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È nel
contrasto tra bianchi e neri definitivi, che si avvicendano sul palco e
sembrano annullare gli apporti individuali, che l’attenzione per i
particolari diviene cifra del talento interpretativo, in un susseguirsi
di scene che affidano lo spirito multiforme, reso nella sua essenza da
caratteri-simbolo, a una corona o un mantello, a un sussurro speranzoso
o a un ordine imperioso, uniche concessioni a una sfera amorfa che ben
si confà alla vaghezza del sogno.
Gli
attori, sempre presenti sulla scena, appaiono capaci di colmarsi delle
totalizzanti passioni umane per poi perdere ogni moto vitale una volta
assolto il proprio compito, riconsegnando i personaggi alla scelta
personale per rivestirsi del nuovo sentimento scaturito dall’incedere
del Sogno. La forza delle emozioni espresse appare infine come un monito
rivolto al pubblico, al quale si presenta la necessità di non
compiangersi né di dichiarare la propria resa di fronte alla vita.
A
intrattenere gli spettatori saranno i personaggi creati da Shakespeare,
adottati da Stefano Impallomeni, che ne ha selezionato i brani più
rilevanti, e interpretati dagli attori Elena Grasso, Salvatore Sacco,
Arianna Rizzo, Stefano Impallomeni, Emanuela Ravidà, Melissa Carluccio e
Rosy Calderone. Lo spettacolo si è inoltre avvalso, per la sua
realizzazione, del contributo del Maestro Luigi Cordova per la
consulenza musicale, di Emanuela Ravidà per la realizzazione degli
oggetti di scena e della grafica, di Monica Shwenk per i costumi, di
Tindaro Italiano per le luci e le scene e di Giorgio Italiano per la
gestione dell’aspetto fonico. |