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Teatro Vascello
presenta
HO RISORTO !
di e con Andrea
Rivera
alle chitarre
Matteo D’Incà
disegno luci Hossein
Taheri
foto Manolo
Bernardo
costumi
Mathieu Verrecchia
produzione
La Fabbrica dell’Attore - Teatro Vascello
Dal 19 dicembre al
4 gennaio, Andrea Rivera risorge sulla
scena del Teatro Vascello di Roma.
Un debutto nazionale,
un nuovo spettacolo che unisce teatro, canto, video, improvvisazione,
satira, ed un altro grande protagonista: il pubblico partecipante.
Andrea Rivera
torna ad
interpretare le dinamiche sociali con il suo tipico sguardo attento ed
irriverente e con ironia sferzante, sperimentando una comunicazione in
grado di stimolare la riflessione sulla quotidianità.
Rivera imbraccerà una chitarra e darà voce ai suoi
testi da moderno cantastorie e stornellatore, affiancato dal musicista
Matteo D’Incà (chitarra
elettrica, acustica e mandolino), in un particolarissimo esempio di
teatro canzone-video in evoluzione continua. |
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Un ritmo serrato fra giochi di parole
esilaranti e l’arte di una satira completamente improvvisata, che
esprime al massimo la creatività, l’ energia propositiva e la sua
capacità di coinvolgere, in un turbinio di denunce al limite dell’
invettiva.
Ho Risorto!
è uno spettacolo che descrive e deride i meccanismi di manipolazione,
le verità preconfezionate dai media e dalla politica. Un lavoro che
decostruisce la mente del pubblico, stupisce, attrae ed indispone perché
interpreta le pulsioni sociali, investigando su temi attuali, dal
razzismo dilagante e l’intolleranza che vivono le periferie, all’ amore.
Un atto di denuncia che si interroga sulle vicende più controverse della
cronaca italiana.
“Do più rilievo
all' improvvisazione ed alla satira al limite della pazzia mia e del
pubblico, della seppur importante lezione del così detto teatro civile.
Voglio proporre uno spettacolo che cambi ogni sera, per non timbrare
il cartellino come quando lavoravo in fabbrica, voglio innescare
una catena di smontaggio del pensiero del pubblico. Non voglio
insegnare. Sono attratto dalla ricerca dei processi creativi sia
artistici che sociali, che incitano alla rivoluzione quotidiana
del sistema costituito.”
Attraverso giochi
linguistici raffinati ed un uso particolare di accenti e rime, conia
significati inediti al lessico comune, sperimenta e rinnova la sintassi
pur utilizzando il tipico e familiare linguaggio romanesco. Conserva
infatti intatte le sue origini, Roma e la strada, la comunicazione con i
passanti, l’ironia estemporanea. Poeta della semiotica, esploratore di
sostantivi inediti, la sua arte è quella della pura improvvisazione,
basata sulla capacità di comunicare in maniera diretta con i suoi
interlocutori, trovando nel paradosso la chiave per una comunione che
ormai la società non esprime più. |
I video, parte
integrante dello spettacolo, sono lavori inediti girati per i quartieri
capitolini, interviste con le persone che camminano, conversazioni al
citofono, con le quali Rivera abbatte le infrastrutture dell’ atto
teatrale, creando dialoghi inaspettati da domande semplici. Proprio
nella immediatezza e nella schiettezza tipica, l’ intervistato si
immedesima, riconoscendosi e diventando complice, quasi come in un
confessionale.
Una modalità tipica
della società romana, che riporta alle chiacchiere dal “pizzicarolo”, di
una comunicazione fatta di presa in giro, di parole inventate ed urlate,
di toni accesi.
Il nuovo Pasquino del
teatro italiano, capace di innescare una nuova forma di arte teatrale d’
avanguardia, in grado di rappresenta la realtà, sintonizzarsi con le
emozioni della popolazione, con la rabbia sociale in uno spettacolo
unico, che riporta in scena le dinamiche sociali più attuali e le
commenta in verso ironico, irriverente ma anche autentico.
