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“DOPPIO TAGLIO” con Marina Senesi
Come i media raccontano la violenza
contro le donne
ANTEPRIMA Lunedì 24 Novembre ore 13:00
sede Rai - C.so Sempione 27 Milano
DEBUTTO Martedì 25 Novembre ore 18:30
Teatro Franco Parenti - Sala Treno Blu via Pier Lombardo 14 Milano
In occasione
della Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne
RPSV
Ufficio Stampa
Marzia Spanu 3356947068
spanumar@gmail.com
Organizzazione
Eleonora Biscardi 3342169260
e.biscardi@artupart.com
https://www.teatrofrancoparenti.it/?p=informazioni-spettacolo&i=1069
DOPPIO TAGLIO
Come i media
raccontano la violenza contro le donne
Milano - In anteprima
il 24 novembre presso la sede RAI (per la Giornata contro
la violenza sulle donne)
e dal 25
al 27 novembre al Teatro
Franco Parenti ( Via
Pier Lombardo, 14 – Tel 02 599951 - orario 18.30 - biglietti €15,00)
Art Up Art presenta MARINA SENESI in
DOPPIO TAGLIO
di Cristina Gamberi, adattamento di Marina Senesi,
voci fuori campo di Filippo Solibello e Marco Ardemagni,
regia di Lucia Vasini e musiche originali di Tanita Tikaram. |
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DOPPIO
TAGLIO
è uno
spettacolo che affronta la tematica della la violenza contro le
donne, distinguendosi per la scelta di uno sguardo trasversale: non
il racconto della vittima, né quello di un testimone o tanto meno del
carnefice, ma la rivelazione di alcuni curiosi meccanismi attraverso i
quali il racconto dei media plasma e distorce la nostra percezione del
fatto, trasformando anche la più sincera condanna in un'arma, appunto, a
“doppio taglio".
Marina
Senesi
è un’attrice/autrice
che si è sempre distinta per la capacità di fondere in un’unica cifra la
forza dell’ impegno e il gioco dell’ironia (molti ricorderanno il suo
spettacolo di teatro civile La Vacanza, patrocinato dal
Premio Ilaria Alpi, le sue campagne per Caterpillar–Radio2Rai
e
per
l’associazione LIBERA
contro le mafie). Cristina Gamberi è dottore di ricerca
in Studi di Genere all'Università di Napoli Federico II. Insieme al
Progetto Alice è ideatrice di percorsi formativi nelle scuole
sull'educazione al genere e sulla violenza contro le donne. Dal loro
incontro è nata l’idea di riadattare per il palcoscenico una ricerca
accademica della Gamberi, decostruendo l’impianto lessicale e
iconografico degli articoli diffusi su stampa e web, per interpretare il
'taglio' comunicativo che i media applicano (più o meno
involontariamente ) nel descrivere l’uccisione di una donna per mano del
proprio uomo. Tutto questo, elaborato in una narrazione semplice ed
immediata, capace di interessare, incuriosire e sorprendere. |
L'originalità e la forza
di questa proposta hanno immediatamente convinto altre due artiste
d'eccezione: Lucia Vasini, che firma la regia, e la cantautrice
inglese Tanita Tikaram (la voce calda e sensuale di “Twist In
My Sobritety” - indimenticabile hit - tornata a incantare il
pubblico internazionale con il suo ultimo lavoro, "Can't Go back"),
che regala allo spettacolo uno splendido inedito, intriso di sonorità
folk e
sophisti-pop,
dal titolo decisamente emblematico: "My Enemy".
Con il
contributo delle inconfondibili voci fuori campo di Filippo Solibello
e Marco Ardemagni (conduttori del programma mattutino cult
di Radio2 Rai: Caterpillar AM) e con il susseguirsi di
immagini che scorrono parallele al racconto, scopriamo come la cronaca
raramente si sottragga - anche oggi - alla regola di una tradizione
letteraria volta ad alleggerire la responsabilità dell’aggressore quando
si ritiene che la donna abbia varcato i confini imposti al suo genere.
Ci accorgeremo che, sia pure nella finzione fotografica, la vittima è
esposta allo sguardo del lettore mentre il carnefice è solo un’ombra
(imprendibile per definizione) oppure viene rappresentato solo
attraverso una piccola porzione del corpo, e tutto questo senza che il
lettore avverta qualcosa di sbagliato: paradossalmente proteggiamo la
privacy di lui! Anche i capelli della vittima possono essere un rimando
alla figura di scapigliata che, in letteratura e nell’arte
figurativa, rappresenta la perdita dell’innocenza e la donna moralmente
caduta. |
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La vittima
quindi - al di là delle buone intenzioni di chi scrive e di chi legge - è
ritratta come inerte, inerme, isolata e coi segni di una sessualità subita che
la “macchia” indelebilmente.
La narratrice si
chiede, e ci chiede: “Una donna che si vede socialmente
rappresentata così è incentivata alla denuncia? Perché mai dovrebbe fidarsi se
sa che noi non stiamo dalla sua parte? Se, come nella maggior parte dei casi,
l’immagine proposta dai media ritrae la vittima in soggettiva, cioè come se
l’aggressore fosse di fronte a lei, noi lettori, comprese noi donne che ci
dichiariamo impegnate e sensibili, che altro stiamo facendo se non guardare la
vittima dalla stessa visuale del suo aggressore?”
“Quando
Marina mi ha coinvolto in questo progetto” - racconta Lucia Vasini -
“ho immediatamente detto di sì per l'entusiasmo e la
sincerità che la contraddistingue in ogni viaggio all'interno del teatro civile.
Quando una sera dopo le prove mi ha telefonato a casa per dirmi: 'Andiamo a
Londra domani, a incontrare Tanita Tikaram?', ho detto subito di sì senza
pensare a nient’altro se non alla voce magica di questa grande musicista.
L’'incontro con Tanita è stato veloce (due ore), giusto il tempo della colazione
nel centro della città. Ma in quelle due ore il tempo si è dilatato come succede
durante veri incontri. …E le note di regia vorrei fossero proprio le parole di
Tanita, formulate in un divertente italiano, attraverso una domanda diretta a
Marina mentre velocemente raggiungevamo la metropolitana per il ritorno a
Milano: 'Marina, io non credo che il tuo racconto urli aggressivo, vero?'
Ci siamo guardate e intese: 'No,no!', abbiamo risposto in coro.”
INFO:
+39 334 2169260
e.biscardi@artupart.com
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