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Il perché di
questo nome alla nuova associazione è descritto sinteticamente da uno
dei critici d’arte del MAGMA, il dottor Emiliano D’Angelo:
FLOGISTO è il meta - tema degli elementi primordiali e della Natura come
opera d’arte. Il titolo riecheggia il nome che gli scienziati -
alchimisti del XVII secolo assegnarono a quel fantomatico agente
naturale che avrebbe permesso, nella loro concezione del cosmo, la
combustione della materia a contatto con il calore. Più un minerale era
infiammabile, più era ritenuto ricco di flogisto (zolfo e carbone erano
interamente fatti di flogisto, i metalli ne erano tendenzialmente privi).
L’allusione
è, nel nostro caso, alla combustione creativa, al fuoco della civiltà e
della bellezza che si sostituisce provvidenzialmente, nel corso della
Storia, a quello brutale e distruttivo del vulcano (spento ormai da
milioni di anni). La simbologia profondamente ambivalente del fuoco,
forgiata fin dall’antichità preclassica dai filosofi della “physis” come
Empedocle, Demostene ed Eraclito, rivivrà nelle opere degli artisti di
FLOGISTO in un confronto avvincente.
L’organizzazione è curata da Paolo Feroce, direttore artistico del MAGMA
e dell’Osservatorio Artistico (legato alle ville, dimore e corti
lombarde nel periodo Expo 2015). A sostenerlo nell’organizzazione di
Flogisto l’Arch. Raffaello Paiella di Roma, la storica dell‘arte Rosella
Verdolotti di Sondrio, Enrico Cardellino, Emiliano D’Angelo, Antonio
Dell’Estate, Alberto Ferraro e Massimo Migliozzi di Teano, Enzo Ventrone
di Mondragone, Giorgio Galano di Marzano Appio e Angela Ferruolo di
Roccamonfina. |