La rassegna
“Andy Warhol. Dall’apparenza alla trascendenza”, curata da
Francesco Nuvolari, si avvale di un nucleo di opere altamente
selezionate che comprende circa ottanta lavori creati da
Warhol tra il 1957 e il 1987.
Numerosi i pezzi unici: serigrafie,
grafiche, multipli e memorabilia,
provenienti da 23 prestigiose collezioni, che documentano
approfonditamente l’intero percorso dell’esponente
di punta della Pop
Art americana, ancora oggi considerato un artista di culto, tra
i più celebri del XX secolo.
La mostra
– spiega l’assessore all’istruzione e alla cultura della regione
Valle d’Aosta Laurent Viérin - costituisce, dunque,
un omaggio ad un artista cruciale e amatissimo dal pubblico, ma
anche un momento di riflessione sulla comunicazione di massa e
sul significato dell’arte nella società di oggi.
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Attraverso l’uso ripetitivo e su vasta
scala di immagini pubblicitarie di famosi prodotti
commerciali, quali Coca Cola e Campbell’s Soup, e di
immagini di forte impatto come la sedia elettrica,
Warhol svuota di ogni significato le sue
rappresentazioni e, in una personale ottica di
democrazia sociale, egli propone un’arte fortemente
provocatoria che segue uno dei concetti base della Pop
Art secondo il quale l’oggetto artistico deve essere un
bene di consumo, come uno dei tanti prodotti
commerciali.
La sua dirompente inventiva, nell’arco di
oltre trent’anni di produzione artistica, diede vita a
numerosi soggetti (ed oggetti) che contribuirono a
consolidare la sua straordinaria fama e che in questa
esposizione sono ben rappresentati, tra gli altri, da:
gli Space Fruits (Peaches, 1978, pezzo unico), i
Carton Box e i Flowers. Non mancano le
celebri Campbell’s Soup Cans, alle quali sono
legati vari memorabilia come un sacchetto da
spesa in carta del 1966 con serigrafato il logo
Campbell’s ed un paio di scarpe in pelle con simile
decorazione, distribuito allo Studio 54 nel 1978.
In mostra, inoltre, si trovano le
copertine di riviste e le cover discografiche
più famose ed ambite dai collezionisti, quali “The
Rolling Stones, Sticky Finger” del 1971, una copertina
di LP originale, autografata da Warhol e da Jagger ed
un’altra “The Velvet Underground and Nico” del 1967. |
Diverse per tecniche e
dimensioni - spesso riprodotte in serie con l'ausilio
dell'impianto serigrafico - spiccano senz’altro i famosi
ritratti-icona
delle
personalità politiche e del mondo artistico
degli anni
Sessanta e
Settanta più note al grande pubblico:
da Mao Tse-Tung e Lenin a Marilyn Monroe, da Mick Jagger a Liza
Minelli, cui si affianca uno dei suoi più efficaci autoritratti
(“Self-portrait”, 1977, pezzo unico, cm 114x88).
La mostra
rientra nel programma di esposizioni ed eventi organizzati e
promossi dall'Assessorato Regionale alla Cultura della Val
d’Aosta.
Il catalogo,
con testi in italiano, francese ed inglese, edito da Sala
Editori di Pescara presenta un ricco apparato
iconografico comprendente le opere in esposizione oltre a quelle
più rappresentative e, in qualche caso, addirittura inconsuete
dell'immensa produzione dell'artista.
Oltre alla
presentazione dell'Assessore regionale all'Istruzione e Cultura
Laurent Viérin ed al testo del curatore, Francesco
Nuvolari, la pubblicazione si avvale di un contributo
critico di Paolo Balmas e di una biografia a cura di
Gianfranco Rosini.
Di particolare
interesse l’immagine di copertina del catalogo, (ricavata
da una foto di Hans Namuth) che, ritraendo Warhol dinnanzi ad
uno dei capolavori di Rubens, introduce il tema di una
intrigante omologia tra due artisti, entrambi inclini a valersi
di molti collaboratori ed interessati a legare l’immagine dei
potenti del loro tempo ad un apparato simbolico che, in forza
della sua autonomia linguistica, riesce ad evitare sia la
retorica dell’omaggio accademico che la pesantezza di un
improprio realismo.
Centro
Saint-Bénin: breve storia
La struttura
espositiva appartiene ad un ex complesso religioso fondato
intorno all‘anno mille dai Benedettini dell‘abbazia piemontese
di San Benigno di Fruttuaria, poi passato ai canonici del Gran
San Bernardo sin dal XII secolo, il priorato di Saint-Bénin fu
trasformato in Collegio di Studi superiori dal papa Clemente
VIII con una bolla del 1597. Per più di tre secoli il “Collège
Saint-Bénin” alimentò la cultura locale e formò la classe
dirigente laica della Valle d‘Aosta. Secondo la tradizione, fu
proprio dai Benedettini di Saint-Bénin che S. Anselmo apprese i
primi rudimenti della cultura e coltivò la vocazione che lo
avrebbe portato sul seggio primaziale di Canterbury.
Oggi la vasta
cappella del Collegio, ricostruita dal 1676 al 1680 accanto al
campanile romanico a bifore del XII secolo, è diventata da
alcuni decenni una prestigiosa sede espositiva.
Il Centro
Saint-Bénin ha offerto al pubblico numerose mostre dedicate
all‘arte moderna e contemporanea nazionale e internazionale ed
ha ospitato diversi importanti artisti quali: Tony Cragg, Felice
Casorati, Maurizio Cattelan, André Derain, Maurice De Vlaminck,
Damien Hirst, Carsten Holler, Wassily Kandinsky, Anish Kapoor,
Wolfgang Alexander Kossuth, Shirin
Neshat, Mimmo Paladino, Giò Pomodoro, Auguste Rodin.
Coordinate mostra
Titolo: ANDY
WARHOL. DALL’APPARENZA ALLA TRASCENDENZA
A cura di:
Francesco Nuvolari
Sede: Centro
Saint-Bénin,
Via Bonifacio
Festaz 27, Aosta 11100
Date:
26 novembre 2011 – 11 marzo 2012
Inaugurazione:
venerdì 25 novembre, ore 18
Orari:
tutti i giorni 9.30 – 12.30 / 14.30 – 18.30
Ingresso:
€ 3,00, ridotto € 2,00, ingresso gratuito prima
dei 18 e dopo i 65 anni
Catalogo:
in italiano, francese ed inglese edito da Sala Editori, pp 152
Informazioni al pubblico:
Centro Saint-Bénin,
Aosta - tel.
0156.272687
u-mostre@regione.vda.it
www.regione.vda.it
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