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Galileo:
il mito tra Otto e Novecento
Pisa, Museo della
Grafica
15 giugno-30 ottobre
2014
Nella ricorrenza del
450° anniversario della nascita di Galileo, il Museo della Grafica di
Palazzo Lanfranchi di Pisa organizza dal 15 giugno al 30 ottobre la
mostra Galileo: il mito tra Otto e Novecento.
Una mostra che intende
ricostruire il mito dell’epopea galileiana tra Otto e Novecento
attraverso una suggestiva serie di dipinti, stampe, sculture, libri e
oggetti che ne documentano la straordinaria fortuna nell’immaginario
moderno e contemporaneo.
Nell’affollata
galleria di artisti, poeti e inventori del passato, Galileo ricopre
infatti un ruolo di primaria importanza, incarnando il mito del genio
universale dotato di superiori capacità intellettuali e morali e per
questo in grado di svelare all’umanità i segreti più riposti della
natura. Paladino incontrastato di quella «nuova scienza» in grado di
dare voce e spazio alle esigenze di libertà e autonomia di ricerca –
questo il tono di gran parte degli elogi ottocenteschi – Galileo è
raffigurato in ritratti e scene che compongono una complessa biografia
illustrata, venata di accenti risorgimentali o positivisti, ma diventa
anche un testimonial di sicuro successo per l’industria e il commercio,
offrendo il volto a una serie di marchi più o meno celebri. |
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In un viaggio
attraverso la diffusione in immagini di un mito inossidabile, nelle
molteplici declinazioni tematiche e geografiche, tra storia della
scienza e agiografia, la mostra si articola nelle seguenti sezioni:
1. La biografia dipinta.
Sull’onda lunga della fiorente pubblicistica promossa in occasione di
celebrazioni agiografiche e apologetiche o di specifiche ricorrenze
legate all’epopea galileiana, nel corso dell’Ottocento prese corpo
un’affollata galleria di dipinti destinata ad illustrare alcuni momenti
chiave della biografia dello scienziato: le scoperte celesti, il
rapporto con gli allievi e il processo. Episodi ben delimitati
cronologicamente che svolsero la funzione di catalizzare l’attenzione
sulla sua parabola umana e scientifica, che tuttavia talvolta prestava
il fianco a linee di lettura polisemiche che lasciavano intravedere
possibilità di sviluppi diversi, se non contrastanti. Sulla scena
dell’abiura, ad esempio, si proiettarono contenuti etici, civili e
didascalici, da un lato per esemplificare la supremazia intellettuale e
spirituale di Galileo, campione emblematico anche per civiche virtù,
dall’altro per veicolare sentimenti anticlericali e ideologie
risorgimentali. Nella mostra sarà presente un’accurata selezione di
opere destinate a dare conto del fenomeno, come le litografie di
Ulacacci o quelle di Eugène Pontus Jazet, stampate a Parigi. |
2.
Il volto di Galileo.
La sezione, che comprende opere di Giovanni Rocca, Luigi
Travalloni, Pietro Benvenuti, Jean Baptiste Fortuné de Fournier e altri
protagonisti dell’arte del XIX secolo, presenta una serie di ritratti di
Galileo che accompagnano in tutta Europa la dilagante moda di corredare
le biografie dei grandi con struggenti ritratti. Il celebre ritratto
eseguito da Justus Suttermans, vera e propria icona del sommo
scienziato, fu più volte copiato da intere generazioni di artisti,
“dilettanti” e semplici copisti in pellegrinaggio alla galleria degli
Uffizi.
3. Galileo icona pubblicitaria.
Particolarmente curiose sono le cosiddette «carte povere»: una
significativa produzione di gadget pubblicitari, talvolta assai
popolari, che da va dal segnalibro alle figurine, dai menù ai calendari,
dalle cartoline ai manifesti e ai francobolli, documentando un fenomeno
assai diffuso e di grande interesse culturale. Si tratta di un capitolo
della fortuna galileiana ancora poco studiato ma che coinvolge, tra XIX
e XX secolo, importanti brand e grandi firme della pubblicità. Da
citare, ad esempio, Gian Emilio Malerba che nel 1910 firma la copertina
della «Rivista mensile del Touring Club Italiano», raffigurando Galileo
intento ad osservare Saturno per la Cinzano; un segnalibro stampato
dalle Officine Belforte di Livorno per conto della rinomata Fila, la
fabbrica italiana di matite; i francobolli realizzati da Corrado Mezzana
nel 1942 in occasione del quarto centenario della morte di Galileo; e
soprattutto l’immagine dello scienziato pisano con la piazza del Duomo
sullo sfondo incisa dall’abile Trento Cionini per la vecchia banconota
delle “Duemila lire”. |
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Curata da Federico Tognoni, la
mostra Galileo: il mito tra Otto e Novecento è realizzata dal Museo della
Grafica, dal Comune di Pisa e dall’Università di Pisa, con la collaborazione
degli Amici dei Musei e Monumenti Pisani e i patrocini della Regione Toscana,
Provincia di Pisa e Museo Galileo di Firenze.
Durante il periodo di apertura, è prevista un’intensa attività
didattica e laboratoriale.
Orario
Sino al 15 settembre
Martedì - Domenica:
09,00-13,00; 17,00-22,00
Dal 15 settembre
Martedì: 9,00-13,30; 15,00-
17,30
Mercoledì - Sabato: 9,00-18,30
Domenica e festivi:
10,00-18,30
Lunedì chiuso
Costi di ingresso
Biglietto di ingresso 3 €
Biglietto ridotto 2 €
Per informazioni
050 2216060
museodellagrafica@adm.unipi.it
https://www.museodellagrafica.unipi.it/
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