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A coinvolgere ulteriormente lo spettatore due grandi tele di Egidio
Scardamaglia che filma con grande naturalezza il reale e le limpide
nature morte di Paul De Haan, altro pittore fedele alla realtà.
Da controcanto i dipinti di Selly Avallone amorosamente descritti
con felice gusto impressionistico, le tele di Claudia Mandi
infiniti interrogativi di risposte incrociate e di Leontina Rotaru
che si interroga su un mondo interiore interpretato con totale libertà
compositiva. Di impaginazione classica le opere di Maria Ceccarelli,
in arte Mac, dipinte con forte impostazione scenografica e di Rosita
Sfischio che ritrae con grande maestria tecnica il “compiuto senso
del bello”. A fermare lo sguardo una scelta di disegni e incisioni di
Vincenza Costantini in linea con le diverse sfaccettature “della
nuova figurazione”. Una scelta di sculture scandiscono l’allestimento:
di Riccardo Paolucci tre terrecotte dipinte, di valenza ironica,
ispirate alle nuove mitologie del quotidiano; di Beatrice Palazzetti
l’astrazione plastica delle forme di straordinaria modulazione e
lievità; di Fabio Santori legni di riciclo assemblate e
ricomposte in forme armoniche. Accanto le sculture in ceramica Raku di
Maria Felice Petyx, una voce diversa, che parla sempre della
contemporaneità. Infine un faccia a faccia tra Livia Romano Proietti
e Corina Proietti: in Livia la strutturazione plastica della
figura catturata in una vaga sensualità, in Corina il tema dell’antico
spogliato da ogni carattere celebrativo. |