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Evento storico:
Ritrovate e riunite al Palladio Museum
quattro Allegorie di Paolo Veronese disperse nei secoli
Il Palladio Museum di Vicenza partecipa, con l’Università di Padova,
alle celebrazioni veronesiane previste da luglio in tutto il Veneto con
una proposta che ha caratteristiche di assoluta eccezionalità.
In collaborazione con il Consorzio La Venaria Reale, presenta infatti
quattro meravigliose tele di Paolo Veronese appartenute probabilmente a
un palazzo pubblico veneziano e disperse già in epoca antica. I dipinti
facevano parte di un ciclo documentato da modeste copie, tra cui le
quattro oggi al Musée des Beaux-Arts di Chartres. Nel 1974 due delle
quattro tele originali, emerse all'improvviso sul mercato antiquario,
furono acquistate dal Los Angeles County Museum of Art. Le
due ancora mancanti all'appello sono state scoperte nei mesi scorsi in
una villa di proprietà pubblica sul Lago Maggiore.
L'eccezionale ritrovamento è dovuto al lavoro scientifico nelle
università di Milano e di Padova dei docenti Giovanni Agosti, Jacopo
Stoppa e Vittoria Romani e della giovane studentessa Cristina Moro.
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È stata quest’ultima,
impegnata in una tesi guidata da Agosti sulla collezione di Villa San
Remigio a Verbania Pallanza, a porre interrogativi su due tele
genericamente definite come “veronesiane” patrimonio della dimora, con
un valore venale stimato, l’altr’anno, appena settemila euro. Si tratta
invece di due splendidi originali di mano del maestro e non certo opere
di bottega.
Nonostante i tempi ristrettissimi, l'eccezionalità dell'occasione ha
convinto il Los Angeles County Museum of Art a concedere in
prestito al Palladio Museum i propri due dipinti, per affiancarli alle
due nuove scoperte. I quattro capolavori, di dimensioni imponenti (circa
200 per 110 centimetri), raffigurano tutti figure allegoriche: tre
sapienti antichi con in mano strumenti per la misurazione della terra e
del cielo, e una donna, allegoria della Scultura. Le tele ornavano un
palazzo pubblico veneziano, e furono realizzate intorno al 1553 in un
momento cruciale nell'attività del giovane Veronese, quando – poco più
che ventenne – entra in contatto con Palladio e Daniele Barbaro. Con
essi, negli anni a seguire, sarà protagonista della creazione di una
delle più stupefacenti imprese architettoniche e decorative del
Cinquecento veneto: la Villa Barbaro di Maser. |
“Da tempo stiamo
lavorando su Palladio e Veronese – dichiara Guido Beltramini, direttore
del Palladio Museum – due artisti legati da un rapporto
strettissimo fatto di amicizie comuni e committenze intrecciate. Per
questo abbiamo proposto a La Venaria Reale di condividere un progetto
espositivo esponendo in casa di Palladio i Veronese ritrovati, in
parallelo alla grande mostra su Paolo Veronese che la Direzione Musei di
Paola Marini ha allestito a Verona nel Palazzo della Gran Guardia
insieme alla National Gallery di Londra”.
Le tele di Verbania infatti, per iniziativa della Reggia di Venaria e
della Regione Piemonte, oggi proprietaria di Villa San Remigio, sono
state poste in restauro presso il Centro Conservazione e Restauro La
Venaria Reale annesso al complesso della Reggia.
"Abbiamo aderito volentieri – dichiara Alberto Vanelli, direttore del
Consorzio La Venaria Reale – al progetto espositivo del Palladio
Museum, che contiamo di replicare alla Reggia di Venaria. In questo
modo i dipinti potranno essere confrontati con le altre opere di
Veronese giunte da Europa e Stati Uniti per essere studiate a fondo e
comprese". |
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La mostra, curata da Giovanni Agosti, Guido Beltramini e Vittoria
Romani, accanto alle tele veronesiane ricostruirà quanto è possibile raccontare
della storia collezionistica dei due dipinti ritrovati a Verbania Pallanza. Esse
pervennero nella celebre Villa San Remigio, costruita in occasione del
matrimonio che nel 1896 coronò la contrastata storia d’amore fra il marchese
partenopeo Silvio della Valle di Casanova e Sophie Browne, pittrice e scultrice
di origini irlandesi. I due, che erano cugini, raccolsero nella villa una
straordinaria collezione d'arte e la circondarono con un complesso di giardini
tematici affacciati sul lago Maggiore, di sapore romantico e passatista, che
attrasse personaggi come Umberto Boccioni e Bernard Berenson. Per evocare tale
contesto in mostra a Vicenza, accanto a preziose immagini d'epoca, saranno
presentati due splendidi dipinti che Umberto Boccioni realizzò durante il
soggiorno in Villa San Remigio: il "Paesaggio" e il "Paesaggio (con montagne e
lago)", entrambi del 1916, oggi di proprietà privata.
Il catalogo della mostra, a cura di Vittoria Romani (Università di Padova),
raccoglie scritti di Romani, Xavier Salomon, Cristina Moro, Carlotta Crosera, ed
è edito da Officina Libraria.
Info:
www.palladiomuseum.org
Ufficio Stampa:
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel. 049.6633499
info@studioesseci.net
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