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I pupari
siciliani, oltre che naturalmente alla “vulgata” dei
Vangeli canonici, si rifacevano al dramma sacro di
Filippo Orioles intitolato Il riscatto di Adamo nella
morte di Gesù Cristo, probabilmente stampato la prima
volta intorno al 1750 e più comunemente noto come
Mortorio di Cristo. Venivano altresì accolti molti
episodi di tradizione popolare risalenti ai vangeli
apocrifi.
L’allestimento
scenico dei fratelli Napoli recupera questo toccante
momento dello spettacolo tradizionale e intende
restituire al pubblico contemporaneo l’atmosfera rituale
che si creava nei teatri di quartiere in occasione di
quella Sacra Rappresentazione.
Lo spettacolo
prende le mosse dall’ingresso di Gesù in Gerusalemme e
ripercorre le tappe fondamentali della Passione:
l’Ultima Cena, l’arresto nell’Orto degli Ulivi, il
processo nel Sinedrio, l’incontro con Pilato ed Erode,
fino ai commoventi quadri della flagellazione, della
Crocifissione e del ribaltamento della pietra del
sepolcro.
Parola e messinscena si uniscono armonicamente per
presentare al pubblico di oggi, secondo l’antica
tradizione dell’Opira catanese, il dramma interiore
degli uomini – Cristo, Giuda e Pilato – che hanno mutato
il destino del mondo. (Alessandro Napoli)
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