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“Grisù, Giuseppe e
Maria” è un altro affresco dell’arguta penna di Gianni Clementi di
un'Italia che non c'è più, l’Italia del dopoguerra in cui i sogni si
proiettavano nella realtà grazie alla grande voglia di cambiamento.
Nicola Pistoia, nel
doppio ruolo di regista e attore, viene definito dalla critica mezzo
Peppino De Filippo e mezzo Buster Keaton. Quello che viene ricreato con
gli spettacoli Pistoia-Triestino-Clementi è un teatro dove si può ancora
ridere senza battute triviali o sciocche, dove è ancora possibile
emozionarsi, dimenticarsi del quotidiano e godere di un delicato e
ironico scorcio delle speranze del passato.
Una sagrestia di Pozzuoli, nell’Italia rurale, povera e appassionata
degli anni ‘50. Don Ciro un eccentrico sacerdote e il suo bizzarro
sagrestano in prova, Vincenzo, sono alle prese con alcune intricate
situazioni degli abitanti della comunità. Donna Rosa e Donna Filomena
sono due sorelle nei guai un po’ per come è la vita, un po’ per le loro
leggerezze. Coinvolto negli intrighi anche il fascinoso farmacista del
paese Don Eduardo, stereotipo dello ‘sciupafemmine meridionale’, padre
di famiglia e unico laureato del paese, che nonostante tutto è preda dei
suoi vizi e non comprende le metafore di Don Ciro.
Una commedia dal gusto
genuino, in cui i personaggi ricchi di sfumature e caratteri articolati
prendono per mano il pubblico e lo accompagnano in un’Italia dove i
sogni erano spesso affidati a chilometri e valige di cartone, ad una
canzone, ad una miniera lontana. |