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MARIA CHIARA DELFINI

“20 MILLIMETRI AL GIORNO”

 

inaugurazione sabato 18 gennaio, ore 18.30

dal 18 gennaio al 12 febbraio 2014

Café de la Paix, via Collegio di Spagna n. 5/b, Bologna

 

A cura di Tomaso Mario Bolis e Sandro Malossini per Felsina Factory

in collaborazione con Mimmo Di Todaro di Fina Estampa

 

Nuovo appuntamento con la fotografia al Cafè de la Paix: per il ciclo “NON C’E’ UOMO CHE TI GUARDA: quando la fotografia è donna”, Maria Chiara Delfini presenta le immagini di “20 MILLIMETRI AL GIORNO”.

Ancora al centro il tema dell’autoritratto che la fotografa di Parma affronta convinta che fotografarsi significhi guardarsi allo specchio, dentro, e che questo atto di fissare le proprie sembianze sia una cura, una droga buona: Mi sono fotografata nel tempo. In un tempo preciso, quello in cui la vita sospesa tra la realtà e il sogno rovina d’improvviso a terra senza sconti. Mi sono fotografata come donna, custodendo a lungo gli scatti prima di riuscire a sfogliarli come fotografa e con i fotografi.

E ancora Orietta Bay, in un contributo critico su questa esperienza, focalizza il senso di queste lucide e forti immagini a colori.

 

 

La Fotografia è mezzo privilegiato per scrivere ma è con l’autoritratto che tanti grandi autori e soprattutto autrici si sono sentiti liberati da costrizioni esteriori e hanno ricercato attraverso la meditazione fotografica sul proprio io di svelarsi e raccontare, scoprendosi anche a sé stessi.

Maria Chiara inizia questo percorso alla ricerca del senso di sé e della vita con una serie di autoritratti nei quali emerge attenzione e forza compositiva.

Ogni fotografia è un racconto di interrogativi, dolori e inquietudini che arrivano come pugni allo stomaco. La loro intensità crea rimbombo emozionale perché mette in campo oltre ai contenuti, che ci coinvolgono, una dominante cromatica che ci ricorda il brivido della paura e dell’incertezza e allo stesso tempo il calore della passione. Il rosso delle ferite e del dolore dell’esistere, del fuoco che brucia e può lasciare cenere ma crea anche calore.

Un lavoro sicuro fotograficamente ma pieno di incertezze esistenziali. Un’alternanza di situazioni ambientate e primissimi piani, quale simbolo del nostro esistere, in continua alternanza tra emozioni e razionalità.

Una meditazione quella di Maria Chiara che sentiamo sofferta e faticosa, giocata nel chiuso di una stanza, nel chiuso del proprio io. La sua compagna è sempre la solitudine, gli unici oggetti presenti sono fonti di domande tormentate.

Diploma di maestro d’Arte, laurea in Psicologia del Lavoro, coordinatrice in area pedagogica, Maria Chiara Delfini ha partecipato a workshop condotti da Gianni Berengo Gardin, Anna Fabroni, Cristina Nunez e Gianluca Colla sui temi della street photography, sulla gestione digitale del colore e, in particolare, sull’autoritratto fotografico in collaborazione con le associazioni bolognesi Piccolo Formato e Spazio Labo’.

Inizia il lavoro da autoritratta nel 2009. Non ha più smesso.

 

 

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