My East is
Your West
a cura di Feroze Gujral con
Natasha Ginwala e Martina Mazzotta
Gujral Foundation - India
Fondazione Partner in Italia:
FAM Fondazione Antonio Mazzotta
Evento collaterale alla 56.
Esposizione Internazionale d’Arte – la
Biennale di Venezia
Palazzo Benzon
San Marco 3917, Venezia -
Fermata S. Angelo
6 maggio - 31 ottobre 2015
comunicato stampa 23.04.2015
La Gujral Foundation e
la Fondazione Antonio Mazzotta -
Partner in Italia – aprono al pubblico dal 6
maggio la mostra My East is your West,
evento collaterale alla 56. Esposizione
Internazionale d’Arte – la Biennale di
Venezia che unisce per la prima volta
India e Pakistan. Un’iniziativa
innovativa grazie al coinvolgimento di
un’ampia regione del mondo in rapida
espansione che non è mai stata rappresentata
prima d’ora all’interno della Biennale
veneziana.
L’evento è ideato e curato
da Feroze Gujral, fondatore e
direttore della Gujral Foundation, si avvale
della collaborazione per la curatela di
Natasha Ginwala e di Martina Mazzotta,
anche curatrice degli eventi collaterali in
Italia della mostra, con la consulenza di
Romeo Orlandi di Osservatorio Asia.
The Gujral Foundation
fondata e diretta da Feroze Gujral, ha sede
in India e rivolge il proprio impegno
pioneristico e filantropico nel supporto
delle arti contemporanee nell’Asia
meridionale, con un sostegno rivolto alle
iniziative internazionali.
Gli artisti internazionali
Shilpa Gupta di Mumbai (India) e
Rashid Rana di Lahore (Pakistan)
realizzano per l’occasione opere site
specific, che si legano al tema proposto
dal curatore Okwui Enwezor
nell’ottica di “offrire al mondo una cassa
di risonanza del mondo”, per invitare a
riflettere sul ruolo che le arti visive
hanno nel rintracciare i significati negli
sconvolgimenti della nostra epoca: All
the World’s Futures.
Nata dal desiderio di
reindirizzare il complesso clima di rapporti
storici tra gli stati-nazione dell'Asia del
Sud, India e Pakistan, My East is Your
West li presenterà come due paesi che
condividono la stessa cartografia culturale
nel contesto della Biennale di Venezia. Il
pensiero di come il mondo sarebbe stato
diverso se India e Pakistan non fossero
stati definiti dai loro confini rimane
latente, ma è sempre presente.
In considerazione delle loro
abitudini, Gupta e Rana sono stati
invitati a creare una presentazione unica
in cui una serie di lavori esprimerà
l'intera essenza di un popolo diviso, di una
storia che abbraccia antichità, modernità
coloniale e un presente cosmopolita, aspetti
intrappolati in una situazione conflittuale.
Questo viaggio verso il concepimento di una
piattaforma condivisa a Venezia è costruito
sull'interesse degli artisti per la
negoziazione tra ciò che è individuale e ciò
che è comune in relazione alle esperienze di
consapevolezza collettiva di "tutti i
giorni". Entrambi gli artisti esplorano i
concetti di locazione e dislocazione, di
appartenenza oltre i confini politici e
dell'impatto del condizionamento culturale e
politico. Gupta e Rana hanno sviluppato un
materiale estetico che sonda il potenziale
di una regione comune, separata dallo stato
e dal suo modello, con lavori che sfidano il
moderno stato-nazione e le sue divisioni.
La mostra su India e Pakistan
mira a configurarsi come “architettura della
memoria” e a porre quesiti che muovono
dall’antichità alla modernità coloniale,
fino al presente conflittuale e cosmopolita
del subcontinente. Qui, l’arte si esprime in
forma narrativa, nella quale le perforazioni
della Storia hanno evidenziato un abisso
fondamentale.
