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Arbeit mach frei
(Il
lavoro rende liberi)
TEATRO STANZE SEGRETE
via della
Penitenza 3
dal
28 gennaio al 2 febbraio 2014
Libero adattamento di poesie, racconti e testimonianze
sull’Olocausto
a cura di Dario de Francesco, Giovanni Pannozzo e Giorgia
Piracci.
Diretto da de Papi
con Maurizia Grossi, Dario de Francesco, Giovanni
Pannozzo, Giorgia Piracci.
Arbeit mach frei (il lavoro rende liberi)
è lo spettacolo che Dario de Francesco, Giovanni Pannozzo e Giorgia
Piracci portano il scena al Teatro Stanze Segrete di Roma per
ricordare il dramma dell'Olocausto. Dal 28 gennaio al 2 febbraio 2014
insieme a Maurizia Grossi i tre attori saranno in scena con
poesie, racconti e testimonianze sulla Shoa. |
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Tra il 1939 e il 1945
nei campi di morte, ideati dalla Germania nazista per eliminare ebrei e
avversari politici, scomparvero sei milioni di ebrei e circa cinque
milioni di civili dei territori occupati. Le vittime erano tutti coloro
che il Terzo Reich riteneva appartenere a una razza inferiore e un
pericolo per l’omogeneità razziale della popolazione germanica. Non
solo, le vittime furono anche i comunisti, socialisti, testimoni di
Geova, omosessuali, rom, polacchi e bambini tedeschi con handicap fisici
o mentali.
Nel silenzio,
pressoché totale del mondo, prima che la guerra giungesse al termine,
due ebrei su tre sarebbero morti per mano dei tedeschi e dei loro
fiancheggiatori nell’ambito della cosiddetta “soluzione finale”.
Il mondo ricorda
questi eventi col nome di Olocausto, dal greco “bruciato interamente”, o
col termine ebraico “Shoah” – catastrofe, distruzione.
Lo spettacolo vuole
parlare di questi accadimenti partendo da due simboli di quel periodo:
il campo di concentramento nazista e la scritta “Arbeit Macht Frei”
(Il lavoro rende liberi), posta all'ingresso di numerosi campi, fra cui
il campo di sterminio di Auschwitz – Birkenau e quello di lavoro di
Dachau. In quest’ultimo i prigionieri che lasciavano il campo per
recarsi al lavoro, o che vi rientravano, erano costretti a sfilare sotto
il cancello d'entrata, spesso accompagnati dal suono di marce marziali
eseguite da un'orchestra di deportati appositamente costituita. |
Una scritta illusoria
e beffarda per coloro che mai avrebbero visto la libertà, morendo a
milioni in quei luoghi (“le tre parole della derisione […] sulla porta
della schiavitù”, così scrisse Primo Levi ne La Tregua).
Lo spettacolo prende
vita dalle testimonianze e dalle memorie dei lager per raccontare la
deportazione, dall’ingresso al campo fino alla morte, per tenere viva
l’attenzione su accadimenti spesso ignorati.
Il dramma del
trasferimento coi treni merci, l’arrivo ai campi, il diverso modo di
vivere la tragedia fra uomini e donne, la contrapposizione fra vittima e
oppressore in un viaggio in cui lo spettatore si trova a partecipare in
prima persona.
NOTE DI REGIA
La scena riproduce un
campo di prigionia, in modo che attore e spettatore vivano la stessa
esperienza a stretto contatto, immersi nella stessa atmosfera di
sconforto e disperazione. A rafforzare tale clima il regista, oltre alle
figure dei deportati, ha voluto inserire quella del carnefice nazista e
raccontare il suo personale viaggio di trasformazione, dall’infatuazione
verso la nuova idea politica, dall’abnegazione per la causa fino a alla
disumanizzazione, risultato ultimo di chi è ormai succube dell’idea
stessa. Uno spettacolo forte, crudo, ma indispensabile per non
dimenticare. |
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Arbeit
mach frei
(Il lavoro rende
liberi)
Libero adattamento
di poesie, racconti e testimonianze sull’Olocausto
A cura di Dario de
Francesco, Giovanni Pannozzo e Giorgia Piracci.
Diretto da de Papi
Con Maurizia
Grossi, Dario de Francesco, Giovanni Pannozzo, Giorgia Piracci.
Teatro Stanze
Segrete
via della Penitenza
3 - Roma
dal 28 gennaio al 2
febbraio 2014
ore 21.00 domenica
ore 19.00
Biglietti: Intero
12.00 + 3.00; Ridotto 10.00 +3.00
Per info 06.6872690
/ 3889246033/ 3387623160
info@stanzesegrete.it
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