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Giancarlo Giannini
protagonista a Quartieri dell’Arte con un testo che riporta in vita la
grande tradizione sacrale del Rinascimento
27-28 settembre 2014
Giancarlo Giannini
in
VITA DI MARIA VERGINE
di
Gian Maria Cervo
da Pietro Aretino
Regia
Adriano De Santis
Disegno luci Luigi Biondi
Palazzo dei Papi –
Viterbo
h 21,00
PRIMA ASSOLUTA
Lo spettacolo sarà introdotto da
SERMONES
di e con Francesca
Bartellini
Collaborazione drammaturgica Tommaso Renzoni
Ai Quartieri dell’Arte di Viterbo
approda Giancarlo Giannini per dare vita, in prima
mondiale, ad uno dei più bei testi prodotti dal genio rinascimentale di
Pietro Aretino,
nell’ambito del suo lavoro di riscrittura della materia sacra.
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Riadattato da Gian Maria Cervo,
drammaturgo italiano dal curriculum internazionale consolidato e
direttore artistico della rassegna qui giunta alla sua XIXesima
edizione, Vita di Maria Vergine vedrà il grande attore
cimentarsi i prossimi
27 e 28 settembre
in una sorta di “Divina Commedia” dagli sfondi patetici e psicologici,
all’interno della prestigiosa e storica cornice del Palazzo dei
Papi: location scelta non a caso perché fu qui, durante la
festa teatrale del 1462 nella Piazza San Lorenzo, che venne
rappresentata l"Assunzione della Vergine".
A dirigere Giannini sarà Adriano De Santis, da molti
anni suo strettissimo collaboratore e autore di prestigiosi allestimenti
presentati in prima mondiale nelle passate edizioni di “Quartieri
dell’Arte” (citiamo per tutti Se sapessi cantare mi salverei di
Juan Mayorga).
Se Aretino si preoccupa, nella sua composizione, di calare il suo
descrittivismo pittorico (che in alcuni momenti molto drammatici si
colora dei toni dell’ascetismo) in una struttura narrativa dai ritmi
serrati, concepita per avvincere, Cervo adatta e sintetizza l’opera in
una narrazione teatrale per flash rivelando la sua straordinaria
modernità. “E’ soprattutto merito della lingua efficace e spedita di
Aretino.” dice Cervo “Io mi sono limitato a spostamenti, a piccoli
emendamenti nelle scelte verbali e a tradurre il principio di
causalità, già fortemente presente nell’opera, in termini più
contemporanei. Questa è un‘opera molto ambigua e quindi politica in
senso moderno. |
Aretino la scrive per ottenere la porpora cardinalizia ma nonostante
questo rivendica il suo diritto alla “Inventio”, alla vivacità, alla
riorganizzazione dei materiali sacri per creare una struttura avvincente
e affermare la sua personalità d’artista. Credo che sia importante
riscoprire un autore come lui, ottusamente censurato in passato,
soprattutto in un’epoca come la nostra, in cui il Capitalismo, per un
problema di sopravvivenza, sarà costretto a rivedere la sua dottrina
teologica. Il nostro è un sistema economico, in cui quello che si narra
si tramuta in realtà (basta pensare agli effetti che hanno sull’economia
reale le stime delle agenzie di rating). Riportare al centro del
dibattito culturale un nuovo concetto di “Inventio” potrebbe avere
qualche effetto. Quindici, venti anni fa, ci fu un revival degli
elisabettiani connesso a un dibattito, a un discorso sul gender e in
quegli stessi anni ci fu una rifioritura del teatro text-based,
testuale. Oggi per le ragioni che ho indicato è forse il momento di
riscoprire Pietro Aretino. E affidarsi a Giancarlo Giannini, il genio
della recitazione italiana, in questa operazione è un’avventura
entusiasmante. E poi il testo è anche un omaggio a Viterbo. Aretino era
in contatto con Vittoria Colonna mentre lo componeva e la poetessa, che
gli dava feedback e pareri, abitava nella Città in quel periodo.”