Opere in mostra di Rashid
Rana
Rashid Rana
afferma “Il mio lavoro è spesso una
trattativa su tre fronti tra me stesso, il
contesto fisico che mi circonda e quanto io
ne ricevo – che siano Internet, i libri, la
Storia o il sapere collettivo.”
Il nuovo corpo di lavori di
Rashid Rana affronta le stanze di Palazzo
Benzon come un setting immersivo dove le
strutture architettoniche si combinano con
film, stampe, sculture e elementi ispirati a
performance. Intessendoli insieme quali
capitoli di una singola narrazione,
l’artista passa dai suoi iconici
fotomontaggi digitali su due dimensioni a un
metodo topografico che prende in esame la
percezione collettiva di collocamento e
dislocazione. Partendo da una stanza che è
allestita come facsimile o doppio, i
visitatori sperimenteranno una perturbante
sensazione di immersione in un “altrove”.
Qui, l’uso tutto personale
dei pixel da parte di Rana e il suo impegno
nell’ampliamento di un archivio di immagini
fotografiche e in movimento agiscono quali
segnali dei frammenti contenuti in ciò che è
universale.
Proseguendo, l’artista
amplierà le sue Crowd Series (2013)
su base stampata che creano insiemi di
scatti documentari di raduni di massa intesi
quale comune “palcoscenico pubblico”. Una
folla guidata verrà filmata in Pakistan e
connessa mimeticamente con l’attuale
inquietudine politica sulle strade di
Islamabad, Lahore e Karachi. Tali sequenze
filmate verranno allestite in mostra con
proiezioni a grandezza naturale, spesso
creando un cortocircuito tra recitazione e
non-recitazione. Verranno inframmezzate
rappresentazioni di notiziari e di
reality-tv, di cinema-verità e di
prospettive aeree. Attraverso ulteriori
rispecchiamenti, attraverso le riprese in
diretta di un campo a Venezia e la presenza
di attori all’interno della sala espositiva,
Rana concepirà una scenografia sfaccettata,
chiamando in causa la nozione di “corpi in
allineamento” e un archivio vivente quale
carne del tempo.
L’intricato gioco
dell’artista si muove tra sfaccettature di
luoghi, non-luoghi e collocamenti e si
riflette in una sorta di delirio di
micro-narrazioni di luoghi specifici e di
appartenenze transnazionali.
Opere in mostra di Shilpa
Gupta
I lavori di Shilpa Gupta
a Palazzo Benzon proseguono nella linea di
ricerca dell’artista intorno all’area di
confine tra India e Bangladesh, presentando
performance, stampe e sculture. L’artista
esporrà lavori recenti che esaminano
ampiamente il potenziale di re-immaginazione
e di rifiuto attraverso narrazioni storiche.
1: 989.9.3,360 kms of fence
under construction, East
(2014-15) è un’installazione
che si fonda su una performance che
accompagnerà l’anteprima e l’inaugurazione
della mostra. L’opera si basa sulla barriera
in costruzione tra India Orientale e
Bangladesh. Una volta completata, essa
circonderà il Bangladesh e sarà la più lunga
barriera di separazione del mondo. Nella
performance, Gupta sincronizza la missione
giornaliera di un soldato sul luogo in cui
si erige questa barriera con quella di un
performer seduto nella sala espositiva e
intento a cucire una linea infinita su di un
tessuto fatto a mano nel Bangladesh.
Sistemato su di un lungo tavolo, il tessuto
di 3,394 metri è il risultato di un lavoro
di sei mesi svoltosi a Phulia, città
di confine situata tra le due nazioni, nota
per il commercio di telai fatti a mano, poi
dislocati dopo la partizione del territorio.
In 24:00:01 (2012-14),
l’artista presenta un’installazione cinetica
che consiste di frammenti testuali composti
su di un cartellone frammentato, una sorta
di dispositivo per l’informazione obsoleto e
tuttavia onnipresente, di quelli che si
vedono in aeroporti e stazioni ferroviarie,
il quale simbolizza le intersezioni tra
lingua, migrazione e territorio. Il testo di
Gupta è scritto in prima persona e proietta
una tensione tra il “tempo reale” e il regno
sperimentale della memoria personale. Di
fatto, tutto ciò avviene trasformando una
parte dello spazio espositivo in una sala
d’attesa che traccia il nostro vivere
quotidiano di transiti senza fine.
