MOSTRA PERUGINO
INEDITO - Campione d'Italia (CO)
Dal 15 ottobre 2011 al
15 gennaio 2012 la Galleria civica San Zenone di Campione d'Italia
propone "Perugino inedito", mostra curata da Francesco Federico Mancini.
L'esposizione di 12 opere del Maestro, che nasce dalla collaborazione
tra il Comune di Campione d'Italia, la Soprintendenza per i Beni
Storico-Artistici dell'Umbria e l'Università degli Studi di Perugia, è
incentrata sulla presentazione di sei opere del Perugino conservate in
una collezione privata del Canton Ticino. Quattro delle sei opere,
appartenenti alla fase finale dell'attività del Vannucci, sono già state
esposte presso la Galleria Nazionale dell'Umbria, in occasione di una
recente mostra voluta e sostenuta dalla Fondazione Arte di Perugia. Le
rimanenti due, mostrate per la prima volta in questa circostanza, sono
invece cronologicamente situabili a immediato ridosso della documentata
presenza di Perugino a Venezia (1494-1497).
La mostra, concepita per comprendere come si è giunti a riferire questi
dipinti alla mano del grande maestro umbro, propone un eloquente
confronto con dipinti di sicura autografia conservati presso la Galleria
Nazionale dell'Umbria. |
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Ciò consente
di entrare nelle complesse dinamiche di uno dei laboratori
d'arte più prestigiosi e prolifici del Rinascimento italiano. E'
noto infatti che il Perugino, da grande imprenditore qual era,
gestiva con abilità e fermezza una vera e propria "officina".
Molti furono gli artisti che lavorarono al suo fianco e che
fecero tesoro non solo della sua straordinaria perizia tecnica
ma anche della sua incomparabile capacità disegnativa. Lo stesso
Raffaello, stando a quanto dice il Vasari, mosse i primi passi
nella bottega umbra del Vannucci.
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Accompagnato da approfondite indagini tecniche e
diagnostiche, lo studio delle quattro opere "tarde",
raffiguranti San Girolamo, San Nicola di Bari,
l' Angelo Annunziante e una Santa Martire,
ha portato alla conclusione che tali dipinti, di piccole
dimensioni, ma di grande raffinatezza esecutiva,
appartenevano con tutta probabilità allo smembrato (e
disperso) tabernacolo del polittico di Sant'Agostino a
Perugia. Opera di gigantesche proporzioni, il polittico
di Sant'Agostino, oggi suddiviso tra vari musei, fu
realizzato in due distinte e riconoscibili fasi
stilistiche, dal 1502 al 1512 la prima, dal 1513 al 1523
la seconda. Il tabernacolo può essere ascritto alla
seconda fase, quando il pittore, mettendo in atto una
semplificazione coloristica, oltreché disegnativa,
raggiunse effetti di morbidezza pittorica sconosciuti al
primo periodo e alla fase matura. Un serrato confronto
tra le quattro tavolette, alcuni scomparti del polittico
di Sant'Agostino e altre opere del maestro umbro,
cronologicamente situabili nello stesso momento,
consente di verificare in mostra l'attendibilità della
proposta critica.
Diverso è il caso delle restanti due tavole.