La serata sarà introdotta dai Sermones di e con
Francesca Bartellini, opera ambientata in un futuro prossimo immaginario
in cui una donna arcivescovo, Madre Eva, che ha raggiunto il potere
sacro nelle gerarchie ecclesiastiche della Chiesa cristiano-cattolica,
parla ai suoi fedeli mentre riceve missive dalla sua collega inglese che
insinuano in lei un dubbio: il percorso che l' ha portata fino a lì è
giusto? E’ possibile aprirsi a una costruzione del Sacro che abbracci i
due principi, il femminile e il maschile, in un unico cerchio magico
fondativo? Il finale è una possibile chiave di lettura per
l’adattamento dell’opera aretiniana che segue. |
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Quartieri
dell’Arte sarà in programma fino al 30 ottobre.
Maggiori informazioni al sito:
www.quartieri dell’arte.it
Per info sui biglietti:
ufficiostampaquartieridellarte@gmail.com o
www.boxofficelazio.it
Gian Maria Cervo (Napoli 1970) è autore, consulente letterario,
curatore e traduttore. Tra i suoi testi recenti “Vi” (prima: Teatro Stabile di
Torino 2006), “L’uomo più crudele” (prima: Piccolo Teatro di Milano 2006), “Il
ragazzo con l’albergo” (da Goldoni, prima: Superstudio + Milano 2007), “Tra il
naso e il cielo” (da Pirandello, prima: Teatro del Dramma P. Ershov di Tobolsk-
Russia 2011), la serie teatrale “Il tempo libero” (prime: Box Schauspiel Essen-
Germania 2008; Teatro Gunagu Bratislava- Slovacchia 2010; Teatro India Roma
2011), “La carne del marmo” (con Alessio Boni, prima: Varzo, Festival Tones on
the Stones 2012), “Call Me God” scritto in collaborazione con Marius von
Mayenburg, Albert Ostermaier e Rafael Spregelburd (prima: Teatro Argentina, Roma
2012).
Gian Maria è stato autore in residenza della Deutsches Schauspielhaus in Hamburg
con Roland Schimmelpfennig e Dejan Dukovski nella stagione 2001-2002. Tra le sue
traduzioni opere di Shakespeare, Marlowe, Jonson, Tony Kushner, Sarah Kane, Doug
Wright, Dennis Kelly e David Harrower. E’ docente presso il corso di
sceneggiatura del Centro Sperimentale di Cinematografia- Scuola Nazionale di
Cinema. Sedi di Roma, Milano e Palermo. I suoi testi e graphic novel sono
pubblicati da Editoria & Spettacolo in Italia e da Suhrkamp e Drei Masken Verlag
in Germania.
Nato da madre inglese e padre italiano, Adriano De Santis, si
divide per i suoi impegni registici tra l’Italia, la Gran Bretagna, gli Stati
Uniti e la Grecia, spaziando dalla regia di grandi eventi di massa a quella di
intimistici allestimenti di testi contemporanei. E’ stato regista collaboratore
di artisti internazionali come David Warren e Malcolm McKay. Ha collaborato come
dramaturg al progetto Intertext realizzato dal Festival “Quartieri dell’Arte”
(in collaborazione con il National Theatre di Londra, il Burgtheater di Vienna e
la MEEC di Parigi) per cui ha messo in scena nel 2008 l’acclamata versione
italiana “Himmelweg” di Juan Mayorga e nel 2009 la prima mondiale di “Se sapessi
cantare mi salverei” dello stesso autore. Nel 2012 ha curato la direzione
artistica della prima italiana assoluta di “Coniglio bianco, coniglio rosso” di
Nassim Soleimanpour. Attualmente è responsabile della pianificazione e
programmazione della Scuola Nazionale di Cinema presso il Centro Sperimentale di
Cinematografia di Roma
Francesca Bartellini ha lavorato come attrice, scrittrice e
regista di teatro negli Stati Uniti e in Europa. Un suo testo e' stato messo in
scena a New York a Off-off Broadway dalla compagnia Miranda Theater diretta da
Valentina Fratti. La sua agente letteraria a New York e' Judy Boals che
rappresenta autori quali Tom Stoppard o Sam Shepard. Uno dei suoi lavori
teatrali è andato in scena diretto da lei a Chicago all’Organic Theater, teatro
fondato da David Mamet. Suoi testi teatrali sono arrivati finalisti a
competizioni internazionali indette dallo Steppenwolf Theater di Chicago (teatro
fondato da John Malkovitch e Meryl Streep) e dal Public Theater di Cleveland.
Altri suoi lavori sono andati in scena a Parigi e in Italia. La tragedia
Gli Angeli
di Mastemoth è arrivata finalista al Premio IDI.
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