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Teen Thèâtre
presenta
OPS! One Parents
Show
di Alessandro Errico
regia Ettore Nigro
e Alessandro Errico
venerdì 16
e
sabato 17 maggio | ore 21
Interno 5
(via San
Biagio dei Librai 121 | Napoli)
per la
rassegna “Nun M’AGGIO scurdat’ ‘e te”
Con
Maria Luisa Coletta|Silvio De Luca|Angela Garofalo
Raimonda
Maraviglia|Monica Palomby|Elisabetta Bevilacqua|Giorgio Sorrentino
Venerdì 16 e sabato
17 maggio, alle 21, negli spazi di Interno 5, in via San Biagio dei
Librai 121,
va in scena “OPS! One Parents Show” di
Alessandro Errico. Gli attori – diretti da Ettore Nigro e
dall’autore - prendono parte a un gruppo di auto aiuto che affronta
le problematiche della genitorialità al singolare. I genitori singolari
cominciano a raccontare le proprie storie e attraverso un percorso
strutturato con la metodologia dei passi ricordi e pensieri dei
partecipanti prendono vita. Le storie raccontate sono la rielaborazione
delle tragedie greche: Medea, Orestea ed Edipo re. Dunque, ascrivere lo
spettacolo a un unico genere teatrale risulta difficile: la
rappresentazione riproduce, seppur a suo modo, il senso tragico di
questi classici senza esaurirsi in esso; così come l'ironia non fa della
comicità l’unica cifra stilistica. |
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Info
www.tuttoilteatro.it
Ingresso 10 euro
intero | 6 euro ridotto con la
CARD POLITEATRO
Prenotazione obbligatoria:
interno5start@gmail.com |
081 551 4981 | 349 8773881
Note di regia
Cosa ci spinge a
continuare a sbirciare tra i classici? Perché restiamo indifferenti
dinnanzi ad avvenimenti che dovrebbero invece travolgerci? Quando una
storia può definirsi tragedia? In una riunione di auto aiuto, in un
cerchio di sedie, tre persone si ritrovano a condividere le proprie
storie. Li accomuna l’incapacità di avvertire il senso tragico e
l’essere inciampati nelle classiche tragedie per disattenzione,
desiderio o sbadataggine. Gli spettatori, seduti nel medesimo spazio,
ognuno protagonista della propria vicenda, ascoltano le altrui storie
aspettando il proprio turno. Anche io sono caduto in una tragedia e non
me ne sono accorto?
Ettore Nigro
«All'insegna della
commistione, della contaminazione e del sincretismo nasce OPS!
One Parent Show, creazione originale di Alessandro
Errico, acutamente diretta da Ettore Nigro e
Alessandro Errico che, simulando le dinamiche relazionali di un
gruppo di auto aiuto, proietta gli spettatori in una dimensione inedita
per la scena, a metà strada tra un'esperienza meta-teatralmente
post-moderna e una variazione raffinatamente consapevole di
teatroterapia collettiva». Claudio Finelli per
Teatro.org |
«Un’intelligente rilettura dei classici greci in cui il senso della
tragedia e della comicità si alternano e si mescolano in un sapiente
mix capace di regalare momenti di intensa emozione e di ilare
divertimento».
Alessandra Staiano per Metropolis Web
«Alla
fine le tragedie, diventate arme di irriverente ed intelligente
umorismo, si mescolano generando scenari atipici. Uno spettacolo
divertente ed inaspettato, che stupisce per l’alternanza di momenti di
vero humour con altrettanti momenti di profonda emozione».
Francesca Bianco per Teatrionline
«[…] chi allestisce,
cura, recita, o a qualsiasi titolo partecipa ad
OPS! One Parent Show lo
fa interpretando la propria partecipazione come un
divertissement. E chi vi
assiste se ne accorge, lo percepisce e ne resta segnato in positivo
portandosi dietro una traccia sul viso sotto forma di bonario sorriso.
Sorriso che nasce dalla nobiltà dell’intento perseguito: assumere
qualche classico greco come punto di partenza e su innervarvi
drammaturgia d’ordito originale che, riproponendo la mitopoiesi propria
dei tragici greci – Euripide, Eschilo, Sofocle – ne germina con
creazione sui generis
in cui la tragedia si ammanta di grottesco, s’intride di comico e
ciononostante non rinuncia mai del tutto al senso del tragico.»
Michele Di Donato per Il Pickwick |
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«Cos’è? Un Superlapsus in
storie piene di lapsus, un “ops!”, uno slittamento continuo dal piano del mito a
quello del reale con tratti che vanno dal plebeo al caricaturale al fumetto al
nonsense. L’azione parte con un gruppo di autocoscienza che coinvolge il
pubblico, chiamato con un criterio di gioco, a raccontarsi. Dietro le storie di
ordinaria follia si nascondono i grandi miti. Medea, Edipo, Oreste ma è chiaro
che sono i grandi miti a essere proiezione di piccoli quotidiani i cui “attori
senza parte” sono “personae” del popolo, il vicino di casa, l’analfabeta e il
dottore, ciascuno ignaro di aver compiuto (subìto) lo stesso destino degli eroi
tragici. Ad Aristofane la cosa sarebbe piaciuta.» Mimmo
Grasso per Saperincampania.it
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