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LA BELLA ITALIA
a cura di Dominique Stella e Floriano
De Santi
Sede Mostra Brescia, Galleria
Agnellini Arte Moderna, via A. Soldini, 6/A
Date
27 ottobre 2014 – 21 febbraio 2015
Inaugurazione
Sabato 25 ottobre 2014, ore 18,30
Dal 27 ottobre 2014 al 21 febbraio 2015
si terrà alla Galleria Agnellini Arte Moderna di Brescia la mostra
“La Bella Italia” a cura di Dominique Stella e Floriano De Santi.
L’esposizione offre un percorso attraverso
la pittura italiana del Novecento, presentando 34 opere dai primi anni
del secolo fino al 1970. Il titolo sottolinea l'importanza degli artisti
italiani del secolo scorso che seppero imporre il proprio stile e le
proprie idee in un panorama internazionale, conservando quella
sensibilità che lega la pittura italiana al mondo della poesia e
dell'immaginario e privilegiando l'arte piuttosto che decretando teorie.
Seppero infatti mantenere un legame profondo e radicato con la
tradizione, pur integrando nella loro poetica le proteste e le rabbie di
generazioni in cerca di rinnovamento. |
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È in questo spirito che operano gli
artisti legati al Futurismo, come quelli della Metafisica o ancora
Giorgio Morandi e più tardi Fontana e Burri. Tutti appartengono a
quest'epoca che scopre la modernità, caratterizzando lo spirito di un
tempo.
Dei primi anni del 1900 i futuristi Balla
e Depero illustrano un movimento che fu determinante in una storia che
si affermò a livello europeo al pari delle tendenze dadaiste o cubiste
dominanti in Francia. Balla, Depero come Severini e Sironi, essi stessi
membri effimeri del Futurismo, sono gli esempi di artisti che seppero
creare ponti con le correnti storiche europee.
La mostra propone alcune opere di Balla
degli anni 1917-1920 e di Depero dal 1914 al 1930, segnate dallo spirito
del dinamismo e dall'idea di progresso. Il quadro Dinamismo di una
figura (1915) di Sironi resta fedele a questa tendenza mentre
i successivi, di un periodo posteriore, adottano uno spirito neoclassico
con echi metafisici che lo avvicinano a de Chirico. Questa vena che
riprende i fondamenti della pittura è ricorrente nell'arte italiana a
partire dagli anni '20 ed è illustrata da una tendenza maggiore, il
Novecento, di cui Sironi (Gigante rosso con scuro, 1920/21,
Auto in periferia, 1930) è uno dei primi rappresentanti. |
Severini stesso, abbandonando il Futurismo
in questi anni, dopo un periodo cubista rinnova con il classicismo per
tornare a un'astrazione dinamica negli anni '50. La sua opera Zeus
(1954) testimonia questa vivacità e questo slancio nuovo. La Metafisica,
altra fonte maggiore di irraggiamento dell'arte italiana della prima
metà del secolo, è rappresentata nell'esposizione dalle due figure
principali del movimento, Giorgio de Chirico e Alberto Savinio.
Morandi, vicino a de Chirico in un primo momento della sua
produzione pittorica, se ne allontana e si concentra sulle variazioni
del colore e sulle forme dando vita a quella che de Chirico denominava
“metafisica degli oggetti comuni”. Nature morte (1942) testimonia
questa produzione così particolare, simbolo di una forza creativa
individuale che ricevette un riconoscimento internazionale.
Non meno determinante è la forza al tempo
stesso iconoclasta e quasi mistica dell'arte di Fontana, Burri
o Manzoni. Fontana serve da immagine emblematica di questa
esposizione. Artista di transizione, già affermato in una pratica
artistica notata a partire dagli anni '30, il suo lavoro trova uno
slancio nuovo negli anni successivi alla guerra dopo la pubblicazione
dei suoi Manifesti sullo Spazialismo. Quattro delle sue opere sono in
mostra, di cui tre Tagli (uno verde, uno bianco, uno rosso) che
servono da bandiera a questo omaggio all'arte italiana. |
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La sua immaginazione creativa e la forza delle sue
teorie segnano gli artisti della generazione degli anni '60 come Manzoni, di cui
due opere (Fiato d’artista, 1960 e Achrome, 1961-62) illustrano la
genialità. Burri, come Fontana, è uno dei punti di riferimento dell'arte
italiana del dopoguerra. La sua opera si definisce per la durezza della sua
materia e delle sue composizioni; le tre composizioni (XXX) in mostra esprimono
il suo rifiuto dell'estetismo e la sua ricerca di una verità delle coscienze
attraverso l'utilizzo di materiali grezzi ed evocatori di un'impronta umana. In
contrappunto alle ricerche di questi artisti iconoclasti si è sviluppata in
Italia, nell'immediato dopoguerra, un'arte legata all'astrazione, spesso
gestuale, retaggio del futurismo come in Dorazio, tinta di un'influenza
dell'espressionismo informale americano legato a Rothko o Pollock che si può
percepire nel lavoro di Vedova (Visione contemporanea, 1954) o
Tancredi (Senza titolo, 1955). Altri due artisti concludono questo
percorso ricco di eterogeneità, Sanfilippo riconoscibile per il suo segno
astratto quasi puntinista (Estensione arancio, 1962) e infine Umberto
Mastroianni che rappresenta una via indipendente. Le sue sculture,
inizialmente di ispirazione post-cubista evolvono verso un vocabolario di forme
dalle allusioni figurative (Maternità, 1949), per riaccostarsi a
un'astrazione costruttivista di cui testimonia l'opera Enigma 1971-72.
Catalogo:
Edito da Carlo Cambi Editore
Testi di Dominique Stella e Floriano De Santi.
Orari
Da martedì a sabato
10.00/12.30 ; 15.30/19.30
Chiuso domenica e lunedì.
Informazioni al
pubblico
Galleria Agnellini Arte
Moderna
Via Soldini 6/A – 25124
Brescia
Tel. +39 030.2944181 Fax
030.2478801
info@agnelliniartemoderna.it;
www.agnelliniartemoderna.it
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