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Da più
di dieci anni rivivono, FUORI (ma DENTRO il cavallo), l’ultima notte che
precede il massacro dei Troiani, DENTRO la città, ma in realtà FUORI da
dove si trovano loro. E questo è il pensiero dominante: quale è il
FUORI, quale è il DENTRO? Cosa si sviluppa nell’animo di eroi, o di
semplici soldati, la notte prima della battaglia? Soli, nel ventre del
cavallo, senza una donna che possa dire loro, come a Riccardo III, “domani
nella battaglia pensa a me”. Ognuno di loro è solo tra amici e
nemici e da solo affronta la vita, la morte, il passato e il presente
(se esiste il presente...) e guarda al futuro: cosa è il FUORI, cosa è
il DENTRO? Tra loro, spirito solo sognato eppure ben presente, vaga
Iris, il messaggero di Zeus, che cercherà di svegliare le loro
coscienze, passando dal DENTRO al FUORI e viceversa: “ora dormite,
svegliatevi!” Un giornalista e un dottore sono testimoni di questa
sofferenza. Tra loro e gli eroi ondeggiano tre fanciulle, le Parche,
eterne come il mondo, che, nonostante i loro gravosi incarichi, possono
ridersene della Morte, perché sono loro che tessono la vita dell’uomo,
obbedendo al Fato. Il quale, con il cantastorie Demodoco, narra questa
storia, che pur bisogna narrare. Ma il FUORI è realmente un FUORI,
oppure ancora una volta si cade semplicemente in un ennesimo DENTRO? E
quindi: “ora dormite, svegliatevi! |