Nel suo lavoro Speaking
Wall (2013-14), Gupta concepisce
un’installazione sonora interattiva che
conduce il visitatore verso specifiche
traiettorie di movimento lungo uno stretto
sentiero composto di mattoni. Attraverso
l’uso dei sensi motori e del gioco di ruolo,
l’artista crea una dimensione alienante che
conduce a un complesso senso di non
appartenenza, di divisione del suolo
terreno.
Gupta creerà inoltre
un’installazione luminosa animata,
intitolata My East is your West
(2014-15), instaurando un dialogo con la
facciata architettonica di Palazzo Benzon.
Quest’opera intende riflettere sull’impatto
che il condizionamento culturale e politico
opera nell’orientare le nostre relazioni a
seconda degli emisferi geografici.
Cenni biografici
RASHID RANA
(1968) è nato a Lahore, in
Pakistan, dove vive e lavora. Ha studiato
pittura al National College of Arts di
Lahore e al Massachussets College of Fine
Arts di Boston. E’ fondatore di facoltà e
preside del dipartimento di Fine Art presso
la Beaconhouse National University di
Lahore. Le sue recenti personali includono
una grande retrospettiva dei suoi lavori di
metà carriera, intitolata Labyrinth of
Reflections, presso il Mohatta Palace
Museum di Karachi (2013), alcune mostre
presso la Cornerhouse di Manchester (2011) e
presso il Museo Guimet di Parigi (2010). Ha
partecipato a grandi mostre collettive
quali: Dhaka Art Summit (2014), Biennale di
Kiev (2012); Fotomuseum Winterthur,
Whitechapel Gallery e Saatchi Gallery,
Londra (2010); Asia Society, New York
(2009); 5° Asia Pacific Triennale,
Queensland Gallery of Art, Brisbane (2006);
Biennale di Singapore (2006).
SHILPA GUPTA
(1976) vive e lavora a Mumbai, in India,
dove dal 1992 al 1997 ha studiato scultura
al Sir J.J. School of Fine Arts. Le sue
opere utilizzano video interattivi, siti
web, oggetti, fotografie, suoni e
performance per indagare tematiche quali il
desiderio, la religione, il concetto di
sicurezza e di confine.
Mostre personali dell’artista
si sono svolte in Asia, Europa e Stati
Uniti. In particolare, di recente, presso:
Kunstnernes Hus, Oslo; MO Mucsarnok
Kunsthalle, Budapest; MAAP Space, Brisbane;
Arnolfini, Bristol; OK Center for
Contemporary Art, Linz. Gupta ha partecipato
alla Triennale Younger than Jesus, New
Museum, New York; Lyon Biennale, curata da
Hou Hanru; Biennale di Gwangju, diretta da
Okwui Enwezor e curata da Ranjit Hoskote;
Triennale di Yokohama, curata da Hans Ulrich
Obrist, Biennale di Liverpool, curata da
Gerardo Mosquera; più di recente: Dhaka Art
Summit, curata da Diana Campbell-Betancourt,
Biennale di Sharjah, curata da Yuko Hasegawa,
8° Berlin Biennale for contemporary Art,
curata da Juan Gaitan e con la
partecipazione nel team artistico di Natasha
Ginwala. Dal 2002 al 2006, Gupta ha
co-promosso Aar Paar, un progetto di scambio
di arte pubblica tra India e Pakistan,
insieme con l’artista di Lahore Huma Mulji.
I suoi lavori sono stati esposti in musei e
istituzioni internazionali tra cui Tate
Modern, Londra; Serpentine Gallery, Londra;
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino;
Daimler Chrysler Contemporary, Berlino; Mori
Museum, Tokyo; Solomon R. Guggenheim Museum,
New York; Chicago Cultural Center; Louisiana
Museum, Humlebæk; Devi Art Foundation, New
Delhi.
