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Mi piace fare mostre
come questa, mai per la voglia di stupire, ma sempre e solo perché la
pittura, attraverso la conoscenza, sia l’adesione a un sentimento, ne
sia il racconto e non mai la spiegazione. Non desidero spiegare niente a
nessuno, ho solo la gioia di mostrare che una finestra di Giorgione,
oltre la quale sta il velluto di una notte chiara, io la possa appendere
accanto a una finestra dipinta da López García quasi cinquecento anni
dopo, quando una tangenziale butta la notte della periferia di Madrid
dentro quella stessa finestra aperta. Penso che si possano fare mostre
anche così, né migliori né peggiori di altre, ma diverse. Dove, sulla
stessa parete, a Bellini non debba per forza succedere Giorgione, e dopo
di lui Tiziano. Certo, anche questo, ma non solo. Penso che valga la
pena vivere e lavorare in questo modo, dentro alla verità d’ognuno.
Dentro all’emozione d’ognuno.”
E’ un brano tratto dal libro che Marco Goldin ha scritto e che è
diventato il catalogo dell’esposizione. Un brano che identifica
compiutamente il suo modo di essere storico e curatore, il suo modo di
pensare a una mostra. Come questa dedicata al tema della sera e della
notte nella storia dell’arte, nella quale la novità è l’ingresso della
Fondazione Teatro Comunale della Città di Vicenza come Ente Promotore,
con il Comune di Vicenza e Linea d’ombra, con il contributo fondamentale
della Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e
Ancona. Main Sponsor Segafredo Zanetti, special sponsor UniCredit.
Accoglienza turistica a cura del Consorzio “Vicenza è”. |
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Afferma il Sindaco di
Vicenza, Achille Variati: "A due anni dalla sua riapertura, proprio con
il primo fortunatissimo episodio della collaborazione con Linea d'ombra,
"Raffaello verso Picasso", la Basilica Palladiana può già esibire numeri
di primaria importanza: 650 mila visitatori, una pluralità di eventi,
mostre, incontri che l'hanno trasformata nel vero cuore culturale della
nostra città, e che hanno contribuito a facilitarne l'inserimento,
avvenuto quest'anno, nell'elenco dei Monumento Nazionali. La Basilica,
edificio simbolo delle architetture palladiane, rappresenta anche la
ritrovata vocazione di Vicenza a ripensare il proprio sviluppo in
un'ottica innovativa: capoluogo di una provincia fortemente produttiva,
oggi la città sta dimostrando come, pur in un periodo di crisi,
l'investimento in cultura, creatività, attrattività rappresenti il modo
migliore per costruire nuove opportunità di sviluppo per un intero
territorio".
Per tornare alla mostra, si tratta di un'esposizione di capolavori,
sensazioni, emozioni e simboli. E simbolica non poteva che essere,
quindi, anche la data di inizio: il 24 dicembre 2014, la Notte Santa.
Il titolo, “Tutankhamon Caravaggio Van Gogh. La sera e i notturni dagli
Egizi al Novecento”, richiama millenni di storia dell’uomo e dell’arte,
appuntati in una mostra che indaga una vicenda antica, quella degli
Egizi, ma soprattutto poi una seconda storia, dal Quattrocento al
Novecento in pittura, lungo il suo versante struggentemente serale e
notturno. |
Quella in cui alcuni
artisti raffigurano una manciata di stelle o un chiaro di luna, come
profonde corrispondenze dell’anima. Ma anche la notte come luogo nel
quale si raccolgono alcuni grandi passaggi della storia dell’arte.
Perché la notte in questa mostra non è solo fascino del naturalismo
ottocentesco, da Turner e Friedrich fino agli impressionisti e poi
Mondrian e Klee all’inizio del nuovo secolo. Non è solo il luogo in cui
meravigliose storie sacre si raccontano, da Giorgione a Tiziano, da
Caravaggio a El Greco. Ma è anche una notte fortemente spirituale,
interiore, che giustifica così la presenza di straordinari pittori
astratti da Rothko a De Staël, da Noland a Morris Louis.
