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Similitudine e contrasto
Opere di
Patricia Del Monaco, Paola Romano
Complesso del Vittoriano, Sala Giubileo
Via
San Pietro in carcere, 00186 ROMA
Inaugurazione giovedì 3 aprile ore 18.00 (fino al 4 maggio 2014)
La mostra è
corredata da un catalogo (edizioni Gangemi) con testi di Andrea Romoli
Barberini, Sergio Risaliti e Maria Letizia Sebastiani
Ingresso libero
Tutti i giorni
dalle 9.30 alle 19.30.
Info: 06.678.06.64
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“La mostra “Similitudine
e Contrasto” ideata
a Roma
presso il Complesso del Vittoriano
con Comunicare Organizzando, presenta accanto alle opere delle
artiste contemporanee Paola Romano e Patricia Del Monaco, due
manoscritti di eccezionale valore storico-artistico, a sottolineare e
rimarcare le visioni naturalistiche, oniriche o mitiche, di cui ognuna
delle artiste è portatrice e interprete. |
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La mostra
ha voluto tracciare un sentiero comune, nel quale sono state messe a
fattor comune esperienze e capacità realizzative proprie di diversi
artisti in diversi ambiti (arte e scienza) e in diverse epoche, allo
scopo di proporre un’offerta culturale ampia e variegata nell’ottica
della fruizione e della valorizzazione di opere di artisti contemporanei
e di un prezioso patrimonio artistico e culturale,
gioiello di cultura e di bellezza.
Il perché del titolo “ Similitudine e Contrasto”
trova la sua fonte proprio nell’accostamento di due manoscritti,
entrambi celebri importanti nelle materie dagli stessi trattate, con
opere artistiche contemporanee.
[…] Nell’ottica del
concetto di similitudine
ad accompagnare le Lune realizzate da Paola Romano è stata
esposta la famosa tavola con i disegni delle fasi lunare di mano di
Galileo Galilei, capolavoro della scienza dell’epoca e non solo, mentre
nell’ottica del concetto di contrasto le opere di Patricia Del Monaco
sono state accompagnate e rimarcate dal manoscritto
Hortus Regius
Honselaerdicensis
del secolo XVII, capolavoro della scienza botanica di
tutti i tempi.
Il manoscritto di Galileo, conservato presso la
Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, contiene le osservazioni e i
calcoli sui quattro satelliti di Giove, denominati dallo stesso “Stelle
Medicee" in onore del granduca di Toscana Cosimo II dei Medici, eseguiti
dal celebre pisano tra il 1610 e il 1619 per determinarne i periodi di
rivoluzione intorno a Giove. |
Il manoscritto è costituito da fogli di varie misure,
ricoperti di annotazioni e di registrazioni dei moti dei pianeti,
raccolte durante le sue osservazioni notturne della volta celeste,
alternati ad appunti e conti di natura personale.
Il manoscritto dell’Hortus
Regius Honselaerdicensis, un in-folio di grande formato di
particolare interesse e bellezza, fa parte del nucleo di opere di
scienze naturali e, in particolare, di rari testi di botanica,
conservato presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
Il codice, costituito
da 132 tavole di disegni ad acquerello, opera del pittore Stefano
Cousyns (1685-1688), raffigura le piante della coltivazione di fiori
locali ed esotici, provenienti da tutto il mondo, impiantata dal
botanico e Gran Pensionario olandese Gaspar Fagel nella sua proprietà di
Leewenhorst, nei pressi di Noordwijkerhout. Alla morte del Fagel, le sue
coltivazioni e la sua immensa biblioteca, passarono allo stesso
Guglielmo III d’Orange, il quale portò tale collezione nei suoi giardini
di Honselersdijk e ne commissionò al pittore Cousyns la riproduzione
iconografica. Il codice, ora in mostra, è il risultato del lavoro
compiuto dall’artista tra il 1685 e il 1688 […]”.
(dal testo di
Maria Letizia Sebastiani, I perché di una mostra) |
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“[…] Un evento che presenta,
il manoscritto autografo di Galileo Galilei, Sidereus Nuncius (1610),
unitamente ai suoi disegni sulle fasi lunari, le tavole del manoscritto
Hortus Regius Honselaerdicensis, realizzate da Stefano Cousyns tra il 1685 e
il 1688, e due cicli pittorici incentrati su soggetti fitomorfi e sul tema della
luna, rispettivamente affrontati da Patricia Del Monaco e Paola Romano in anni
recenti.
Materiali preziosi e diversi
che, in qualche modo, risolvono, sciogliendola, la dicotomia arte e scienza per
ricondurre i due termini all’originaria fonte comune, a quella “téchne”, “ars”
nel mondo latino, che stava proprio a significare, in una sola parola, arte e
tecnica.
A creare un abbinamento ideale
tra manoscritti, tavole secentesche e opere contemporanee intervengono i temi:
quello botanico, che mette in relazione le illustrazioni del Cousyns e le tele
di Patricia Del Monaco, l’altro, di tema celeste, che include gli studi di
Galileo e il ciclo delle Lune, indagato da Paola Romano con pitture e
sculture.
Posto in questa chiave, il
passato può assumere, in qualche misura, anche i diversi volti del metro
comparativo, della guida, o, più semplicemente, dell’elemento di ispirazione,
dello spunto di partenza per una libera interpretazione, necessariamente altra e
distante dal modello di partenza […]”.
(dal testo in catalogo di Andrea Romoli
Barberini, Similitudine e contrasto)
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