MOSTRA GLI ANNI FOLLI
- Ferrara
Gli
anni folli
narra la Parigi di Modigliani, Picasso e Dalí, quando la città era
capitale mondiale dell'arte, dalla fine della Grande Guerra ai primi
anni Trenta.
Monet, Matisse, Mondrian, Picasso, Braque, Modigliani, Chagall, Duchamp,
De Chirico, Miró, Magritte e Dalí furono i principali protagonisti di un
periodo di eccezionale vitalità artistica. Anni che furono definiti
"folli", in una capitale in pieno fermento, dal clima cosmopolita, dove
teatri, i caffè, il jazz, le gallerie attraevano da ogni parte del mondo
musicisti, scrittori, coreografi, cineasti e artisti in cerca di fortuna
e celebrità. Nella Ville lumière, novella mecca dell'arte, si respirava
l'aria di una nuova era, contrassegnata da un senso di libertà e da un
clima di rinascita che fa di Parigi il laboratorio internazionale della
creatività, prima che l'ascesa del Terzo Reich in Germania cambiasse in
maniera irreversibile il clima europeo.
Sollecitati dal fermento di quel crocevia internazionale, i più grandi
artisti del tempo rimettono in gioco le loro ricerche, con una
straordinaria energia creativa. |
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Ne deriva uno stupefacente
caleidoscopio di stili nel quale, in sintonia con i sentimenti
del dopoguerra oscillanti tra incertezza ed euforia, convivevano
la necessità di conquistare una nuova armonia per allontanare il
ricordo del conflitto e la volontà di rompere con il passato per
ripartire da zero e dar vita a un'arte completamente inedita.
Tutto questo è raccontato in Gli anni folli, a Palazzo dei
Diamanti, dall'11 settembre 2011 all'8 gennaio 2012, nella
mostra organizzata da Ferrara Arte e curata da Simonetta
Fraquelli, Maria Luisa Pacelli e Susan Davidson che qui hanno
riunito dipinti, ma anche sculture, costumi teatrali,
fotografie, ready made, disegni, dai più importanti musei e
collezioni private del mondo.
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La mostra prende le mosse
dalle opere di due maestri impressionisti ancora attivi
ed influenti nel primo dopoguerra. Se la monumentale
Fonte di Renoir rivelò a Picasso e ai suoi colleghi la
forza di una rilettura moderna dell'arte classica e
rinascimentale, opere rivoluzionarie di Monet come il
Ponte giapponese scardinarono qualsiasi idea di
rappresentazione naturalistica e prospettica, giungendo
alle soglie dell'astrazione.
Ad incarnare il carattere cosmopolita e bohémien della
vita artistica parigina sono i ritratti e i nudi della
cosiddetta "Scuola di Parigi", una variegata
costellazione di giovani artisti stranieri - come
Modigliani, Chagall, Kisling, Foujita o Soutine -
accomunati da uno stile figurativo fortemente personale,
coerente con il sogno di libertà che li aveva attratti
nella capitale francese. Le forme piene e armoniose del
Nudo di Modigliani sono anche rivelatrici di
quell'aspirazione all'equilibrio cui daranno voce, in
modi diversi, molte delle tendenze attive a Parigi negli
anni Venti.
Capolavori come Mandolino, bicchiere, fruttiera e frutta
di Picasso e Il tavolino rotondo di Braque testimoniano
lo stile elegante e misurato sperimentato in questa fase
dai padri del cubismo. In quegli anni il genio
multiforme di Picasso si manifesta anche in altre
direzioni. Egli fu tra i pionieri, assieme a Derain, a
De Chirico e a Severini, di quel moderno classicismo che
si impose negli anni Venti attualizzando temi
tradizionali o tratti dalla commedia dell'arte: ne sono
espressione un'icona come la Maternità di Picasso, così
come i maestosi Nudo con gatto di Derain e Due figure
mitologiche di De Chirico, o ancora il raffinato
Pulcinella malinconico di Severini. |
A loro volta Matisse e Bonnard recuperano una vena naturalistica nelle
sensuali figure create al sud e in Normandia ma esposte a
Parigi, come i bellissimi Nudo disteso e Nudo su sfondo giallo.
Sempre a Parigi, dal 1919, l'olandese Piet Mondrian diede alla
luce le sue rivoluzionarie tele neoplastiche ispirate a un
principio di ordine universale, che rappresentavano un'ulteriore
risposta alle ansie e ai timori del periodo postbellico. A
rappresentare questa fase cruciale della sua ricerca saranno due
composizioni a griglie di colori puri, una del primo periodo
parigino e una dei pieni anni Venti.
Il teatro rappresentò un'importante frontiera per gli artisti,
che idearono costumi e scenografie per compagnie sperimentali
come i Balletti Russi e i Balletti Svedesi portando sulla scena
la genialità delle loro ricerche creative. Uno spettacolare
allestimento di costumi, bozzetti e riproduzioni di apparati
scenici di Matisse, Larionov, Léger e De Chirico restituisce la
suggestione di quelle "opere d'arte totale" nate dall'incontro
tra musica, coreografia e arti visive.
Con il dadaismo e il surrealismo irrompe sulla scena artistica
parigina l'esuberanza creativa e lo spirito radicale dei
movimenti d'avanguardia. Ironiche, provocatorie e iconoclaste,
le opere dei dadaisti prendono di mira le convenzioni morali e
culturali della società borghese. Ne sono esempi emblematici i
ready made di Duchamp, Air de Paris o Fresh Widow, e di Man Ray,
Cadeau, così come le macchine di Picabia quale L'Oeil-Caméra. In
seguito, la nascita del surrealismo riaccende un progetto
utopistico di portata universale: restituire al mondo un
significato nuovo, che possa aprire la strada alla liberazione
spirituale e materiale dell'umanità. La mostra si chiude con le
tele e le sculture di Ernst, Miró, Masson, Magritte, Tanguy,
Giacometti e Dalí, dense di immagini oniriche e perturbanti,
come finestre aperte sul meraviglioso che invitano ad abbattere
ogni inibizione e a risvegliare il desiderio e l'immaginazione.
Gli
anni folli. La Parigi di Modigliani, Picasso e Dalí. 1918-1933
Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 11 settembre 2011
- 8 gennaio 2012.
La mostra, a cura di Simonetta Fraquelli, Maria Luisa Pacelli e
Susan Davidson, è organizzata da Ferrara Arte. Catalogo edito da
Ferrara Arte.
Aperto tutti i giorni, feriali e festivi, lunedì incluso, dalle
9.00 alle 19.00
Aperto anche 1 novembre, 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio
Info
Call Center Ferrara Mostre e Musei, tel. 0532 244949
diamanti@comune.fe.it
www.palazzodiamanti.it
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