“Acqua & Fuoco”
personale a Parma di
Antonio Giovanni Mellone
Il giornalista/pittore si
commiata dalla città con una mostra presso
lo show-room del’eco-antiquario Luigi
Bardiani, dal 24 aprile al 13 giugno.
Dopo oltre 40 anni trascorsi
a Parma, Antonio Govanni Mellone,
giornalista e pittore, lascia per spostarsi
in Toscana. Come saluto alla città, a cui
deve molto, l’artista propone la personale
“Acqua & Fuoco”, organizzata
dal noto antiquario e restauratore Luigi
Bardiani (www.bardianiluigi.it
www.mobilienatura.it
), presso il suo punto vendita in via
della Repubblica 64/b (tel.
335/6183217).
La mostra, prevista per marzo
ma che è slittata di un mese a causa di
imprevisti, verrà inaugurata venerdì 24
aprile p.v. alle ore 18 e rimarrà
aperta fino al 13 giugno.
Il tema prescelto, quello dei
due “elementi”, vuole essere un compendio
del percorso artistico dell’autore che ha
mosso i primi passi nel mondo della pittura
proprio a Parma, negli anni ’70. Dopo il
“battesimo” parmigiano, l’artista ha
realizzato numerose esposizioni in tutta
l’Italia che gli hanno permesso di far
apprezzare i suoi quadri e di ottenere premi
e consensi della critica.
Già art-director del
quotidiano “Il Giorno” e giornalista di
cronaca, in campo artistico Mellone è
conosciuto soprattutto per i “cavalieri” e
le “dame”, in versione moderna, che saranno
presenti nella personale di Parma,
accompagnati da suoi ultimi lavori, come
Aquarium e Antiquae, metafore della vita.
Con vibranti colori acrilici, sulla tela,
l’autore esprime sentimenti contrastanti,
passione e pace, amore e odio, in una parola
“Acqua & Fuoco”, per risvegliare gli animi,
spesso sopiti, degli uomini e delle donne di
oggi, chiamati al recupero di sentimenti e
valori dei tempi del mito.
Come già a Palazzo Giordani
di Parma, nella personale “A midsummer (k)night’s
dream (Sogno di un cavaliere di mezza
estate)”, nel gennaio 2013, i dipinti di
Antonio Giovanni Mellone non lasceranno
indifferenti quanti vorranno visitare la
mostra “Acqua & Fuoco” , nello show-room di
Luigi Bardiani, dal 24 aprile al 13 giugno.
Per informazioni
e immagini ad alta definizione:
Rosanna Ercole Mellone, tel. 0187/495107,
cell 347/8161012, e-mail:
rercolem@tin.it
mellonea@tin.it
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Note sull’autore e le sue
opere
L’artista:
Antonio Giovanni Mellone, leccese di
nascita e parmigiano d’adozione, è
giornalista professionista (già art-director
del quotidiano Il Giorno), dipinge da sempre
e ha all’attivo numerose mostre e molti
premi.
Negli ultimi anni, ha
privilegiato le tematiche dei cavalieri e
delle donne, illustrati con vividi colori,
nelle sue personali al Castello Malaspina di
Massa, a Palazzo Giordani di Parma, al Museo
Ugo Guidi di Forte dei Marmi, a Villa Cuturi
di Marina di Massa e nelle collettive a
Montecatini, alla Galleria Turelli delle
Terme Tettuccio, a Forte dei Marmi, alla
Capannina di Franceschi, e a Pietrasanta,
presso la galleria Intrecciarte
Le opere:
L’espressionismo moderno, realizzato nelle
tele con colori acrilici, secondo la tecnica
del pennello a secco, e su carta,
soprattutto con collage acquerellati, è
l’attuale approdo artistico di Mellone, che
dei suoi quadri
dice:
«I
miei cavalieri, come “Velvet rider”, sono
gli archetipi di un mondo virtuale che
collega un passato in cui erano validi certi
valori, la compassione, la lealtà e
l’amicizia, e l’oggi, in cui questi
principi, messi in un angolo dalle crude
necessità della
sopravvivenza, cedono il passo al
materialismo. Le donne sono una
parafrasi in chiave moderna, che mette in
risalto le problematiche femminili attuali,
molte delle quali ben diverse da quelle di
un tempo».
La critica:
Lodovico Gierut (scrittore
e critico d’arte):
«La
pennellata di Mellone è talvolta lunga e
corposa, ricca di pieni e di vuoti (il cenno
scultoreo è positivo), dove vivono lo
scontro e l'incontro e le tante luminosità
di un incedere figurale connotato da un che
magicamente arcaico…».
Luca Gnizio
(eco-designer): «La
forza di Mellone si esprime nelle pulite
geometrie che racchiudono la storia anche
più intricata su definiti piani concentrici;
sta alla sensibilità dell’osservatore
scoprire e decidere quanto voler leggere
l’intera scala pittorica. Interessante
constatare come negli anni stia avvenendo
una trasformazione, dalla geometria
spigolosa ad una forma sempre più morbida e
lineare: sono curioso di scoprire dove lo
porterà la sua continua ricerca
dell’essenzialità».
Stefania Provinciali
(giornalista e critica d’arte): «Donne
e cavalieri, temi che possono apparire
distanti. In realtà è l’approccio alle
tematiche della vita che unisce in un unico
percorso, reale ed ideale, le opere di
Antonio Giovanni Mellone. Cavalieri che
raccolgono le tensioni del mondo e ne
combattono il male affondando le loro armi
nei colori, blu, gialli, rossi permeati di
materia e di speranze, nell’impari lotta. La
donna è intrisa di colore, primitiva,
pittorica illusione di un sorso di felicità.
L’approccio coglie dal di dentro, là dove
Mellone si erge a interprete di un vissuto…
».
Francesca Giovanelli
(critica d’arte): «I supporti
pensati ogni volta dal pittore per le sue
creazioni, (tele, cartoni telati, carta
tirata a mano, masonite) si animano di
elaborati grafismi e cromie potenti che,
giustapponendosi e stratificandosi come in
un prezioso palinsesto, finiscono per
parlare una lingua multiforme, capace di
dilatarsi altrove, traendo energia dalle
radici stesse su cui si è formata la sua
personale identità».
Giammarco Puntelli
(direttore artistico di Spoleto
International Art Fair): «Quadri efficaci e
convincenti. Studi e opere di relazione, di
scomposizione e ricomposizione della figura
nello spazio pittorico e di insieme in 3 D
dell’universo d’arte».
Manuela Bartolotti
(giornalista specializzata della Gazzetta di
Parma):
«Il
cavaliere di Mellone, costruito con
geometrie dinamiche e spigolature
cubo-futuriste tra Picasso, Sironi, Marino
Marini e vivacità compositive alla Cassinari,
percorre i sentieri dell’arte, sfida le
convenzioni superando con esuberanza
cromatica e fantasia l’oscura barriera del
quotidiano».
Federica De Masi
(giornalista ed esperta d’arte):
«L'autore
ha affrontato una rilettura dei miti greci e
della cavalleria medievale, inserendo come
leit-motiv il tema del sogno. Secondo
l’artista, il mito è un refuso; in un oggi
in cui si è persa la speranza e l'essere
umano è sempre meno generoso, si deve
auspicare ad un recupero dei valori che
contraddistinguono l'eroe dei romanzi
classici».
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