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Il museo ha una nuova sede e con essa una
nuova identità, il mi cantino lancia un nuovo acuto e l'illustrazione,
in punta di piedi, siede in silenzio là dove Amati, Guarneri e
Stradivari respirano attraverso il legno. Gli illustratori in mostra
sono cinquantadue, grandi autori nel panorama italiano e internazionale.
Grazie alla loro fantasia le opere esposte percorrono, con tutti i mezzi
dell'arte, cento chilometri di territorio, ci ricordano che strumenti ad
arco ed eccellenti artigiani vivevano in una terra ricca di storia e
tradizioni secolari, le cui testimonianze parlano attraverso monumenti,
cattedrali, piccole pievi di campagna, palazzi, nomi di strade che
rievocano uomini e battaglie. Le manifatture dei cordai quasi estinti
sono ora nuvole nel cielo serale e i meloni hanno la dimensione
dell'universo, l'emisfero australe è occupato da mucche al pascolo, i
maiali danzano sulle punte dentro la padella rovente, animali e ancora
animali, dentro castelli gaudenti, pesci in un mare al contrario, centri
storici immobili e surreali come il minuscolo attacchino nero che li
tiene vivi con la colla e l'affissione di un evento che chissà quando
accadrà. Immagini surreali o grottesche, o realistiche, tanti stili e
altrettante tecniche per rivivere i luoghi in maniera inusuale,
lasciando spazio all’immaginazione. Ma la mostra è reale e presente, non
museo ma viaggio senza motore, dentro le stanze e i cuori di chi guarda
le curve e i colori e mormora “mi sono perso”, perché perdersi, non ci
crederete, è l'esperienza più bella di un viaggiatore. |