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Eccezionale. A
Vicenza, López García,
il più grande pittore figurativo al mondo.
La mostra a Palazzo Chiericati.
E' la prima in Italia dopo 42 anni.
A
quarantadue anni dalla prima, e unica, sua mostra personale in Italia
(Torino, Galleria Galatea, 1972, con catalogo a cura di Giovanni
Testori), Antonio López García ha accettato l’invito di Marco Goldin di
tenere la sua seconda personale italiana. Dopo la morte di Andrew Wyeth
prima, e di Lucian Freud poi, López García è considerato unanimemente il
maggior pittore figurativo vivente al mondo
Questa mostra vicentina è evento eccezionale, dal momento che l’artista
spagnolo ha sempre centellinato le occasioni in cui si sono potute
vedere le sue opere, che hanno trovato peraltro casa in alcuni dei più
famosi musei del mondo.
López García, che già è stato protagonista con tre opere (tra cui La
cena, attualmente riesposta in Italia in occasione della Milanesiana)
della mostra Raffaello verso Picasso nel 2012 sempre a Vicenza e
dedicata alla storia del ritratto e della figura, si è mostrato
affascinato dal progetto della mostra sui Notturni che Goldin
proporrà in Basilica, accettando di parteciparvi con quattro opere.
Prestiti importanti, sollecitati presso collezionisti e istituzioni
dallo stesso artista. La prima di queste, una celeberrima scultura
policroma su legno del 1963, Donna che dorme. Il sogno, dal museo
Reina Sofía di Madrid, che sarà posta in dialogo con le sculture
dell’antico Egitto e con i ritratti del Fayum a lui cari. |
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Poi, nella sezione
successiva, il rapporto con le finestre notturne di Giorgione e Tiziano
(saranno Grande finestra, del 1972-1973 e Finestra di
notte, Chamartin, del 1980), mentre la quarta apparirà nella
penultima sezione, quella dedicata alla pittura sulla notte condotta nel
Novecento, da Klee e Hopper fino a De Staël e Rothko, e si intitola
Tomelloso, giardino di notte, del 1980.
Ma, al di là dei quattro prestiti per la mostra in Basilica, l’artista
ha accettato di essere protagonista di una mostra personale che lo
stesso Goldin curerà presso la sede del museo civico vicentino.
L’esposizione, promossa da Linea d’ombra e dal Comune di Vicenza, con
l’apporto fondamentale di Segafredo Zanetti in qualità di main sponsor,
si svolgerà dal 24 dicembre 2014 all’8 marzo 2015, coprendo quindi tutto
il primo tempo della vasta mostra storica in Basilica, e avrà, nel
volume/catalogo che verrà pubblicato per l’occasione, un lungo saggio di
Marco Goldin, unitamente alle schede critiche dedicate alle venticinque
opere che verranno esposte. Opere racchiuse specialmente negli ultimi
suoi vent’anni di attività. Molto concentrata sulla scultura, che ha
occupato una parte importante dei pensieri di Antonio López negli ultimi
due decenni, nella mostra troveranno spazio anche alcuni grandi disegni
preparatori per le sculture stesse, oltre ad alcune vaste tele dedicate
in modo particolare alle famosissime vedute della città di Madrid,
appartenenti sia a collezioni private che a istituzioni pubbliche.
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La rassegna vicentina
non occuperà soltanto le cinque sale al piano terreno di Palazzo
Chiericati, con lavori molto ben scanditi e distribuiti negli spazi, ma
grazie al prestito straordinario dello stesso López García, partirà
extra moenia, con due sculture monumentali in bronzo, Carmen
addormentata e Carmen sveglia, che verranno collocate alle
due estremità di Corso Palladio, come annuncio della mostra personale ma
anche come annuncio, sul tema della notte e del risveglio,
dell’esposizione in Basilica Palladiana. Di ognuna di queste sculture
esistono tre esemplari, il primo al Museum of Fine Arts di Boston, il
secondo nello spazio antistante la grande stazione ferroviaria madrilena
di Atocha e il terzo rimasto nelle mani dell’artista. Il quale, in via
del tutto eccezionale, ha deciso di concederlo a Vicenza, per questa
circostanza che gli è diventata cara.
L’attenzione nei confronti della scultura di López García proseguirà
all’interno di Palazzo Chiericati, con una netta divisione di materiali
e temi. Il lato sinistro del palazzo vedrà la presenza di una
celeberrima scultura, Uomo, del 2003, sempre di grande formato, e
di uno tra i disegni preparatori, di oltre due metri di altezza. Quei
disegni che sono un’altra delle eccellenze che la mostra potrà indicare.
Altre due famose sculture, accompagnate ancora una volta da grandi fogli
preparatori, sanciranno questa adesione millimetrica alla realtà. Quella
realtà che, come recita il sottotitolo della mostra, ha sempre a che
fare con il segreto e la magia del silenzio. Le altre due sculture
saranno quindi Uomo disteso (2011) e una ancora più recente,
conclusa lo scorso anno, Figura di donna. Fátima. |
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Invece, nella parte destra del palazzo, sarà ospitata una
selezione dell’opera pittorica, raccolta attorno ad alcune vaste tele che hanno
fatto tutta la grandezza di López García pittore e dedicate alle visioni
dall’alto di Madrid, tra le quali la famosissima Madrid vista da Capítan Haya
(1986/1997) del Museo Reina Sofía della capitale spagnola. Quadri condotti con
una lentezza che è continua scoperta di motivi che si vanno approfondendo,
dentro quella luce calcinata e però purissima, sospesa in un silenzio senza
soluzioni, che la pittura delimita nell’assoluto della visione protratta.
Assieme a queste grandi pitture più recenti, in due sale una breve carrellata
anche dei quadri del primo López García, quello che nasce dal rapporto con lo
zio pittore, Antonio López Torres.
Ma la cosa forse più straordinaria in assoluto, è che Vicenza presenterà
l’ultimo, grande quadro cui López García sta lavorando, e che verrà ultimato
proprio per la mostra di Palazzo Chiericati. Una tela quasi quadrata di oltre
due metri di lato e intitolata Notturno, Poniente 3. Da un interno
dimesso, nella luce della notte, i riflessi sulla finestra di un paesaggio
urbano che lampeggia all’esterno e lascia tutta bloccata l’atmosfera della
notte.
Ufficio Stampa:
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel. 049.663499
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