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Lui è un professionista tranquillo e sicuro di sé,
borghese ma anticonformista. Lei è svampita, romantica, tendente
all’amore assoluto, ha avuto un passato tormentato, con diversi amanti
ed un tentato suicidio alle spalle. Si sono conosciuti a una festa e si
sono rapidamente innamorati. Così almeno crede lui, lei è un po’
dubbiosa. Quando una domenica arriva a pranzo la madre di Pietro, che ha
preso malissimo le nozze del figlio ed è una borghese reazionaria e
perbenista, Giuliana è sicura di non superare l’esame. E infatti combina
un pasticcio dietro l’altro, aiutata dalla cameriera Vittoria, svitata
quanto lei. Ma tutto finisce a ridere: d’altronde il posato Pietro ha
sposato Giuliana proprio per allegria. Nel testo della Ginzburg, che
farà tappa in diversi teatri d'Italia, non mancano situazioni
esilaranti, ma trovano spazio anche riflessioni profonde sul rapporto di
coppia, sull’aborto, sulla morte e sulla capacità di affrontare la vita
a volte anche con leggerezza.
“Quello di Pietro è un personaggio nuovo per me. Diverso
dai ruoli di cattivo o pomposo con cui spesso mi cimento a teatro. Un
personaggio attraverso il quale ho la possibilità di fare ciò che mi
piace fare: esplorare nuovi mondi”
e aggiunge “Sono
molto legato a questo spettacolo. Sono nato metà degli anni Sessanta,
quando mio padre metteva in scena il testo della Ginzburg; probabilmente
sono stato tenuto in braccio in qualche camerino di uno dei teatri in
cui veniva rappresentata la commedia, che fu un grande successo,
replicata per più stagioni, e il film fu proprio il seguito di questa
gioiosa accoglienza del pubblico.” |