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La Galleria Gruppo
Credito Valtellinese in Corso Magenta a Milano propone un organico
omaggio a Franco Grignani.
L’obiettivo di Cristina Quadrio Curzio e Leo Guerra, commissari delle
esposizioni delle Gallerie del Credito Valtellinese, con Manuela
Grignani è quello di restituire a Grignani la sua complessità d’artista.
Egli si è espresso come artista, architetto, fotografo, graphic
designer, art director. Ed è di tutte queste sfaccettature, che la
retrospettiva intende dar conto, documentando peculiarità e competenze
diverse ma tutte strettamente riconducibili alla ricerca di Grignani
sulla percezione visiva, ricerca cui restò fedele per l’intera vita.
“Artista solitario eppure immerso nel mondo” lo definisce Giovanni
Anceschi nell’ampio, documentatissimo saggio che accompagna la mostra.
Personalità artistica complessa e magmatica, eppure matematica e
scientifica. Poliedrico quanto pochi altri: designer, scrittore, poeta,
ricercatore tra psicologia e scienze esatte, ma soprattutto artista che
con difficoltà è stato incasellato in movimenti e correnti che lui
transitava con una originalità di pensiero che non consente oggi di
“irreggimentarlo” in nessuna delle caselle dell’arte del Novecento
perché le travalica tutte. La metamorfosi - afferma Anceschi - non è
soltanto la cifra della produzione artistica di Grignani. Lui stesso,
l’autore di tutto, è pensiero in movimento. Il suo percorso estetico,
artistico, teorico (ma anche umano) è uno sviluppo prolungato,
intensissimo e ficcante. È Grignani in persona che descrive se stesso
quando dice: “Viaggiare veloce vuol dire non vedere con gli occhi ma
pensare”. |
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Per il grande pubblico
la figura di Grignani è riconducibile ad un marchio, quello della Pura
Lana Vergine da lui creato nel 1964, forse il più noto e universale
nella storia della comunicazione della seconda metà del secolo scorso.
Ma quel marchio, pur fortunato, è solo uno dei tanti da lui creati,
frutto di una specializzazione tra le diverse di Grignani, artista ed
intellettuale che non ha mai perso alcuna occasione per approfondire la
percezione dell’immagine e le “regole” che ad essa sono sottese,
convinto che “l’immagine raggiunge la sua dinamica unità per mezzo di
vari livelli di integrazione: tensione, ritmo, armonia matematica.
L’esperimento – continua Grignani - è il risultato di un conflitto fra
forze esterne ed interne, fra due forze dinamiche e forze di
riferimento”.
La sua è sempre stata una ricerca sulla “verità della forma visiva”,
condotta in modo solitario, metodico, raffinato, allo stesso momento
apertissimo a quanto, anche grazie all’eco del suo lavoro, maturava in
Europa e nel mondo. E applicata ad ogni sua attività e creazione
artistica, come le diverse sezioni di questa mostra ben evidenziano
anche attraverso la presentazione di un notevolissimo numero di lavori
inediti.
Grignani, pavese del Po, nasce a Pieve di Porto Morone nell’anno della
nascita ufficiale del Cubismo, ovvero nel 1908. Del Grande Fiume
sembrano affascinarlo le sinuosità, il movimento e le rifrazioni dei
gorghi, rispetto alla fissa superficie della terra padana. A Torino,
dove segue Architettura, è coinvolto dai fermenti del secondo Futurismo,
passaggio verso l’astrattismo geometrico e al costruttivismo.
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Attingendo alle teorie
percettive e alla psicologia della forma conduce sperimentazioni
coniugando fotogrammi, fotomontaggi, sovrimpressioni e elaborati
grafici. Con la milanese Alfieri & Lacroix indaga nuove forme di
tipografia. Crea sistemi ottici che colpiscono e influenzano i suoi
colleghi europei. Il successivo passaggio lo vede intervenire, con
rotazioni, deformazioni, torsioni, accelerazioni, rovesciamenti,
direttamente sull’immagine. Sempre con l’occhio e il pensiero alle
sollecitazioni che questi processi provocano nell’osservatore. Diviene
art director di “Bellezza d’Italia”, house organ della Dompé, casa
farmaceutica che lo impegna anche nel packaging dei prodotti, e poi di
“Pubblicità in Italia”. Prosegue intanto l’indagine sulla
rappresentazione del paesaggio urbano, ricorrendo anche a "... lenti
zoppe, vetri, condensatori, prismi, acqua, olio ...". L’obiettivo è
ancora una volta il superamento dei limiti fisiologici di mano e occhi,
per giungere ad una rappresentazione che faccia proprie le leggi
matematiche e fisiche, già conosciute o da lui solo intuite. Questo
lavoro, nei diversi fronti, gli porta riconoscimenti internazionali,
come nel 1959 la Palma d’Oro della Pubblicità e la medaglia d’oro della
Triennale di Milano o il Premio della Biennale di Venezia (1972). Muore
a Milano nel 1999, ma le sue opere continuano ad essere esposte e
ammirate in musei di tutto il mondo.
Un ampio catalogo bilingue (italiano/inglese) seguirà la cronologia
della mostra dando ampio rilievo ad ogni fase creativa di Grignani, dai
suoi primi lavori del 1929 sino alla data della sua scomparsa. Un
importante saggio del Prof. Giovanni Anceschi ed un ricordo dell’amico
Gillo Dorfles accompagneranno la fortuna critica del volume. |
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Coordinate mostra
Titolo
FRANCO GRIGNANI.
Alterazioni ottico mentali 1929 - 1999
Sede
Galleria Gruppo Credito Valtellinese
Corso Magenta n. 59 – Milano
Durata
23 gennaio – 15 marzo 2014
Orari e ingressi
Galleria Gruppo Credito Valtellinese
da lunedì a venerdì 10.00 – 19.30
sabato 9.00 – 14.00
chiuso domenica – INGRESSO LIBERO
A cura di
Manuela Grignani, Leo Guerra, Cristina Quadrio Curzio
Informazioni al pubblico
Galleria Gruppo Credito Valtellinese
tel. +39 0248.008.015
www.creval.it
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