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Il Palladio Museum
ha prodotto una mostra dedicata alle visioni della Roma antica, mettendo
in scena immagini dai film di Pier Paolo Pasolini accanto ad una
eccezionale donazione di preziosi libri, mappe e vedute di Roma antica
riuniti in quarant’anni di ricerche da Alberto Caldana, una singolare
figura di collezionista-studioso.
In una lettera del 1343 Francesco Petrarca racconta di aver scalato le
grandiose volte delle terme di Diocleziano, in cerca di silenzio e aria
fresca, e per ammirare dall’alto le rovine di Roma. Esse testimoniavano
la grandezza della città ma anche, paradossalmente, che era stata
distrutta. Ciò faceva riflettere sulla fragilità delle realizzazioni
umane, e insieme rafforzava il desiderio di recuperare ed emulare le
opere degli antichi: una resurrezione e un riscatto su cui si fondò il
Rinascimento. Un segno opposto hanno invece le rovine che fanno da
sfondo ai ragazzi di vita dei film di Pasolini, ruderi muti che nessuno
più capisce, soffocati dall’avanzare delle periferie senza memoria.
Fra le opere esposte accanto agli sguardi pasoliniani di Mamma Roma
(1962) e La Ricotta (1963) una rarissima copia dell’Antiquae
Urbis Romae, il primo testo a stampa che tenti una ricostruzione
della Roma antica, concepito nell’ambiente intorno a Raffaello Sanzio.
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E ancora la celebre
veduta di Roma di Pirro Ligorio del 1561, il Campo Marzio di
Piranesi (1762) che diventerà una delle immagini chiave dell’immaginario
del Postmoderno per Tafuri e Aldo Rossi, le piante topografiche
ottocentesche di Roma e del Lazio di Luigi Canina (con esemplari
postillati dall’autore) e la Forma Urbis Romae di Rodolfo
Lanciani in ben 46 tavole (1893-1901).
La mostra è un viaggio per visitare con l’immaginazione una città
straordinaria ma perduta, che per secoli gli architetti – e Palladio in
particolare – indagarono ossessivamente per ritrovare il graal di
una nuova architettura. La mostra è allestita nella galleria delle
esposizioni temporanee del Palladio Museum concepito da Guido
Beltramini, Howard Burns e Alessandro Scandurra come museo-laboratorio
sulla cultura dell’architettura. Le opere in mostra potranno quindi
essere confrontate con i disegni autografi di studio di monumenti
antichi tracciati da Palladio nei suoi soggiorni a Roma, presenti in
originale nelle altre sale del Palladio Museum.
“Con le visioni di Roma inauguriamo un anno di importanti mostre
al Palladio Museum: – dichiara Amalia Sartori, presidente del
CISA Andrea Palladio – in giugno sarà la volta di Thomas Jefferson e
il palladianesimo americano e ad ottobre di Donato Bramante e
l’arte della progettazione, in occasione del quinto centenario della
morte del padre dell’architettura rinascimentale”. |
La mostra è
accompagnata dall’uscita di un poderoso volume “Roma antica. Piante
topografiche e vedute generali” frutto dell’erudizione dello stesso
Alberto Caldana, affiancato da specialisti come Mario Bevilacqua
(Università di Firenze), Marcello Fagiolo (Università di Roma La
Sapienza) e Clemente Marigliani.
I materiali in mostra sono stati donati da Alberto Caldana al Centro
Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio a costituire una
raccolta intitolata al donatore e a suo fratello Luigi.
La mostra è sostenuta dalla Regione del Veneto, dalla Fondazione
Cariverona e dalla Fondazione Giuseppe Roi. Grafica e allestimento sono
a cura di Studio Scandurra. I materiali su Pasolini sono stati elaborati
in collaborazione con Casa Testori di Milano.
Palladio Museum, 9 febbraio -18 maggio 2014
contra’ Porti 11, Vicenza
martedì - domenica 10-18
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