera,
i disegni presto». «Gli sketch - spiega ancora Peppiatt
- erano per lui una forma di pensiero istintivo.
Non stava mai senza una matita in mano o una sigaretta
in bocca».
Ma la mostra al MAGA non si limita a documentare questo
aspetto dell'attività di Giacometti.
Il percorso mostra propone complessivamente 95 opere: 49
sculture che comprendono anche due opere Grande Femme
del 1959-60 e Figura del 1956 provenienti dalla GNAM di
Roma ed una importante selezione di dipinti che
comprende Deux Tetes (1960) e Portrait du professeur
Corbetta (1961) provenienti da collezione privata.
Le sculture ritraggono membri della
famiglia Giacometti: il padre, la madre, la sorella
Ottlilia e il fratello Diego. Un secondo gruppo propone
invece un campione rappresentativo dei lavori figurativi
del dopoguerra di Giacometti: figure intere sia maschili
che femminili, un "Homme qui marche", alcune di teste di
"Lotar", una "Femme de Venise" e diversi busti della
moglie Annette.
La collezione di disegni è molto vasta e comprende tanto
ritratti a figura intera quanto copie di lavori da opere
classiche, insieme agli schizzi sui più diversi
supporti. |
Benché le opere scelte siano focalizzate sul periodo della
maturità artistica di Giacometti, sono molti gli aspetti della
mostra che puntano verso un Giacometti intimo, com'è lecito
attendersi da una collezione di proprietà della stessa famiglia
Giacometti.
Un'ampia sezione documentaristica, anch'essa ricca di materiali
sino ad oggi inediti, completa la mostra. Vi sono presentate
immagini fotografiche che ritraggono l'artista al lavoro e che
raccontano delle sue frequentazioni, insieme a lettere e ad
altri documenti, per far rivivere una personalità artistica
d'eccezione.
Electa per l'occasione pubblica il catalogo della mostra e un
volume biografico, entrambi a cura di Michael Peppiatt.
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