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Mostra a cura di
Domizio Cattoi e Domenica Primerano
Sarà inaugurata venerdì 7 marzo alle ore 18.00 presso il Museo Diocesano
Tridentino la mostra Arte e persuasione. La strategia delle immagini
dopo il concilio di Trento (7 marzo - 29 settembre 2014).
Per la prima volta una mostra focalizza l’attenzione sugli esiti che le
decisioni assunte dal concilio di Trento in materia di immagini sacre
ebbero nella produzione artistica di uno specifico contesto
territoriale, quello del principato vescovile di Trento, dove fu attuata
una ben precisa politica di disciplinamento culturale e sociale
attraverso la strategia delle immagini. Un dato che emerge con evidenza
in questo territorio di frontiera, posto a stretto contatto con le aree
della Riforma protestante, diversamente da diocesi geograficamente e
culturalmente più lontane.
E’ in una delle ultime sessioni dell’assise tridentina, la XXV del 3
dicembre 1563, che venne promulgato il decreto Della invocazione,
della venerazione e delle reliquie dei santi e delle sacre immagini,
con il quale la Chiesa assolveva l’uso delle immagini sacre, la cui
legittimità era stata aspramente criticata dalla Riforma protestante. La
norma esaltava la funzione didattica delle immagini e forniva alcune
‘linee guida’ da seguire per la realizzazione delle immagini da
collocare negli edifici di culto, demandandone ai vescovi il controllo.
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Nei decenni successivi
furono pubblicati numerosi trattati dedicati alle arti figurative a
soggetto sacro, all’architettura dei luoghi di culto e alla
suppellettile liturgica, testi che tradiscono la forte preoccupazione
della gerarchia ecclesiastica nei confronti dell’attività artistica, da
riportare entro parametri codificati da una superiore autorità
religiosa.
Gli studi, avviati in occasione del 450° anniversario della chiusura del
concilio (1563-2013), prendono in esame le decisioni assunte dalla
gerarchia ecclesiastica nella diocesi tridentina; i rapporti che si
instaurarono a livello locale tra la nuova liturgia, spiritualità,
pietà, devozione popolare e il fenomeno artistico; l’interpretazioni dei
trattatisti postconciliari. La mostra, curata da Domizio Cattoi e
Domenica Primerano, è promossa dal Museo Diocesano Tridentino in
collaborazione con la Soprintendenza per i beni storici, artistici,
librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento e con il
Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di
Trento. Presenta una settantina di opere, molte delle quali mai esposte
prima, provenienti da numerose chiese del Trentino, da importanti musei
del territorio e da altre istituzioni pubbliche italiane.
Un’ulteriore novità è data dal fatto che la selezione delle opere è
stata operata sulla base della ricca documentazione raccolta durante
l’attività di inventariazione informatizzata dei beni artistici e
storici dell’Arcidiocesi di Trento, promossa a livello nazionale dalla
Conferenza Episcopale Italiana, circostanza che ha permesso di
evidenziare le innumerevoli potenzialità di un innovativo strumento
finalizzato alla ricerca e alla tutela dei beni culturali. In questo
senso, si tratta di un ‘progetto pilota’, che l’Associazione Musei
Ecclesiastici Italiani propone di estendere ad altre realtà
territoriali. |
Il percorso
espositivo, si apre con una sezione introduttiva di carattere storico
documentario. Vi sono esposte alcune edizioni a stampa della Sacra
Scrittura, a partire dalla prima Bibbia corredata di illustrazioni
pubblicata in Italia nel 1489 fino alla celebre Bibbia Sisto-clementina
del 1592. Una sequenza di Bibbie in lingua latina, italiana e tedesca,
stampate sia in ambito cattolico sia protestante, propone al visitatore
il tema della traduzione del testo sacro nel volgare in uso presso le
varie nazioni, fatto percepito come necessario da Martin Lutero per
consentire l’accesso diretto dei fedeli al Verbum divino, senza
la secolare mediazione della Chiesa e della tradizione.
