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Parlando del lavoro di
Giovanni Alfano, la curatrice Nikla Cingolani ha scritto: “I soggetti di
Giovanni Alfano si presentano bloccati e inermi, con le mani sul viso
per proteggere la loro identità e nascondere i loro turbamenti,
rivelando due forze contrarie: l’esporsi allo sguardo e,
contemporaneamente, nascondere il proprio. Il risultato è quiete e
silenzio. Dolore, disperazione, timidezza, paura, vergogna, sono alcune
delle emozioni che non appartengono più solo al corpo e alla mente di
ciascuno, ma sono ormai parti integranti dell’ambiente sociale, dei suoi
valori e delle sue regole. Per questo i personaggi cercano di difendersi
dall’interazione con gli altri, sottoponendosi tuttavia al loro sguardo.
Dipinti en grisaille, in un grigio vellutato, investiti da una luce
ampia e diffusa, ci introducono in un percorso di percezione e
contemplazione più psicologica e introspettiva, senza l’intralcio dei
colori.”
Cosa vuol dire avere
vent’anni? In qualche modo rappresenta l’incontro tra i sogni e le nuove
prospettive, aspettative che si aprono, nuove direzioni che si prendono,
eppure è il momento nella vita in cui ci si imbatte nelle vere
responsabilità, nel dolore. È la crescita con uno sguardo al passato e
l’occhio al futuro. Ancora una volta la Galleria Marconi prova a parlare
di arte, cercando di rinnovarsi e di innovare ma con la responsabilità
di sapere dove si trova e su quali basi deve continuare a crescere.
Arrivare a vent’anni non è poco e non è facile, eppure è un punto
fondamentale per continuare a crescere con i propri sogni e al di là
delle illusioni. (https://youtu.be/Nvvu9fN9qeE) |