NATASHA GINWALA
(India 1985,) è una curatrice indipendente,
ricercatrice e scrittrice. È consigliere
curatoriale e curatrice dei Programmi
Pubblici per il progetto della Fondazione
Gujral, My East is Your West, presso
la 56ª Biennale di Venezia (2015), ed è
stata membro del gruppo artisti all'8ª
Biennale di Berlino per l'Arte Contemporanea
(2014). I suoi lavori recenti includono il
progetto curatoriale in più parti, ancora in
corso, Landings, presentato al Centro per
l'Arte Contemporanea Witte de With, alla
Fondazione per l'Arte David Roberts, al NGBK
di Berlino, al Museo Stedelijk di Amsterdam
e presso altre organizzazioni associate, dal
2013 fino ad oggi, (con Vivian Ziherl), e a
'Il Museo del Ritmo' della Biennale di
Taipei 2012 (con Anselm Franke). Ginwala ha
partecipato al Programma Curatoriale de
Appel, Amsterdam, e ha insegnato
all'Istituto Sandberg e all'Accademia Gerrit
Rietveld. Ha contribuito ad alcune
pubblicazioni come riviste e-flux: The
Exhibitionist e il Manifesta Journal, tra le
altre.
MARTINA MAZZOTTA
(Milano 1974) vive a Londra, è laureata in
filosofia in Italia e in Germania e ha
conseguito un phd in Storia dell’Arte a
Milano. L’approccio transdisciplinare alle
arti caratterizza tutta la sua ricerca, come
saggista, docente universitario e curatore
(ha ideato e curato numerosi libri e mostre,
tra cui il contributo di Studio Azzurro alla
Biennale Internazionale di Site Santa Fe,
USA 2008, quello di Pietro Pirelli a Mumbai
per En-Counters, India 2013, nonché mostre
dall’approccio filosofico quali Pelle di
Donna, Triennale di Milano 2012, e
Wunderkammer. Arte, Natura, Meraviglia ieri
e oggi, Museo Poldi Pezzoli e Gallerie
d'Italia, 2014). Il tutto si integra con
quell’universo di tradizioni ed esperienze
rappresentato dalla Casa Editrice Mazzotta,
fondata da suo padre Gabriele 50 anni fa, e
dalla Fondazione Mazzotta, dedicata a suo
nonno Antonio e oggi think-tank
internazionale.
Comitato d’onore:
Richard Armstrong,
Direttore della Fondazione Museo Solomon R.
Guggenheim
Amin Jaffer,
Direttore Internazionale Arte Asiatica,
Christie’s
David Elliot,
curatore e scrittore
Anupam Poddar,
fondatore direttore Devi Art Foundation
Madhuvanti Ghose,
co-curatore The Art Institute of Chicago
COORDINATE MOSTRA
Titolo mostra:
My East is your
West
Date:
6 Maggio - 31 Ottobre 2015
Sede:
Palazzo Benzon, San Marco 3917, 30124
Venezia (https://www.locationvenice.com/)
Press day:
lunedì 4 maggio ore 10 - 18
martedì 5
maggio ore 10 – 18
Talk:
giovedì 7 maggio ore 11 – 12.30
Ideazione e curatela:
Feroze Gujral, Fondatore/Direttore Gujral
Foundation
Artisti:
Rashid Rana (Pakistan) e Shilpa Gupta
(India)
Collaborazione per la
curatela e eventi collaterali:
Natasha Ginwala e Martina Mazzotta
Partner in Italia:
FAM Fondazione Antonio Mazzotta
Orari:
martedì - domenica, dalle ore 10 alle 18
Ingresso:
libero
INFO PUBBLICO
Chiara Bordin -
Valorizzazioni Culturali | Art-Events +39
328 3073233
venice@art-events.it
Come arrivare:
Vaporetto fermata S. Angelo
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