Ben 113 opere, spesso rare, divise in sei sezioni e provenienti da
trenta musei e collezioni di tutto il mondo, musicano questo
affascinante racconto sinfonico.
Un poema che inizia lungo il Nilo, dove si sedimenta l’idea della notte
del mondo oltre il mondo. E’ la notte abitata nel ventre delle Piramidi.
Raccontata in mostra da reperti che, da soli, valgono il viaggio a
Vicenza. Dal Museum of Fine Arts di Boston giunge per la prima volta in
Italia un nucleo di tesori egizi: dal volto del re Menkaura a quello,
celeberrimo, di Tutankhamon re bambino sino ai ritratti del Fayum,
quando Egitto e Roma si avvicinano, a partire dal I secolo d. C. Questo
il grande prologo.
La seconda sezione, con molti capolavori da Giorgione a Caravaggio, da
Tiziano a El Greco, da Tintoretto a Poussin, indugia sulla suggestiva
atmosfera delle figure collocate in ambienti notturni, soprattutto
seguendo la vita di Cristo dal momento della nascita fino alla
crocifissione e alla deposizione nel sepolcro. Opere straordinarie
soprattutto del Cinquecento e del Seicento sono al centro di questa
parte. |
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La terza sezione tocca alcuni dei vertici dell'incisione di tutti
i tempi, in una sala nella quale, con sedici fogli in totale, si confrontano
Rembrandt e Piranesi, il primo con i suoi celeberrimi soggetti religiosi, a
cominciare dalla Stampa da cento fiorini fino alla visione delle Tre croci, il
secondo con le altrettanto celebri immagini delle "Carceri".
La quarta sezione si sofferma invece sul paesaggio, dal momento del tramonto
fino a quello in cui nel cielo si levano la luna e le stelle. Ovviamente il
secolo raccontato è il XIX, poiché, dal periodo romantico fino
all'impressionismo, questo è stato il tempo della natura serale e notturna.
Sfilano alcuni dipinti indimenticabili di Turner e Friedrich, di Corot e Millet,
dei grandi americani da Church a Homer, fino a Whistler, Monet, Pissarro, Van
Gogh e poi Mondrian, Klee e Hopper nella prima parte del Novecento, fino a
Kiefer nella seconda.
La penultima sezione entra nel pieno Novecento, dove in due sale vengono
disposti alcuni dei grandi della seconda parte del secolo, specialmente per
quanto riguarda il versante astratto americano, da Morris Louis a Noland a
Rothko. Ma anche pittori che si sono tenuti a cavallo tra figurazione e
astrazione, come De Staël, fino a un altro grande americano come Andrew Wyeth, e
poi López García e Guccione, per entrare nelle profondità della sera e della
notte intesa come fatto soprattutto psicologico.
Infine, la sesta e ultima sezione è un riassunto di tutti i temi affrontati e le
opere indimenticabili si succedono, da Gauguin a Cézanne, da Caravaggio a Luca
Giordano, da Van Gogh a Rothko ancora. Per una chiusura che lascia con il fiato
sospeso, tra notti dello spirito, notti della vita e notti della natura.
“A testimoniare – chiosa Goldin - il senso di una notte che non è più soltanto
il risultato di un vedere fisico e riproduttivo, ma interiore e determinato
dalla profondità psicologica, del sogno e della memoria. In una mostra che, come
dice il titolo, vuole avvicinare, ma non accostare, il sentimento che scaturisce
dalla fierezza del viaggio nel tempo di Tutankhamon e lo straziato viaggio sotto
la luna e le stelle di Vincent van Gogh a Saint-Rémy. Nessuna giunzione
stilistica, e non servirebbe nemmeno dirlo, ma il racconto dei modi diversi,
anche lontani, entro i quali la notte è stata intesa. Detta. Con un largo
compasso storico, appunto dagli Egizi fino al Novecento. La notte è sempre stata
la rappresentazione della vita, il suo limite e insieme un culmine che si
supera”.
Informazioni e prenotazioni
Linea d’ombra
call center 0422.429999 -
www.lineadombra.it
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