Dal 18 aprile al 9 agosto, il
Comune di Pordenone propone, alla Galleria
Harry Bertoia, la prima antologica di
Roberto Kusterle. La mostra è curata da
Francesca Agostinelli e Angelo Bertani.
Roberto Kusterle è nato nel 1948 a Gorizia.
Dagli anni Settanta lavora nel campo della
arti visive, dedicandosi sia alla pittura
sia alle installazioni. Dal 1988 inizia ad
interessarsi alla fotografia che è diventato
il suo principale mezzo espressivo.
Più che un fotografo è un artista, capace di
costruire immagini originali e surreali.
Installazioni con al centro l’uomo e il suo
corpo, risultato di una ricerca personale,
di elaborazioni complesse, raffinate, spesso
di violento impatto concettuale, che
utilizzano materiali sottratti alla natura.
La scelta dei personaggi, l'ambientazione,
le luci, la scenografia, il trucco; ogni
dettaglio è curato meticolosamente
dall'artista-regista con certosina pazienza
e maestria.
L’immagine fissata dalla macchina è l'ultimo
atto di un progetto e di una preparazione
che possono durare mesi e talvolta anni;
atto liberatorio di tutti gli altri momenti
che lo hanno preceduto e punto di partenza
per una nuova, lunga fase di elaborazione in
camera oscura. Il risultato finale è sempre
di forte impatto visivo; soggetto ed
ambiente, con il loro surrealismo,
trasportano l'osservatore in altre
dimensioni. per una nuova, lunga fase di
elaborazione in camera oscura. Il risultato
finale è sempre di forte impatto visivo;
soggetto ed ambiente, con il loro
surrealismo, trasportano l'osservatore in
altre dimensioni.
Collegando senza soluzione di continuità,
entro la figura umana, altri ordini
biologici, diversi ma non in contrasto, dà
vita a figure archetipiche di una
contemporaneità classica, in cui il tempo
sembra essere sospeso. Immagini che
condensano idea e sogno, fantasia e realtà,
mondo umano ed animale, organico e
inorganico, vita e materia, inconscio e
ancestralità.
Attraversando la profondità del mistero che
origina la vita, Kusterle coglie il senso di
spiritualità che è dentro l’essere umano
così come in ciascun elemento della natura.
“Trasporto nel mio lavoro – l’affermazione è
dell’artista - le sensazioni percepite
quando mi inoltro nei boschi o lungo il
fiume. Probabilmente se abitassi in una
grande città queste cose non le coglierei”.
“In qualche modo sono io il primo spettatore
di me stesso e voglio continuare a mantenere
questo desiderio di essere il primo a
ricercare e stupirsi delle tematiche
trattate”.
La mostra si snoda nelle sale del
primo e del secondo piano dello spazio
espositivo e rispetta il procedere per
cicli, che caratterizza dalle origini
l’attività di ricerca dell’artista. Al primo
piano il visitatore incontra le opere del
ciclo ????????? (2004-06) e, in
successione, quelle di Mutazione silente
(2007-08) e di Segni di pietra
(2011-12). La parte centrale dello spazio
espositivo è invece dedicata alle immagini
dei Riti del corpo (1991-2014), ciclo
che costituisce una sorta di contenitore
tematico, dove l’autore ha riunito
fotografie scattate in un largo lasso di
tempo sul tema del corpo e della sua
ibridazione. Al secondo piano trovano
collocazione i cicli più recenti:
Mutabiles Nymphae (2009-10), I segni
della metembiosi (2012-13), Abissi e
basse maree (2013) e L’abbraccio del
bosco (2014). A completare il percorso
espositivo, una sala è dedicata ai video
d’arte realizzati da Roberto Kusterle e
Ferruccio Goia (2008-09).
Le scelte curatoriali ed espositive si sono
orientate su un percorso non impositivo, ma
aperto a itinerari d’interesse, alla
suggestione dell’incontro, all’emozione; vi
è una sorta di rappresentazione teatrale per
immagini che, a dispetto di ogni idea
purista circa la verosimiglianza della
fotografia, pone al riguardo interrogativi
circa il rapporto tra realtà e finzione,
storia e mito, natura e artificio, tra
presente e passato, il tempo e la
contingenza del vivere. Per il visitatore,
inoltre, sarà come entrare nel corpo vivo
della fotografia come arte (attualissima)
della metamorfosi, della contaminazione dei
linguaggi, della varietà dei rimandi
iconici, dell’esigenza di profondità da
contrapporre all’incombente superficialità
pervasiva che circonda l’uomo contemporaneo.
L’esposizione, a cura di Francesca
Agostinelli e Angelo Bertani, è
promossa e organizzata dall’Assessorato
alla Cultura del Comune di Pordenone, in
collaborazione con Associazione
Culturale “Venti d’arte” di Udine.
L’evento è patrocinato dalla Regione
Autonoma Friuli Venezia Giulia, dalla
Provincia di Pordenone, dall’Università
degli Studi di Udine e dall’Accademia di
Belle Arti di Venezia.Gode del sostegno di
Friuladria Crédit Agricole e di
Coop Consumatori Nordest.
Percorsi assistiti: a cura
dell'Associazione Amici della Cultura info
349 7908128
Orari: mercoledì-sabato: 15.30 –
19.30; domenica: 10.00 – 13.00 e 15.30 –
19.30;
lunedì e martedì chiuso. Ingresso:
Intero € 3,00, ridotto € 1,00.
Info:
Comune di Pordenone: (+39) 0434 392916,
attivitaculturali@comune.pordenone.it
www.comune.pordenone.it/galleriabertoia.
Associazione Culturale “Venti d’arte”:
339 2887440,
venti.darte@libero.it,
www.associazioneventidarte.wordpress.com.
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