“La filosofia e lo Stato: un varco
concettuale inevitabile sarà l’argomento della lezione del prof Michele
Maggi dell’Università di Firenze martedì 4 marzo ore 21.15”
Con i termini
filosofia e Stato designiamo non entità tra loro estranee, ma modalità
dell’agire umano. Si tratta di modalità in se stesse costitutive,
originarie che si sono caratterizzare nel proprio essere in forma
storica.
La filosofia come noi
la intendiamo si è formata nella polis greca, nel confronto inevitabile
con la retorica, l’oratoria, la disputa pubblica, le lotte di potere. In
questo ambito, proprio attraverso la filosofia, ecco che le prime teorie
e dinamiche di comportamento statali vengono teorizzate e poste in
essere, ecco che fiorisce anche il pensiero democratico. L’esperienza
delle città greche, nei loro pur vari ordinamenti, è l’esperienza della
politica. Una politica che pone in pratica la partecipazione dei
detentori dei diritti alle assemblee pubbliche in cui vi è la gestione
dei comuni interessi. Nel piccolo laboratorio della polis si mettono a
punto degli strumenti che non andranno in scadenza con la fine di quel
mondo.
Certo l’avvicendarsi
della prassi giurista romana, nella cornice culturale ellenistica, con
il pensiero cristiano hanno non poco mutato l’orizzonte del pensiero
filosofico rispetto allo Stato e per lunghi secoli si è argomentato
sulla distinzione tra prevalenza di potere atemporale e temporale.
Inoltre la tensione
tra diritto naturale e diritto storico è l’humus su cui si innesta un
concetto di universalismo che condurrà a ripensare un’etica pubblica e
privata che hanno aspetto e colore nuovo rispetto a ciò che era stato
patrimonio dell’antichità classica. |