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Viviamo nell’era
dell’informazione digitale e questo fa sì che vi sia un’elevata
considerazione e una grande abbondanza dei nuovi supporti tecnologici, a
discapito dei vecchi media. Il libro è universalmente rispettato come
oggetto culturale, ma spesso non viene più riconosciuto come il
depositario della conoscenza. La sua rilevanza è diminuita a favore
dell’autorevolezza che ha acquisito tutto ciò che viaggia nell’etere.
Al mondo tangibile in
cui il protagonista è un freddo oggetto che invecchia e ingiallisce, si
contrappone un mondo digitale dove vive una materia non tangibile, che
può scomparire nel nulla. Brian Dettmer dona nuova vita ai vecchi mezzi
di comunicazione sezionando, come un chirurgo, gli oggetti che, nel
processo di trasformazione, originano nuove interpretazioni e un
rinnovato messaggio.
Dettmer sceglie i
libri su cui lavorare in base alla qualità della carta, alla grandezza
del formato e al soggetto trattato: enciclopedie, dizionari, spesso
antichi volumi, libri d’arte, di ingegneria, di storia, di medicina,
atlanti… Il processo inizia con il sigillare i bordi in modo tale che il
volume diventi un unico blocco di carta. Dal fronte del libro, Brian
inizia il suo lavoro d’intagli attraverso l’uso di coltelli, pinze e
strumenti chirurgici. La dissezione avviene una pagina alla volta,
ritagliando via tutto ciò che non interessa; niente viene aggiunto, il
lavoro va avanti solo per rimozione. Dettmer non ha modo di sapere in
anticipo che cosa apparirà tra le varie pagine scolpite, il risultato
finale di conseguenza sarà in realtà una sorpresa anche per lo stesso
artista. Non vi è infatti uno studio preparatorio del contenuto e dei
tagli relativi che gli possa permettere di conoscere in anticipo i
risultati delle sue incisioni. |