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Anche la cromia, giocata come nel ritratto
milanese su una gamma di tonalità spente e cinerine, illuminate
delicatamente da una luce limpida e cristallina, portano in questa
direzione, tanto da far pensare che il dipinto faccia parte di quel
nucleo di ritratti realizzati dal Lega a Modigliana fra il 1855 e il
1857, quando il giovane pittore vi fece ritorno in preda ad una crisi di
“carenza d’invenzione” e dove, pur compiendo frequenti puntate a
Firenze, eseguì una decina, e forse più, di ritratti, alcuni su
commissione, come quello del vescovo Melini, altri più intimi e
personali, per parenti ed amici.
Il dipinto costituisce sicuramente uno
dei tanti centri d’interesse della mostra, costituita da oltre 100 opere
(pittoriche, scultoree, grafiche), datate o databili tra il 1850 (con
poche eccezioni di epoca precedente) e il 1950, scelte tra quelle
conservate nella stessa Pinacoteca barese e nei più importanti musei
pugliesi, nonché in alcune collezioni private, anch’esse pugliesi,
propone al grande pubblico una approfondita lettura del genere
“ritratto” attraverso gli exempla forniti da alcuni noti artisti
pugliesi (da De Napoli a Netti a De Nittis, da Toma ai Barbieri, da
Cifariello a Martinez, sino a Speranza, Martinelli, Cavalli, Levi),
aprendosi ovviamente ad accogliere anche interessanti opere
“extraregionali” (Michele Cammarano, Enrico Fiore, Giuseppe De Sanctis,
Giuseppe Costa, Enrico Lionne ed altri napoletani, un inedito di
Silvestro Lega, opere di Romolo Pergola, Annibale Belli, ecc.) o
addirittura di valenza internazionale (come il cileno, naturalizzato
francese, Santiago Arcos y Megalde, morto nel secondo decennio del
Novecento, autore di un finissimo Ritratto di signora, o John
Singer Sargent, autore dello straordinario, Ritratto di Vernon Lee).
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