RINASCE IL SACRARIO -
Custoza (VR)
Il 24 giugno del 1879
il Duca d'Aosta inaugurava il grande monumento - ossario voluto per
accogliere i resti dei caduti del Risorgimento. Ad appoggiare la sua
realizzazione furono re Vittorio Emanuele II e l'imperatore Francesco
Giuseppe. Il 25 giugno 2011 l'Ossario di Custoza sarà nuovamente
inaugurato a conclusione degli interventi di restauro finanziati
nell'ambito delle celebrazioni per i 150 dell'Unità d'Italia.
Il 25 giugno sarà inaugurato l'Ossario di Custoza, a conclusione
dell'intervento di restauro finanziato nell'ambito del progetto "I
luoghi della memoria" ideato dal Consigliere Paolo Peluffo, Consulente
del Presidente del Consiglio dei Ministri per il 150° dell'Unità
d'Italia.
La cerimonia avviene all'indomani della ricorrenza della prima
inaugurazione del grande monumento, il 24 giugno del 1879, giusto
vent'anni dopo la battaglia di San Martino e Solferino.
L'intervento di restauro condotto dall'Unità Tecnica di Missione diretta
dal Dott. Giancarlo Bravi in collaborazione con la Soprintendenza per i
Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Verona, Rovigo e
Vicenza nella persona dell'Arch. Gianna Gaudini, era assolutamente
urgente. Il grande monumento, realizzato nelle due pietre locali
(calcare veronese o Pietra di Prun e in pietra calcarea o Pietra di
Custoza) mostrava problemi circa la conservazione dei calcari utilizzati
per la costruzione. |
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Le superfici dei due diversi tipi di pietra
stavano squamandosi e impoverendosi, attaccate dagli agenti
atmosferici ma soprattutto da estesissime colonie di
microvegetazione infestante e da organismi "litofagi", ovvero
che "si nutrono" delle pietre su cui si insediano. La presenza
di queste colonie era così estesa da non consentire, o quasi, di
ammirare il contrasto di colori dei materiali, ricoprendo il
tutto sotto una patina verdastra.
Il responsabile del procedimento, architetto Beatrice
Cuccioletta dell'Unità tecnica di Missione ed il direttore dei
lavori Arch. Pietro David, per la Soprintendenza, hanno diretto
l'intervento che ha riguardato l'intero edificio. La rimozione
della microflora, condotta in modo da non intaccare le pietre, è
stata seguita dalla pulitura ad impacco e dalla applicazione di
una sostanza biocida che dovrebbe allontanare nel tempo nuovi
insediamenti.
La pulitura e il consolidamento di tutte parti
dell'Ossario si sono accompagnate ad alcuni interventi di
"aggiornamento" tecnologico di ciò che era stato fatto negli
anni '70 per proteggere la cripta (dove sono conservati i resti
dei Caduti) dalle infiltrazioni d'acqua.
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L'Ossario di Custoza venne innalzato per
volontà del parroco don Gaetano Pivatelli che volle
raccogliere le spoglie dei soldati caduti nelle
battaglie del 1848 e del 1866 in un unico grande
mausoleo sacrario. Per questa sua impresa il sacerdote
si rivolse anche al re Vittorio Emanuele II e
all'imperatore d'Austria-Ungheria Francesco Giuseppe,
ottenendo il loro appoggio, dato che il monumento era
destinato ad raccogliere le ossa dei soldati di tutti
gli schieramenti. Infine interessò i giornali: il
quotidiano locale "L'Arena" iniziò una sottoscrizione.
L'8 agosto 1875 venne costituito un comitato promotore
presieduto da Giulio Camuzzoni e composto da Aleardo
Aleardi, Angelo Messedaglia e Giuseppe Salvatore Pianell.
La zona destinata all'edificazione fu la sommità del
monte del Belvedere di Custoza, un'area di 300 mq.
Tra il 1877 e il 1878 fu indetto ed espletato un
concorso di idee per la scelta del progetto da
realizzarsi, a cui parteciparono numerosi progettisti da
tutta Italia. La scelta finale premiò l'inventiva di
Giacomo Franco che aveva elaborato un progetto nel
quale, come scrive il Boito, ".lo stile lombardo del
medioevo è trattato senza pedanterie archeologiche, con
nobiltà di masse, con parsimonia di particolari, con
raro senso di armonia e con quella aperta schiettezza
lontana da ogni affettazione, la quale era in virtù
della sua arte.". Il monumento venne solennemente
inaugurato il 24 giugno 1879 alla presenza del Duca
d'Aosta, esattamente venti anni dopo la battaglia di
Solferino e San Martino. |
L'Ossario presenta quattro facciate uguali fra
loro realizzate ed è di fatto scomponibile in due parti: la base
è un tempio a pianta ottagonale, al cui interno passa la scala
che porta ad un corpo pure ottagonale, ma di minori dimensioni,
circondato da una balconata con balaustra di marmo, da cui è
possibile osservare il paesaggio circostante, individuando - con
l'aiuto dei segni direzionali incisi sul corrimano - le località
attorno a Custoza; il tutto è sormontato da un enorme obelisco a
pianta quadrata.
L'intera struttura poggia su un basamento ottagonale; quattro
gradinate in marmo sui lati maggiori danno accesso ai protiri,
ognuno dei quali è formato da due colonne in calcare veronese,
archivolto e frontone con cornice. I capitelli in marmo,
lavorati a motivi vegetali stilizzati sono opera di Salesio
Pegrassi. Sugli altri quattro lati corti del basamento si
aprono, al livello del terreno, finestre a bifora che servono
per illuminare la cripta sottostante, in cui sono conservate le
ossa dei caduti.
Sopra i pronao si imposta il corpo quadrato della struttura
interrotto a mezza altezza dalla balaustra e da una cornice
"marcapiano" sorrette da mensole con volute e gole. Le quattro
pareti sulla balconata sono sormontate da un timpano modanato.
Da questo livello parte il vero e proprio "obelisco", alto 17
metri, che si restringe fino al culmine sormontato da una
copertura a piramide.
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