Raffiguranti la Vergine e Cristo coronato di
spine, queste opere hanno tutte le caratteristiche
per essere inquadrate nella produzione autografa del
Perugino maturo. In origine erano collegate da cerniere,
a formare un dittico. Presentano sul verso un
rivestimento di pelle stampigliata, che simula la
coperta di un libro. Funzionante come altarolo
domestico, il dittico, una volta chiuso, poteva essere
collocato nello scaffale di una libreria e di certo
rappresentava una succosa "curiosità" per il gabinetto
di un amateur. |
Sulla coperta
di pelle, che quasi certamente fu realizzata in ambiente
fiorentino, si vedono impressi eleganti motivi decorativi che
disegnano una doppia riquadratura punzonata con al centro una
losanga includente il monogramma cristologico. Se la valva di
sinistra del dittico, dove è rappresentata la Vergine,
rivela contatti con la figura femminile che si trova all'estrema
destra della pala del Perugino realizzata tra il 1502 e il 1503
per il Duomo di Perugia e oggi conservata nel Museo di Caen in
Normandia, il Cristo coronato di spine mostra lo sforzo
del pittore di entrare in sintonia con il contemporaneo mondo
artistico veneziano; in particolare con un'opera di Alvise
Vivarini, ai suoi tempi grandemente apprezzata: il Cristo
benedicente dipinto per la cimasa dell'altare-reliquario di
San Giovanni Elemosinario a San Giovanni in Bragora. Perugino fu
in contatto con la città lagunare dal 1494 al 1497. Il doge
Agostino Barbarigo avrebbe voluto ingaggiarlo per la decorazione
della Sala del Gran Consiglio. Ma l'accordo non fu raggiunto. In
compenso l'artista lavorò per la Scuola di San Giovanni
Evangelista alla quale consegnò un telero raffigurante I
miracoli della Croce Santissima della Scuola di San Giovanni
Evangelista in Venezia, andato distrutto in un incendio nel
1587. Perduta quest'opera, null'altro sappiamo del soggiorno
veneziano del maestro umbro. E tuttavia il dittico, così intriso
di umori veneziani che parlano anche di Jacopo de'Barbari e più
in generale del clima che si respira a Venezia dopo le colte
lezioni pittoriche di Antonello da Messina e Giovanni Bellini,
potrebbe colmare questa lacuna. Forse a Firenze il dittico venne
trasformato in "finto libro".
E' naturale chiedersi chi ne fu in antico il fortunato
possessore. Non è da escludere che i "due quadri compagni del
Perugino", raffiguranti "la Madonna e Giesù", citati in un
inventario del 1703, dove vengono elencati i beni posseduti dal
dottore e intellettuale fiorentino Cosimo Bordoni, amico di
Filippo Baldinucci e medico personale del granduca Cosimo III,
altro non siano che i due dipinti in questione. A quelle date
già separati, avevano perso la caratteristica di dittico ed
erano diventati una coppia di quadri da appendere al muro.
Il curatore della mostra, Francesco Federico Mancini, è
professore ordinario di Storia dell'Arte Moderna presso
l'Università degli Studi di Perugia. Esperto di Rinascimento
umbro, ha al suo attivo monografie e saggi su Benedetto Bonfigli,
Perugino, Pintoricchio, Piermatteo d'Amelia. Ha organizzato, in
collaborazione con Vittoria Garibaldi, già Direttrice della
Galleria Nazionale dell'Umbria, la grande mostra monografica su
Pietro Perugino (2004), e, più recentemente, le rassegne
espositive su Berardino Pintoricchio (2008) e Piermatteo
d'Amelia (2010). Ha inoltre curato mostre su Gian Domenico
Cerrini (2005), sull'Arte dell'Ottocento in Umbria (2006), su
Federico Barocci e la pittura della maniera in Umbria (2010). E'
attualmente impegnato, insieme con Vittoria Garibaldi e a Tom
Henry, nella preparazione di una rassegna monografica, da
tenersi nell'estate del 2012, dedicata a Luca Signorelli.
"Perugino inedito", Campione d'Italia, Galleria civica
San Zenone (piazzale Maestri Campionesi), 15 ottobre 2011 - 15
gennaio 2012.
Mostra promossa dal Comune di Campione d'Italia in
collaborazione con la Soprintendenza per i Beni
Storico-Artistici dell'Umbria, l'Università degli Studi di
Perugia, e con il Patrocinio dell'Assessorato alla Cultura della
Regione Lombardia, a cura di Francesco Federico Mancini.
Orari: martedì- venerdì 10.30-12.30 / 15.00-18.00;
sabato-domenica 11.00-18.00. Catalogo edito da: Comune di
Campione d'Italia Edizioni
Informazioni e prenotazioni: (0039) 031 27 24 63, (0041) 091 641
91 41 (orari d'ufficio); (0041) 079 29 23 207.
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