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Comunicato Stampa
Letteratura meridionale tra 800 e
900:il caso Napoli,
Convegno per i liceali maddalonesi al
“Giordano Bruno”
MADDALONI (Caserta) Letteratura
meridionale tra 800 e 900:il caso Napoli è il tema dell’incontro che
si terrà il giorno 8 Aprile 2014 dalle ore 8.30 nella sala “Luigi
Settembrini” del Convitto Nazionale “Giordano Bruno” di Maddaloni.
Saranno coinvolti per l’occasione gli studenti de’ Liceo Classico e
Liceo Classico Europeo “Giordano Bruno” di Maddaloni.
L’evento sarà caratterizzato da una
relazione del Rettore-Preside prof. Michele Vigliotti.
La programmazione della giornata vedrà
l’interpretazione dei seguenti testi e canzoni:
v
CHIOVE (di L. Bovio;
canta S. Bruni),
v
PANEFFORTE ‘E NOTTE (da
Ariette e sunette di S. Di Giacomo),
v
MARZO (da Ariette e
sunette di S. Di Giacomo),
v
SENZA VEDERLO (racconto
di S. Di Giacomo),
v
“TE PIACE ‘O PRESEBBIO!.....”
(da Natale in Casa Cupiello di E. De Filippo),
v
LACREME NAPULITANE (di L.
Bovio; canta M. Merola). |
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In relazione alla logica per la quale è
stata definita la presente scaletta, il Rettore e Preside prof. Michele
Vigliotti ha dichiarato: “ Mi piace iniziare con una bellissima e
malinconica canzone la mia cavalcata attraverso la letteratura
napoletana tra ‘800 e ‘900”.
“Io so che oggi la nostra amata
lingua napoletana è misconosciuta – ha
continuato il prof. Vigliotti - parlano inglese i borghesi chic, o
si esprimono in un italiano approssimativo, le prof. con gli occhiali di
tartaruga impongono di leggere gli zappaterra come Fabio Volo o Stefano
Benni”.
Il Rettore del Convitto Nazionale di
Maddaloni, ha poi dato qualche anticipazione di quelle che saranno le
tematiche che affronterà nel corso della relazione agli studenti liceali
di domani mattina: “Una storia letteraria
gaglioffa e in mala fede ha messo tra i grandi romanzieri dell’800/900
un Tommaseo o un Fogazzaro, ma non Serao, Mastriani, Di Giacomo, e tra i
poeti di inizio secolo gente famosa per non essere mai letta da nessuno,
come D. Gnoli o Marino Moretti, ma non Salvatore Di Giacomo, Ferdinando
Russo, Libero Bovio. E che dire del teatro, che oggi annovera ancora tra
quelli da studiare tale Sem Benelli o Guido da Verona, e trascura
Eduardo Scarpetta e quello che è il più amato e conosciuto commediografo
italiano, al pari almeno di Pirandello, e cioè Eduardo de Filippo?
È il caso di recuperare, per dignità e
verità, il grande ruolo che il napoletano e i napoletani hanno avuto
nella nostra cultura e letteratura.” |
Riprendendo un filone, quello della
verità storica del Mezzogiorno d’Italia, quella verità dei fatti e non
sentesi di una posizione divulgata dai “vincitori”, proposto non più
tardi di qualche settimana fa nell’altro Liceo maddalonese dove il prof.
Vigliotti è Preside, Liceo Scientifico “Cortese”, lo stesso ha aggiunto:
“È indubbio che negli anni tra il 1870 e il
1920 Napoli fu la vera capitale culturale dell’Italietta; una schiera di
intellettuali che si muoveva intorno a prestigiose riviste e a
quotidiani famosi animava i salotti letterari; nomi come Croce, Serao,
Scarfoglio, Bovio, Russo, compositori famosi (allora le edizioni Bideri
trenta centesimi a fogli, erano più famose della Ricordi) librai come i
Pisanti, essi stessi bibliofili, erano il vanto di Napoli e dell’Italia.
Decine di canzoni di altissima qualità invasero l’Europa e l’America;
poeti come D’Annunzio (a vucchella) e compositori come Mascagni vi si
cimentarono; a Napoli due contrapposti intellettuali dibattevano il
destino della commedia; comica ridanciana, basata su equivoci ed
amorazzi, come sosteneva Scarpetta col suo San Carlino / o seria,
tragica e spesso fosca (sulla scorta del teatro borghese e verista) come
invece sosteneva Di Giacomo. Preponderanza agli attori e ai loro
Sciosciammocca e Pulcinella, o agli autori, veri e grandi scrittori?”
“Leggendo i testi di narrativa e
teatro, piccoli grandi capolavori, viene fuori un universo cittadino in
cui povertà estrema, voglia di vivere, capacità di arrangiarsi, si
intrecciano; - ha continuato il prof.
Vigliotti - la tumultuosa vita di una città in
cui ci si arrangia per sopravvivere, ci si inventa ogni giorno un
lavoro, si affida al lotto la sola speranza di uscire dalla miseria, è
descritta con una partecipazione sentimentale ed affettiva che è ben
lontana dall’impersonalità verghiana; il riso e la tragedia si legano e
si intersecano nei vichi e nelle strade nobili luccicanti di vetrine,
dove povere modiste, ragazze di vita, piccoli borghesi che nascondono la
loro miseria con un’albagia affettata, si muovono con naturalezza. |
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Nella lirica invece i grandi di Giacomo e Bovio
sanno percorrere tutte le strade del sentimento con assoluta spontaneità.
L’amore è il comune denominatore; l’amore tra giovani borghesi che imitano i
dandy inglesi, l’amore forte e tenace di povere ragazze del popolo, spesso per
indegni guappetti, l’amore delle vergini consacrate…..
E su tutto l’amore per quella città
inimitabile che si chiama Napoli, che nessuno, neppure gli emigranti, potranno
mai dimenticare”.
Considerata la valenza della tematica e
l’appuntamento culturale di enorme valenza per come è stato concepito per quanto
lo stesso sia indirizzato ai liceali maddalonese è interessante la
partecipazione.
Per maggiori informazioni su questo evento e sulle
attività del Convitto Nazionale “Giordano Bruno”, sito Via San Francesco
D'Assisi, 119 a Maddaloni (CE) è possibile contattare la segreteria al numero
0823-434918 oppure consultare il portale dedicato
https://www.cngb.it .
Maddaloni, lì 07 aprile 2014
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