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Settanta opere donate
alla Fondazione Cariparma da Renato e Tita Bruson.
ln Collezione: Boldini, Fattori, Lega, Segantini, Signorini e i
vedutisti veneti dell’Ottocento.
Il giorno 28 maggio 2014 un atto notarile controfirmato dalle parti ha
sancito l’avvenuta donazione, da parte di Renato e Tita Bruson, della
collezione d’arte di loro proprietà alla Fondazione Cariparma,
collezione che verrà collocata nei locali della Fondazione che ha sede
nel Palazzo Bossi Bocchi, nel cuore della storica città.
La Collezione Renato Bruson è stata già trasferita nella sede della
Fondazione, nei prossimi mesi sarà fatta oggetto di accurata
catalogazione e indagine storica da Fernando Mazzocca e Carlo Sisi,
incaricati dalla Fondazione di curare il catalogo della mostra
temporanea che verrà allestita per il pubblico fino a tutto il 2014,
dopo di ché la Donazione Renato Bruson sarà definitivamente collocata
nelle sale dei piani superiori.
La collezione di Renato e Tita Bruson è il frutto di costante e
appassionata ricerca che ha permesso di creare dal nulla un corpus
che negli anni si è arricchito sempre più mediante acquisti mirati e
selezionati secondo una precisa direzione di scelta nell’ambito
dell’arte pittorica italiana a cavallo tra il XIX e il XX secolo. |
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La donazione comprende
settanta opere; vi figurano importanti firme, ad esempio Giovanni
Boldini (ben quattordici sono le opere del maestro ferrarese in
collezione), Francesco Paolo Michetti, Giovanni Segantini, Pompeo
Mariani; figurano anche nella collezione grandi macchiaioli toscani
(Giovanni Fattori è presente con quattro opere), poi Silvestro Lega,
Telemaco Signorini, Niccolò Cannicci e importanti vedutisti veneti: i
fratelli Guglielmo e Beppe Ciardi, Pietro Galter e Pietro Fragiacomo,
Leonardo Bazzaro, Italico Brass e Ettore Tito.
“Si tratta di un gesto di grande fiducia e stima nei confronti della
Fondazione Cariparma e dell’intera comunità parmense”, spiega il
Presidente Prof. Paolo Andrei, “è questo motivo di grande orgoglio e
riconoscenza nei confronti del Maestro Bruson e della consorte.
L’impegno della Fondazione sarà quello di conservare il considerevole
patrimonio artistico ricevuto e di consentirne la massima fruizione”.
Perché Parma? Perché Parma per Renato e Tita Bruson è la città dove
hanno trovato i loro migliori amici, perché Parma è la città del Teatro
Regio dove Bruson, debuttando in una importante serata nella “Forza del
destino” di Verdi, iniziò l’ascesa verso una grande carriera che lo
avrebbe proiettato nei più importanti teatri italiani e stranieri e
sotto la direzione dei più importanti direttori d’orchestra. Il legame
con Parma si rinnoverà molte volte nel corso di una gloriosa
ultracinquantennale carriera, suggellandosi tra l’altro nel 1985 con il
conferimento della cittadinanza onoraria. |
“Tita ed io (afferma
il M° Bruson) abbiamo scelto come sicura dimora per la nostra amata
collezione la Fondazione Cariparma fermamente convinti che la
lungimiranza del suo Presidente propizierà con ogni mezzo e in ogni
occasione il grande messaggio d’arte che tanti pittori hanno impresso
sulle tele, che noi abbiamo amorevolmente custodito e che da ora in poi
rendiamo pubbliche soprattutto per i giovani di oggi, di domani, di
sempre”.
La critica nazionale e internazionale ha sempre riconosciuto a Bruson
straordinarie doti di cantante attore, mentre importanti musicologi lo
definiscono cantante di portata storica.
Nel corso della sua carriera Bruson ha ricevuto riconoscimenti,
attestati, premi, etc...
Tra essi eccone alcuni: Laurea Honoris Causa in materie letterarie
conferita dall’Università di Urbino, Rettore Carlo Bo; Cavaliere di Gran
Croce della Repubblica Italiana; Membro d’onore della Staatsoper di
Vienna; Commenda del sovrano militare Ordine dei Cavalieri di Malta;
Membro dell’Accademia Medicea.
I media si sono abbondantemente occupati di Renato Bruson,
etichettandolo volta per volta come Verdiano, Donizettiano, etc... Ma
qualsiasi etichetta sarebbe riduttiva per una personalità artistica
considerata dalla critica musicale come una delle più importanti nella
storia del melodramma. |
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