Si entra poi nel merito delle problematiche discusse al concilio con
l’edizione a stampa dei decreti (1564) e con esemplari dei principali
trattati dedicati alle immagini, in particolare quelli più noti di
Giovanni Andrea Gilio, Carlo Borromeo, Gabriele Paleotti e Jan van der
Meulen o Vermeulen, conosciuto come Molanus. Il focus si concentra
inoltre sui temi della censura e della proscrizione del nudo attraverso
gli esempi celeberrimi del Giudizio universale di Michelangelo e
della Cena in casa di Levi di Paolo Veronese, richiamati
in mostra attraverso due grandi stampe dell’epoca. Questi semplici
esempi daranno l’idea del clima di grande dibattito culturale che sorse
attorno alle immagini e del loro potere comunicativo anche in termini di
diffusione di dottrine eretiche. |
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Vengono quindi indagati i riflessi sulla produzione artistica del
territorio trentino in un’epoca compresa tra la fine del Cinquecento e la metà
del Seicento, un periodo in cui dalle elaborazioni del tardo Manierismo si passò
progressivamente all’affermazione del Barocco. Dopo aver illustrato attraverso
audaci confronti l’evoluzione del dipinto a tema religioso dal Rinascimento
all’epoca postconciliare, la mostra indaga le iconografie più diffuse nel
contesto locale: il culto del Crocifisso, l’esaltazione della figura della
Madonna nelle varie declinazioni, la rivalutazione delle figure dei santi. In
questo periodo, le nuove raffigurazioni dovevano commuovere lo spettatore per
incrementarne la devozione, esaltando al contempo il ‘trionfo’ della Chiesa
nella lotta al Protestantesimo. Particolarmente indicate a questo scopo, erano
le raffigurazioni del martirio dei santi, che assumevano talvolta toni molto
cruenti e patetici, oppure le immagini che catturavano i paladini della fede
cattolica nei momenti dell’estasi mistica. Accanto alla produzione di carattere
più spiccatamente devozionale, vengono esposte opere dal contenuto dottrinale
più complesso, interpretabili quali risposte polemiche alle contestazioni della
Riforma in merito ai temi più dibattuti della dottrina, tra gli altri quelli
dell’Eucaristia e del Purgatorio.
La mostra espone opere realizzate da artisti di rilievo che transitarono in
Trentino tra la fine dell’evento conciliare e la metà del XVII secolo, tra gli
altri Paolo e Orazio Farinati, Felice Brusasorci, Jacopo Palma il Giovane,
Martino Teofilo Polacco, Francesco Frigimelica, Fra Semplice da Verona, Donato
Mascagni e Pietro Ricchi. Accanto agli artisti forestieri, che supplivano
all’assenza di una vera e propria scuola pittorica locale, sono presentati
dipinti di personalità più modeste sotto il profilo stilistico, ma non per
questo meno interessanti nella capacità di elaborare immagini efficaci dal punto
di vista iconografico e indurre sentimenti di pietà e devozione nei fedeli. La
visita alla mostra permetterà inoltre di conoscere le microstorie legate al
variegato mondo della committenza, sia essa di rango altolocato, sia scaturita
da personalità di provincia, confraternite, prelati.
Nel contesto dell’esposizione sarà valorizzato anche il patrimonio artistico
dislocato sul territorio: specifici percorsi legati ai temi della mostra
porteranno alla scoperta di emergenze monumentali e cicli figurativi di
particolare interesse, tra gli altri le cappelle di San Ruperto a Villa
Lagarina, dell’Annunziata a Sacco, del Rosario di Cavalese e i santuari
dell’Inviolata a Riva del Garda e della Madonna Lauretana a Castel Madruzzo e
Villazzano. Infine, la mostra si pone come capofila di un progetto lanciato a
livello nazionale da AMEI, Associazione Musei Ecclesiastici Italiani, che invita
gli enti associati a svolgere analoghe indagini sui propri territori attraverso
la banca dati dell’Inventario diocesano elaborando proposte espositive o
approfondimenti tematici.
Cura della mostra
Domizio Cattoi e Domenica Primerano
Comitato scientifico
Domizio Cattoi, Laura Dal Prà, Alessandra Galizzi Kroegel, Christian Hecht,
Domenica Primerano, Iginio Rogger
Orari
dal 7 marzo al 31 maggio
lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato: 9.30-12.30 / 14.00-17.30
domenica: 10.00-13.00 / 14.00-18.00
dal 1 giugno al 29 settembre
lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì: 9.30-12.30 / 14.30-18.00
sabato e domenica: 10.00-13.00 / 14.00-18.00
giorni di chiusura
ogni martedì, Pasqua, 26 giugno, 15 agosto
Biglietti
5€ intero, 3€ ridotto
Informazioni
tel. 0461 234419
info@museodiocesanotridentino.it
www.museodiocesanotridentino.it
Come Arrivare
Il museo è ubicato nella centralissima Piazza Duomo, a due passi dalla
stazione ferroviaria e dalla stazione delle corriere
Visite Guidate
Per singoli visitatori: ogni prima e terza domenica del mese alle ore 16.00,
costo compreso nel biglietto d’ingresso. Per gruppi: su prenotazione telefonando
ai Servizi educativi del museo allo 0461-234419
Didattica Per Le Scuole
In occasione della mostra il museo propone alle scuole uno speciale percorso
di visita all’esposizione rivolto alle classi di ogni ordine e grado. I percorsi
per le scuole si prenotano contattando i Servizi educativi del museo allo
0461-234419
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