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«La via
Emilia tagliava Modena in due; la strada dove abitavo, da una parte, si
incrociava con essa. Dall'altra parte c'erano già gli ampi campi della
periferia. Erano un po' il nostro "West" domestico: bastava fare due
passi, o attraversare una strada, e c'erano già indiani e cow-boys,
cavalli e frecce; c'era, insomma, l'Avventura, tradotta in "padano" dai
film e dai fumetti. Poi la via Emilia continuò a tagliare Modena in due,
ma il West aveva volto diverso, e il "mito americano", quello di tante
generazioni oltre alla mia, parlava lingua diversa, quella del rock,
delle copertine dei dischi, della faccia di
James Dean
in Gioventù Bruciata,
dei libri che altri appena prima di noi avevano scoperto e voltato in
italiano. Ma i due riferimenti esistevano sempre, un piede di qua e uno
di là, il sogno (meglio, l'utopia) e la realtà...».
Sul
palcoscenico a fianco di Comaschi nell’interpretare le musiche scelte
dallo stesso Guccini
Juan Carlos Flaco Biondini, il chitarrista che segue
Guccini da più di 20 anni presente ovviamente anche nella registrazione
di “Fra la via Emilia e il West”.
Ricordi,
riflessioni e immagini con l’inconfondibile stile di un grande poeta e
la burlona, e al tempo stesso sottile, ironia del bolognesissimo
Comaschi.
Sabato
15 marzo alle ore 18 presso il bar del Duse
si terrà l’inaugurazione della mostra fotografica “Bologna che
parla” di Gianluca Nadalini, organizzata in
collaborazione con l’associazione no profit Succede Solo a Bologna:
durante l’inaugurazione, oltre a poter fare un aperitivo in una cornice
insolita e apprezzare gli scatti di una Bologna insolita, sarà possibile
ascoltare alcune poesie del fotografo e poeta, in arte Luca
Nadalo, interpretate da Luisa Borini. Ingresso libero |