Al Teatro
Arbostella di Salerno, per il gran finale di
stagione,
appuntamento con Miseria e Nobiltà di
Scarpetta
Toccherà come sempre alla
Compagnia Comica Salernitana chiudere il
cartellone della riuscitissima stagione del
Teatro Arbostella di Salerno. Il gruppo,
diretto dal decano Gino Esposito, per
salutare nel migliore dei modi il pubblico
che ha riempito tutti i week-end da ottobre
a maggio la platea della struttura di Viale
Verdi, si è voluto cimentare in uno dei più
celebri capolavori di Eduardo Scarpetta
ovvero “Miseria e nobiltà”,
con la volontà di divertire e divertirsi con
i propri appassionati spettatori per
l’ultimo applauso dell’anno.
«Miseria e Nobiltà» è la più
classica e la più nota delle commedie
napoletane. La storia è ambientata nella
Napoli di fine '800, i protagonisti sono: Felice
Sciosciammocca, scrivano (impersonato da
Andrea Avallone), e don Pasquale
'o salassatore (Giovanni Bonelli),
poveri in canna, che vivono alla giornata e
che, per poter mangiare, sono costretti
spesso a ricorrere al Banco dei Pegni poichè
rimproverati nei ritardi dei pagamenti dal
padrone di casa (Michele Rega). La
loro triste situazione è anche motivo di
lite fra donna Concetta (Titty
Mangrella), moglie di Pasquale, Pupella
(Rita Cariello), loro figlia e donna
Luisella (Nicoletta Romano),
compagna di Felice; a causa di una di queste
liti Peppeniello (Lucio
Durazzo), figlio di don Felice,
scappa di casa. Un inaspettato colpo di
fortuna si presenta loro nei panni di un
giovane nobile e ricco, il marchesino
Eugenio (Ernesto Curcione), che è
innamorato di una famosa ballerina, Gemma
(Mariarosaria Milito), e vorrebbe
sposarla, ma i nobili parenti del giovane,
negano il loro consenso, senza il quale, il
padre di Gemma, don Gaetano (Enzo
Galdo), rifiuta di concedergli la mano
di sua figlia. Così il marchesino propone a
Felice e a Pasquale di presentarsi in casa
di don Gaetano, fingendo di essere i nobili
parenti del giovane, e di dimostrare al
padre di Gemma che la sua famiglia è
favorevole alle nozze.
Il piccolo Peppeniello si
reca proprio a casa di don Gaetano per
chiedere un lavoro a Vincenzo (Enrico
Cerenza) il cameriere, il quale, per
farlo rimanere lo presenta al padrone come
suo figlio. Don Gaetano, che sta preparando
la festa per il compleanno della figlia,
vedendo Felice, Pasquale, Concetta e Pupella
vestiti in abiti eleganti e sicuri di sé
crede alla storia raccontata dai quattro, e
acconsente al matrimonio. Ottiene anche il
privilegio di avere a pranzo i
suoi nobili ospiti. Ospite inatteso è anche Luigino
(Marco Reggiani), figlio di don
Gaetano e innamorato di Pupella. Tutto
sembra filare liscio, ma una brutta sorpresa
aspetta don Felice: la sua vera moglie donna
Bettina (Marilena Giulio) è la
cameriera personale di Gemma e, scopertolo
lo minaccia per farsi dire dove si trova
loro figlio, Peppiniello appunto che però
chiamato in causa smentisce tutto. Si sono
da poco spenti gli echi della festa, quando
Felice ritrova Bettina e le chiede perdono,
pregandola di tornare da lui e Bettina,
sebbene non ancora convinta, accetta. La
storia a questo punto si complica con
l'arrivo di donna Luisella, anche lei
travestita da nobile e decisa a partecipare
all'inganno. Tutto sembra perduto per il
povero Eugenio, ma questi scopre che suo
padre il marchese Ottavio Favetti corteggia
anche lei Gemma sotto lo pseudonimo di Signor
Bebè (Roberto Quattrucci); messo
alle strette, il marchese accetta di dare il
suo consenso alle nozze del figlio con
Gemma. Il finale scoppiettante e ricco di
colpi di scena è tutto da vivere e scoprire.
Lo spettacolo si avvale anche
dei due giovani facchini (Luca Santise e
Giovanni Poto), il tutto armonizzato
dall’esperta direttrice di scena Liliana
Senatore mentre la parte tecnica sarà
affidata a Ciro Bracciante. I costumi
dell’epoca sono stati reperiti grazie all’
impegno di Rosaria Cosenza mentre la
scenotecnica come sempre è affidata alla
C.M.C. Group.
Gino Esposito, realtà
culturale del panorama teatrale di Salerno
in virtù di un’esperienza cinquantennale tra
regie e allestimenti di rassegne regionali e
nazionali oltre che padre fondatore di due
teatri cittadini (Ridotto e Arbostella) ha
operato il suo adattamento lavorando su
varie fonti disponibili: il testo originale,
la versione di Eduardo De Filippo, quella di
Enzo Cannavale con Rino Marcelli e non
ultimo il film di Totò svolgendo un lavoro
certosino per plasmare il suo gruppo
composto da 30 attori, rendendoli duttili,
precisi ma spontanei ma soprattutto
infondendo ad ognuno umiltà e sacrificio,
doti necessarie per poter salire su un
palcoscenico.
Esposito ha voluto dare a
Miseria e Nobiltà un’impronta personalizzata
da parte dei suoi attori che si sono calati
nelle vesti dei personaggi scarpettiani
senza scimmiottare il grande Eduardo nè
tantomeno il Principe della risata Totò. Gli
interpreti sono simili ad ombre che portano
con loro il proprio corpo. Dopo il preambolo
iniziale della trama il finale di primo atto
inizia a divenire esplosivo ed esilarante.
Il regista ha voluto poi accorpare secondo e
terzo atto in un solo tempo rendendo la
farsa più snella e scorrevole coinvolgendo
il pubblico che diventerà parte integrante,
seppur minima dello spettacolo.
Spettacoli nel fine settimana
25-26 aprile, 2-3-9-10 maggio 2015, il
sabato ore 21.15 e la domenica ore 19.15.
(Si consiglia prenotazione). Ingresso 12
euro, ridotto 10
Info e prenotazioni:
089/3867440 – 347/1869810 -
teatroarbostella@gmail.com
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