Nel 1897
giunge per la prima volta in Africa in compagnia della madre e ne rimane
affascinata. Assume un nome arabo, si veste da uomo, diventa musulmana,
e qui incontra Slimène, un sottufficiale di origine araba. I due si
sposano, ma Isabelle, pur amandolo profondamente, non cambierà il suo
stile di vita: alcol, hashish e rapporti casuali. Muore a soli
ventisette anni, il 21 ottobre del 1904, nell’oasi di Ain –Sefra, nella
sua casa, travolta dalla piena dell’uadi.
Lo
spettatore incontra Isabelle proprio in questi ultimi istanti di vita,
sofferente nel corpo e nell’anima, ma indomita, in cerca ancora di se
stessa, della sua vera essenza.
Un istante
senza tempo, dove la ragione lotta con i sensi, l’istinto insegue l’Io,
in un dialogo con se stessa, con il suo destino.
Isabelle
Eberhardt: io parto per l'ignoto.
Atto unico
di Paola Merolli
con Sara
Religioso e Davide Iacovacci
regia
Davide Iacovacci
Video
making: Davide Iacovacci, Riccardo Morgante, Niccolò Vitelli
Chitarre:
Renato Garretto
Tecnico
Luci: Martin Emanuel Palma
Foto di
scena: Valeria Nardilli
Grafico:
Marco Ricci |