Cenni Biografici
Conosciuto delle notti
romane, per anni ha manifestato il suo talento e incantato migliaia di
persone ogni sera con esibizioni di teatro-canzone nelle vitali strade
di Trastevere. Nel 2004, ha ricevuto il prestigioso riconoscimento del
Festival dedicato a Giorgio Gaber. Premiato per “talento e coraggio”,
Rivera ha infatti efficacemente trovato la sintesi tra l'arte di Gaber e
le arti di strada osservando le mode dei passanti e i comportamenti
pubblici, denunciando le inciviltà del sistema e i disagi sociali,
amplificando informazioni e notizie sminuite nei giornali perché scritte
“in trafiletti laterali troppo piccoli”. |
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Moderno cantastorie,
stornellatore, comico, giornalista citofonico, la sua notorietà ha ricevuto un
grande impulso grazie alla partecipazione a “Parla con me” di Serena Dandini su
Rai Tre di cui ha composto anche la sigla. La sua attività di teatro-canzone è
“un blob di comicità e musicalità”, spiega lui stesso. “È questo che io faccio
per vivere e i "citofoni" sono in parte uno strumento necessario all'artista per
farsi conoscere, per lavorare poi sul teatro.
Da ragazzino passavo pomeriggi interi a citofonare a caso alle persone e a
prendere in giro chi mi rispondeva. Devo dire che poi è anche un ottimo
escamotage per evitare la trafila delle liberatorie necessarie all'utilizzo di
un'intervista. In qualche modo è uno specchio segreto - per citare Nanni Loy -
molto cinico, che rende sia me, l'intervistatore, che chi risponde più libero e
senza impedimenti”.
Menzione della giuria del
Premio Gaber 2004: “Che cos'è il teatro canzone? E' uno strumento espressivo
legato alla teatralità, alla parola e alla musica. Un'alternanza di monologhi e
canzoni. E' una lega di metalli diversi, un genere fatto di generi che alla fine
scompaiono come tali per fondersi all'alta temperatura dell'attualità, del qui e
dell'oggi, in una lingua teatrale nuova. Giorgio Gaber l'aveva inventato sulla
propria pelle insieme a Sandro Luporini per caso e per necessità, per la voglia
di essere più libero in un dialogo durato 30 anni con il suo pubblico.
Per noi giurati, l'artista (tra i 120 candidati ed i 10 che si sono esibiti al
Festival) che ci pare abbia saputo meglio evocare uno spirito del genere, con la
sua appassionata ironia, è Andrea Rivera, che, nella migliore delle ipotesi
consegniamo alla storia dello spettacolo, e nella peggiore, abbiamo comunque
tolto dalle strade di Trastevere. Talento e coraggio non sono merci così rare,
come testimonia anche questa rassegna, ma averli entrambi come Rivera è un'altra
faccenda e merita una speciale segnalazione”.
da venerdi 19 dicembre 2014
a
domenica 4 gennaio 2015
Teatro
Vascello,
Via Giacinto Carini 78, Zona: Monteverde.
Biglietto intero 15,00 €,
ridotto 10,00 € _ studenti, promozioni e gruppi di almeno 10 persone
dal martedì al sabato ore 21
domenica ore 18.00
vendita on-line www.teatrovascello.it
botteghino@teatrovascello.it
Come
raggiungerci:
Il Teatro Vascello si trova in Via Giacinto Carini 78 a Monteverde Vecchio a
Roma sopra a Trastevere, vicino al Gianicolo.
Con mezzi pubblici:
autobus 75 ferma davanti al teatro Vascello che si può prendere da stazione
Termini, Colosseo, Piramide, oppure: 44, 710, 870, 871. Treno Metropolitano: da
Ostiense fermata Stazione Quattro Venti a due passi
dal Teatro Vascello
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